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Riccardo Luna, 19 giugno 2016

E’ morto Giorgio, e siamo tutti più soli. Anche se non lo conoscevate. Anche se non sapete chi era. Lui stava lavorando per voi. Lo ha fatto per tutta la vita. Ha lavorato per la crescita di Internet in Italia. Per la diffusione  di una vera cultura digitale. Per la rivoluzione, per la rivoluzione bella e pacifica che in tanti fra noi sognano. Era un rivoluzionario, Giorgio Giunchi, uno vero. Del rivoluzionario aveva anche l’aspetto. La barba bianca, i capelli arruffati, gli occhi profondi e buoni. E un vocione allegro con cui maneggiava delle frasi spericolate, senza un vero centro, a volte difficilmente comprensibili che ti lasciavano comunque ammaliato. Scriveva anche così, esattamente come parlava, e fra noi che gli volevamo bene, dopo certi scambi di email piene zeppe di punti esclamativi e puntini di sospensione, MAIUSCOLE a raffica e spazi bianchi allusivi, c’era l’abitudine di chiederci con un sorriso affettuoso “ma tu l’hai letto Giorgio? Cosa avrà voluto dire stavolta?”. Oggi lo sappiamo: saggezza, la sua era autentica saggezza.
In tanti gli abbiamo voluto bene ma del resto se lo conoscevi era impossibile non volergliene. Lui con me è stato un fratello maggiore. L’ho conosciuto grazie ad uno dei suoi amici più cari, Stefano Quintarelli. Cinque o sei anni fa volevo leggere, studiare, capire qualcosa della storia di Internet in Italia e Stefano mi disse: parla con Giorgio, lui sa tutto, ha creato l’archivio dell’Internet italiano. Era così, il suo sito, per quanto elementare nel design, è una miniera ineguagliabile di documenti, fotografie e interviste, molte fatte da lui stesso. Il tesoro che ha raccolto per tutti noi. 
Divenimmo amici. Ma amici veri. Mi ha insegnato tantissimo. Anche se ci vedevamo poco in tutti i passaggi chiave della mia vita non solo professionale, lui c’era. Quando divenni Digital Champion, la prima persona con cui condivisi l’idea di creare una rete di campioni digitali fu lui (che infatti divenne uno dei tre garanti dell’associazione, con Flavia Marzano e Giorgio Ventre). E quando nel gennaio scorso Laura Abba mi disse che il 30 aprile ricorrevano i 30 anni della prima connessione italiana di Internet, chiamai lui per sapere tutto, per avere i contatti dei protagonisti e per farmi dare la risposta più importante: Vorrei farci un film, Giorgio, un documentario, che ne pensi? Mi disse sì, con tutto l’entusiasmo di cui solo lui era capace, ed è nato Login.

Come stanno i bambini, come sta il tuo cuore? Le nostre appassionate conversazioni sulla storia di Internet finivano sempre così, con lui che mi chiedeva della mia famiglia e mi invitata ad andarlo a trovare: “Devi venire su da me a bere del vino buono prima o poi”. Mannaggia a me che non l’ho fatto.

L’ho visto l’ultima volta il 7 giugno scorso a Milano. Sapevo che stava male. Molto male. Lo sapevo da qualche mese. “Lo sapete solo in due, non dirlo a nessuno”, mi aveva intimato il giorno di quella confessione telefonica. Lo sapevo ma fin quando non l’ho visto non ho davvero capito che stava così male. Perché lui minimizzava sempre, ti chiedeva sempre tu come stavi piuttosto, non voleva che mi preoccupassi per lui. Anzi, era sempre disposto a sostenere anche l’ultimi progetto che gli avevo proposto: facciamolo davvero l’archivio dell’Internet italiano, un sito facilmente navigabile con una timeline, e dentro tutti i documenti, anche i tantissimi che erano spuntati fuori durante le riprese di Login. “Voglio farlo con te, solo tu hai l’autorevolezza per lanciare e guidare questa cosa”. Anche allora mi aveva detto sì, anche se stava davvero male, anche se aveva pochi giorni da vivere.

