a cura di Federica Giaquinta
La pubblicità su WhatsApp altro non è che l’ennesima trasfigurazione di un ambiente nato come spazio personale in luogo di sorveglianza commerciale. La vera questione non è (solo) la liceità del trattamento, bensì la sua legittimità culturale e democratica.
Articolo pubblicato su Agenda Digitale.