Ci siamo visti a Milano il 7 giugno, per l’inaugurazione di un evento che curavo a Foro Bonaparte, e lì ho capito. Un signore magro, magrissimo e bianchissimo mi era venuto incontro: “Ciao Riccardo!!!”. Se non fosse stato per la voce, per quella sua voce inconfondibile, avrei stentato a riconoscerlo. Era Giorgio. La malattia lo aveva scavato ma non lo aveva domato. Era allegro e positivo come sempre. Ho appena finito il secondo ciclo, mi aveva detto, adesso inizia il momento peggiore ma se supero questo poi è fatta. In un bar parlammo dell’archivio che avremmo fatto sotto l’egida dell’Internet Society italiana e per questo a un certo punto chiamammo il presidente Stefano Trumpy. “Mi raccomando”, mi disse prima, “ricordati che nessuno deve sapere come sto”.

Mi chiese come sempre dei bambini. “Stanno crescendo Giorgio, mia figlia fatico a chiamarla bambina ormai anche se lo sarà per sempre per me”. Sapevo che mi capiva, lascia una figlia a cui era legatissimo. Sul portone di un palazzo di Foro Bonaparte ci siamo salutati per l’ultima volta. “Vieni stasera per Login?” gli ho chiesto. E per la prima volta mi ha detto no: “Sono davvero stanco, Ric, torno a casa a riposare ma sai che ci sono sempre per te”. Ci siamo abbracciati, lo facevamo sempre, ma stavolta l’ho stretto forte, ho sentito le sue ossa sulle mie, volevo fargli sentire quanto gli volevo bene e provare magari a trasferire un po’ di energia a lui che me ne aveva sempre dato tanta.
Ciao Giorgio, devo sempre venire a bere quel vino, gli ho detto.
Sono rimasto a guardarlo in silenzio.
Aveva degli occhi buonissimi.
Non mi ha detto nulla quella volta del vino, solo ciao con la mano.
E se ne è andato via, per sempre. 

 
Claudio Cerri,19 giugno 2016 20:45 Forum ISOC Itali

Lo ho appena conosciuto, ma lo ho letto spesso, sempre con interesse, credo sia una seria perdita, le mie più sentite condoglianze alla famiglia Claudio Cerri

Joanne Maria Pini, 19 giugno 2016 20:46 Forum ISOC Italia

Oh no... Siam stati in telepatica sintonia da sempre. Ultima volta che l'ho sentito mi ha telefonato mentre ero ricoverato all'ospedale un mesetto fa.
Un'oretta almeno. E poco prima mi aveva voluto inviare in dono il libro del Quinta. Lo volevo andare a trovare in autunno con Giulia, alla quale avevo raccontato di lui. Amicizia di Anime. Ci si capiva anche senza parlare. Sono scosso. Molto scosso. Giorgio amico mio sei nel Tutto. Ci ritroveremo. Ti ho voluto molto bene,. oltre alla stima infinita. Joanne

Ettore Menguzzo, 19 giugno 2016 20:55 Forum ISOC Italia

Condoglianze alla famiglia e agli amici. Ettore.

Enzo Fogliani,  19 giugno 2016 21:30 Forum ISOC Italia

Una gravissima perdita. era un grande amico. Enzo

Vittorio Bertola,  19 giugno 2016 21:57 Facebook

Oggi è mancato Giorgio Giunchi. Non era famoso come altri, ma era lo storico e l'analista dell'Internet italiana, sempre pronto a compilare il suo sito e i suoi libri; sempre appassionato a discutere di filosofia della rete e di politica, ma anche del suo Milan e del mio Toro; e sempre disponibile a tirare su gli altri nei loro momenti difficili. Due anni fa mi inseguì finché non riuscimmo a pubblicare con lui un articolo scritto a quattro mani, io e Casaleggio, sulla visione della e-democracy del M5S. Mi spiace non avere più avuto l'occasione di vederlo di recente, e forse questi ultimi anni sono davvero passati troppo in fretta.

Alessandro Marzocchi, 19 giugno 2016 22:30 Forum ISOC

Italia L'ho conosciuto tardi e solo virtualmente, in questa lista, ma ne ho apprezzato intelligenza e personalità. Condoglianze ai familiari.

Claudio Allocchio, 19 giugno 2016 23:14 Forum ISOC Italia

...  gia'... "al prossimo meeting Jon" e' la frase che conclude un chiaccherata diventata poi intervista ed un libro (Guida al DNS) di tanti anni fa con Giorgio; una delle tante chiaccherate che lui amava fare con tutti quelli che in qualche modo avevano visto nascere Internet... per registrare quelle memorie, per non farle andare perdute, per lasciare scritto per sempre una storia che atrimenti sarebbe sparita. La frase che dissi l'ultima volta che vidi Jon Postel e' stata la prima che mi e' venuta in mente... perche' e' praticamente la stessa che ci siamo detti io e Giorgio solo poche settimane fa... dandoci appuntamento per un altra giornata tra amici, per parlare di come va Internet, del buon vino e del bon vivere, delle passeggiate in montagna, e naturalmente "dei figli": perche' Giorgio era (come si definiva lui stesso) "un maestro di campagna" (lo era stato davvero, per moltissimi anni), ed i maestri di campagna si ricordano di tutti i loro allievi ed amano seguirli, e vedederli crescere. Non ci dimenticheremo mai di te... sia per il tuo preziosissimo lavoro, racchiuso nei tuoi scrigni prezioni... http://cctld.it http://public.it http://rfc3271.org sia per gli scambi di bottiglie di "quel buon vino fatto da quel contadino"... che fosse della sua Franciacorta o del mio Collio, o per la gostilna fumosa sul Carso o la cascina padana con la signora ottuagenaria che cucina solo per gli amici o per i tortelli Cremaschi (se ne magio quasi 3 porzioni rinunciando a tutto il resto quando li scopri nell'osteria che fu dello zio di mia mamma). ... cosi' come lui voleva che non ci si dimenticasse della storia, quella vera, e delle persone che avevano nel loro piccolo, fatto in modo che accadesse, forse senza manco saperlo. Un maestro, altro che di campagna, con la M maiuscola... una persona geniale, ma con una bonta' e senso della verita' infinito. Come i cieli stellati che amava guardare d'estate da qualchi rifugio in montagna, per poi telefonarmi ad ore improbabili per dirmi "lo sai dove sono? sto guardando le stelle, davanti ad un fuoco, con due veci alpini, e "quella roba li che loro sanno che rende la vita piu' bella! altro che Internet!". "alla nostra, a chi ci vuol bene" Giorgio! Era il tuo brinidisi di sempre,... Ci mancherai, ma sarai sempre con noi. un abbraccio anche "alla tua Maria", ed alla tua Anna... Claudio

Antonio Baldassarra,  20 giugno 2016 00:23 Forum ISOC Italia

Ciao Giorgio, mi mancherai. Mi mancheranno le chiacchierate, mi mancheranno le tue riflessioni che meritavano sempre di essere lette con attenzione. Hai passato molto tempo a ricostruire la storia delle origini della rete e la rete non lo dimenticherà. Buon viaggio.

Antonio A. Martino, 20 giugno 2016 01:01 Forum ISOC Italia

Con quale cordoglio ricevo la morte di un amico più che amico, un grande, un pioniere. Giorgio faccio fatica a vedere un mondo senza di Te.  A sempre!!!

Giuseppe Attardi,   20 giugno 2016 02:00 Forum ISOC Italia

Per me è un colpo al cuore. Sapeva che stavamo facendo parte di un grande cambiamento storico e di questa storia lui era il custode. — Beppe

G. Battista Frontera, 20 giugno 2016 05:16 Forum ISOC Italia

Che dolore! Mi mancheranno quelle chiaccherate al telefono quando tu, milanista doc, io più annacquato, di passaggio verso S.Siro: "Tu quest'anno come la vedi.........". E poi le chiaccherate per le vie di Pisa qualche hanno fa. E poi la tua fierezza e racconto della cultura anarchica, quella che battezza con il vino. E poi........ Si perchè non c'è solo la "rete", che ci prende tutti. Mi manchi già, Giorgio. Gb

J.C. De Martin,  20 giugno 2016 07:36  Forum ISOC Italia

Caro Giorgio, a maggio, dopo una bella telefonata delle tue, mi avevi chiesto di mandarti due cose (il mio cv e qualche parola sul mio maestro). Non ho fatto in tempo a farlo. Scusami. Mi/ci mancherai immensamente. juan carlos Valentina Amenta, 20 giugno 2016 09:02 Forum ISOC Italia Apprendo la tristissima notizia. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia. Ciao Giorgio...

Alessandro Ranellucci,  20 giugno 2016 10:56 Forum ISOC Italia

Profondo dolore. Un amico affettuoso, un intellettuale, la memoria storica e la coscienza digitale di tanti di noi. Maestro elementare di campagna, mi mancherai. Ancora tre settimane fa la tua voce al telefono era quella di sempre. Con Giorgio si è spento un nodo. Quando si spegne un nodo, tutta la rete è più debole. Alessandro

Stefano Renzi, 20 giugno 2016 10:58 Forum ISOC Italia

Una grande perdita, mi spiace moltissimo. Ste

Valeria Rossi, 20 giugno 2016 11:12 Forum ISOC Italia

Lo sapevo che non me la stavi raccontando tutta quando ci siamo sentiti l’ultima volta. Ero preoccupata ma come tuo solito hai sminuito, per non preoccuparmi. Sei la persona più onesta a livello intellettuale ed umano che io abbia avuto l’onore ed il piacere di incontrare nel mio cammino, sei un esempio di vita e di conoscenza, di umiltà e di equilibrio, sei un cuore fatto uomo. Parlo al presente perché resti qui, scolpito nelle nostre menti e nel nostro cuore, il nostro di tanti, tantissimi, che hai saputo conquistare con il tuo sorriso rassicurante, la tua dialettica ed il tuo entusiasmo. Ora ci lasci il compito di portare avanti un lavoro a cui tenevi molto … lo faremo, ma senza di te non sarà lo stesso. Verrò nel Franciacorta a brindare a te … con te … per quella cena sempre rimandata quando invece accidenti, non si deve rimandare mai un’occasione per passare tempo con gli amici…. Ciao Giorgio, ti abbraccio, come sempre!

Werther Ferrari, 20 giugno 2016 12:09 Forum ISOC Italia

Sono colpito e commosso dalle innumerevoli e forti manifestazioni di stima e affetto nei confronti di Giorgio. Personalmente non lo conoscevo e non ho avuto occasione di parlare con lui e mi accorgo per questo di aver perso un’occasione di confronto non comune. Dalle vostre parole capisco la grandezza e il valore dell’uomo e dell’amico e il vuoto che ha lasciato. Non posso che accomunarmi a voi nelle più sincere condoglianze. Werther Ferrari Rosa De Vivo, 20 giugno 2016 12:10 Soci ISOC Italia le sue idee e le sue visioni continueranno a vivere.

Joy Marino, 20 giugno 2016 12:14 Forum ISOC Italia

Addio Giorgio. Non ho parole per dire quello che provo, è un amico che se ne va, così, all'improvviso.

Dino Bortolotto, 20 giugno 2016 12:55 Forum ISOC Italia

Un amico sempre attento al significato delle parole e di come esse creano la memoria Noi siamo ciò che diciamo e Giorgio era un distillatore di parole e di significati da tramandare. Senza di lui abbiamo un compito in più da svolgere e pareggiarne le capacità sarà difficile. Ovunque la tua essenza stia andando buon viaggio Giorgio. Dino

Remo Tabanelli, 20 giugno 2016 15:50 Forum ISOC Italia

Giorgio, L'ultima volta che ti ho scritto in privato ci siamo parlati di storie della nostra terra di origine e di vecchi libri ci piaceva parlare a volte anche di questo. La "butto lì" sul privato senza aggiungere altro perchè il resto lo conosciamo tutti e a tutti mancherai... ma a qualcuno mancherai un pochino di più. Remo

Alessandro Berni, 20 giugno 2016 16:24 Forum ISOC Italia

Caro Giorgio, l'ultima volta che ci siamo sentiti, dopo l'evento del trentennale, mi hai ricordato che le uniche due ragioni per non venire sarebbero state l'essere in galera o l'essere in ospedale. E cosi e' stato, appunto. Te ne sei andato in punta di piedi, cosi' come hai vissuto, ma in tutti questi anni hai fatto sentire la tua presenza ed hai lasciato il segno, eccome. Quel poco che abbiamo fatto e' frutto anche del tuo lavoro, davanti e dietro le quinte. Come hai detto una volta: "Io sono cio' che faccio". Mi manchera' la tua sensibilita', la tua capacita' di vedere oltre, la tua generosita'. Un abbraccio Alessandro

Antonio Ruggiero per conto di Assoprovider, 20 giugno 2016 16:42 Forum ISOC Italia

Assoprovider e' rimasta attonita alla notizia della scomparsa di uno dei piu' attivi protagonisti nella definizione della governance italiana di Internet. Un testimone attento e rigoroso che spesso ci ha indicato la strada con la sua profondita' di pensiero e la sua capacita' di vedere oltre. Ci ha lasciato un visionario del cui pensiero dovremo fare tesoro per molti anni a venire. Assoprovider Associazione

Francesco Tacconi, 20 giugno 2016 16:45 Forum ISOC Italia

Non lo conoscevo di persona, purtroppo non ho fatto in tempo, ma da molti anni leggevo spesso quel che scriveva. Sono certo che il suo esempio rimarrà vivo in molti di noi. Condoglianze alla famiglia.

Flavia Marzano, 20 giugno 2016 16:55 Forum ISOC Italia

Eravamo due dei  tre probi viri dell'associazione Digital Champion: mi ha insegnato a dare il giusto peso alle cose e alle parole! Ci sono persone così che insegnano e lasciano il segno solo col sorriso e l'atteggiamento un po' sornione, proprio come Giorgio! F.

Adriana Lazzaroni, 20 giugno 2016 17:00 Soci ISOC Italia

è proprio cosi', abbiamo perso un amico e un collega straordinario. Adriana

Alessandro Nicotra, 20 giugno 2016 18:39 Forum ISOC Italia

Ci sono debiti che non si possono pagare, ma, tutt’al più, tentare di onorare. Sai Giorgio… Manco a farlo apposta, poco prima che ci facessi quest’ultimo scherzo, avevo appena rivisto il film “Salvate il soldato Ryan”. E mi era rimasta impressa una delle frasi finali, quella pronunciata dal moribondo capitano Miller, quando, con l’ultimo fiato in corpo, diceva a Ryan: “Meritatelo!”. Anche il capitano Miller era un insegnante per vocazione, come te Giorgio. Persone capaci di farsi dono sino all’ultimo. Ebbene, io non so cosa mai abbia fatto per meritarmi il dono di averti come mentore ed il dono della tua amicizia. Sono di fronte ad una tua fotografia e sto, maliziosamente, pensando che almeno stavolta mi dovrai dare ragione! Oh sì, alla tua maniera, ma devi darmi ragione.T’immagino, infatti, col  tuo sorriso sornione a guardarmi bonario da lassù, mentre io sproloquio da credente come in tante nostre chiacchierate. Sai come si dice dalle parti del mio credo, no?! ...è necessario che il chicco di grano muoia alla terra affinché produca molto frutto…. E, cacchio Giorgio, visto l’affetto e le attestazioni di stima che rimbalzano di bit in bit in queste ore, come minimo rischi che la Monsanto tenti di brevettarti! Ma al di là di ogni credo ed opinione, una cosa è certa: tu continui a vivere nei miei pensieri ed ancor di più continua ad essere presente quanto tu hai seminato. Grazie per avermi insegnato cosa fosse Isoc e fatto innamorare esponenzialmente ad Inter-net, grazie per le discussioni, gli sfottò, i consigli letterari, i tuoi scritti ostrogoti e le tue frasi perculanti. Grazie. Grazie per il tempo insieme e per tutto il tempo che mi hai dedicato.Non so se saprò meritarlo, Giorgio, ma ci proverò.

Gianluca Geralico, 20 giugno 2016 21:54  Forum ISOC Italia

Ciao Giorgio, per me è stato un onore ed un privilegio conoscerti, mi mancherai veramente tanto, mi mancheranno le chiacchierate. Ciao

Gianluca Eliana Floreale, 20 giugno 2016 22:13 Forum ISOC Italia ciao Giorgio.

Tre volte ci siamo parlati e mi hai illuminato per sempre.

Angelo Raffaele Meo, 20 giugno 2016 22:38  Forum ISOC Italia

Ieri notte mi sono collegato alla posta per inviare a Giorgio un commento sui risultati elettorali, anticipando un vivace dibattito telefonico che prevedevo per oggi. Sono stato subito colpito dalla lunghissima sequenza di messaggi che avevano "Giorgio" come oggetto. Non mi aveva detto che era ammalato nelle longhissime telefonate che eravamo soliti scambiarci e lo ho appreso soltanto pochi minuti fa leggendo il mail di Riccardo Luna, ma ho avuto un immediato presentimento. Eravamo diventati amici, molto amici, soltanto scambiandoci mail. Negli ultimi anni avevamo scoperto il telefono. Quando  arrivavo tardi a tavola essendo stato al telefono, mia moglie commentava: Giorgio. Ci incontrammo una sola volta, in occasione di un convegno, e io non lo riconobbi per la semplice ragione che non lo avevo mai visto. Comunque, diventammo grandissimi amici solo scambiandoci mail e telefonate. Giorgio mi ha fatto il grande onore di moltissime citazioni nei suoi scritti. Erano spesso ermetici, ma dopo averli decifrati scoprivo quanto intelligenti e profondi essi fossero. Nei prossimi giorni intendo rileggerli e rimeditarli. Raf Meo  

Fiorello Cortiana, 21 giugno 2016 09:45  Forum ISOC Italia  

Non ci sarò oggi a salutare Giorgio Giunchi, resteranno con me la sua acuta discrezione e l'autorevole competenza, il meglio nell'esercizio della libertà digitale.

Daniele Vannozzi, 21 giugno 2016 17:17 Forum ISOC Italia

Te ne sei andato in punta di piedi come sei entrato nel mondo della rete da “maestro di campagna”. Mi mancheranno le tue riflessioni e gli incontri, spesso "fuori busta”, sulla “storia” della rete con l’obiettivo di conoscerne e capirne i risvolti per poi trasferirli e renderli disponibili alla comunità sulle pagine del tuo http://www.cctld.it. Che la terra ti sia lieve. Daniele

Stefano Giordano, 22 giugno 2016 18:05 Facebook

Caro Giorgio sono rimasto senza parole. Ti ricordo con una frase di un indiano d'america che sono certo ti sarebbe piaciuta "Abbiamo la possibilità di camminare più vicino alla Buona Strada. Non di colpo, ma tappa per tappa in questa direzione, finché non riusciamo a tornare su questo sentiero. Per coloro che sanno ascoltare, le voci parlano ancora" Un caro abbraccio, amico mio.

Anna Giunchi, 23 giugno 2016 9:20 Facebook

Uno dei miei grandi crucci, in questi giorni, é di non aver saputo dire qualcosa veramente "mio" sul mio papà. Forse per la stanchezza, lo shock o che so io, mi sono ritrovata a balbettare frasi affaticate, io che normalmente potrei cavillare su un nonnulla per dieci pagine. Che poi anche mio padre era così. E questo mi fa un piacere immenso, anzi, mi emoziona. Anche se lui lo faceva meglio. Mi sono resa conto stamattina, rileggendo le ennesime parole bellissime su di lui, che, come tanti miei crucci, anche questa era una sofferenza completamente inutile: non c'era bisogno che dicessi qualcosa di mio, non perché fosse superfluo, ma perché era già stato detto. Lo avevano fatto per me tante persone che lo avevano conosciuto. Mio padre, che le cose "tue" sono un mosaico di tutto quello che ti lasciano gli altri, e che non sono "tue tue" perché diventano un po' degli altri nella sua saggezza sciamanica, lo aveva capito da sempre. Forse è per quello che amava tanto occuparsi della Rete. Forse è per quello che aveva creato l'Archivio, l'antro mitico che ricordava Maria Gardoni al suo funerale, in cui tutte le cose del mondo trovavano un proprio significato ed una propria bellezza: un bazaar in un cassetto, un piccolo tempio del futile (ma fondamentale) uno spazio bianco in cui mio padre stipava cose e cose e cose, una marea di cose, dagli articoli di giornale ai disegni ai tappi di bottiglia ai sassi. Mio padre diceva che avevano un'anima, le cose, e andavano trattate bene...me le faceva pure accarezzare, quando ero bambina ed ero in grado di apprezzare, perché dovevo volere bene, alle cose. Ecco, parlando (scrivendo) con Camilla ho finalmente compreso cosa davvero significasse che le cose hanno un'anima, e quanto sia importante archiviarle, 'che é importante conservare e catalogare tutto e riconoscere il valore di-ogni-piccola-cosa... non é un caso che mio padre sia finito col fare il Grande Archivista, col creare http://cctld.it/, un sito-tributo alla Storia dell' internet italiano, una miniera importantissima, come in molti hanno fatto notare, che spero e credo verrà preservato e portato avanti. Io, nel mio piccolo, voglio provare ad archiviare e catalogare il moltissimo che é emerso in questi giorni, per risalire anche a prima, e che emergerà anchepoi navigare verso il dopo. E cominciare il mio archivio di papà Giorgio. E allora cominciamolo questo archivio, dall'ininizio, da un'infanzia passata con le sue pastasciutte "fenomenali", che preparava per me e Laura Pighetti "bimboriccia"...e poi, in un inizio ancora più inizio, quando anche i suoi ritardi erano fenomenali, a giudicare da ciò che dicono le colleghe della scuola a tempo pieno di Adro, e in cui un giovane maestro agli esordi (non ancora "di campagna", come amava definirsi) poteva fondare il circolo Gramsci fondato con Mauro e Angelo (per la cronaca, la foto me l'ha data quest'ultimo: ringrazialo, Gian Carlo Ariosto) quando ancora mio padre sembrava Sandokan e non Guccini e faceva conoscere il Negroni a Vilma Tenchini, che non avrà apprezzato l'intruglio malefico (concordo) ma sicuramente la compagnia alcolica...e questo mi fa volare avanti di anni, agli improbabili suggerimenti dietetici a base di Coca Cola dispensati a Stefano Lowin Lovati...e poi ancora le formule magiche create per i bambini, che erano così attratti da "Zozo", come lo chiamava mia nipote Beatrice, a partire dai suoi scolari: dal vincitore del "premio Peci" per il bambino che faceva la spia alla nomina a "capo di tutti i capi" di cui mi aveva parlato Tiziano Tito Frigoli tempo fa a quella a "principessa" o a "stella del firmamento" o a "liberacella" di Monia Casaletti. In quelle scuolettine di provincia e poi di campagna, ma all'avanguardia, di Adro e Chiari che lui, come ricordava Vilma Tenchini, ha contribuito a creare, tra gli altri, insieme a mia mamma. Un secondo papà che tutti vorrebbero, ha detto mio fratello Luca Grazioli. E davvero, e penso proprio tutti tutti: non solo il bambino con la cartella al primo giorno della prima elementare ma anche il tifoso del secondo anello del Club del Milan (che mio papà pronunciava, rigorosamente, "club") o il genero, come Roberto Joux Aiardi, che mi ha confessato quanto gli manca...passando per il docente universitario, la "vegeta" che vende il pane oppure gestisce l'agriturismo (la definizione si adattava a molteplici attività) il giornalista, il meccanico...a cui, in egual misura, distribuiva, oltre a sorrisi e grandissima attenzione, voli verbali spericolati che andavano dal testo secentesco messo all'Indice (che, in rima, parlava solo di sesso) all'autobiografia di un vescovo vissuto a cavallo del Risorgimento, da Fantozzi a quella tal ricetta di Bocuse con la panna e la zucca, da quell'intervista a Berlinguer del Settantatré a Zoff. Tutto archiviato. Mio papà era un pò così: un pò anticonformista, un pò conservatore, un pò Sandokan, un pò vescovo, un pò politico, un pò anarchico, pò sofisticato citazionista postmoderno, un pò esegeta del modulo a zona...una summa di tutti i suoi mille archivi. Un secondo papà di tutti. Perché di tutti portava qualcosa con sé, nell'Archivio. Quella di mio padre era vera archeologia, perché non aveva pregiudizi, nulla era buono o cattivo a priori (e neanche a posteriori): lui possedeva il Grande Archivio delle persone e delle cose, la Storia di tante storie, di persone, di fatti importanti e piccoli, dietro e dentro gli oggetti, le parole, i fatti, gli sguardi. Tra mille anni sono certa che, scavando, troveranno l'Archivio di mio papà e lo esporranno in un museo, e la se poi ancora le formule magiche create per i bambini, che erano così attratti da "Zozo", come lo chiamava mia nipote Beatrice, a partire dai suoi scolari, che fossero vincitori del "premio Peci" per il bambino che faceva la spia alla nomina a "capo di tutti i capi" di cui mi aveva paua anima sarà ancora lì: i visitatori, passando, cercheranno di capire il vero significato di tutte queste sue cose, esattamente come spesso si cercava di capire i suoi discorsi, come ben sanno Stefano Trumpy, Joy, Abba Laura, Riccardo Luna, Stefano, Maurizio Codogno, mio zio Vinicio Italo Gandossi e mia zia Romana Vittoria Gandossi "la pasionaria" (come la definiva lui) e Claudio Mondini e suo figlio Damiano Mondini, Raimondo Bruschi, Andrea Ricci, Aldo e Luisa, Franco e Nora, Raffaele...insomma, chiunque si sia ubriacato nelle sue affabulazioni. Me e mia madre comprese, che, a volte, sapendo che doveva spiegarci qualcosa, ci mettevano pazientemente in attesa (beh, no, mia mamma pazientemente no) che dal riferimento all'alchimista del Trecento prima o poi si sarebbe arrivati alla risposta che cercavamo. Che poi forse non c'era nulla da attendere e nulla da capire, perché in tutte quelle cose, in tutti quei discorsi, bisognava solo cercare, come in una magia, l'anima di Giorgio Giunchi. Che è rimasta, a quelle cose, a quei discorsi, attaccata. Perché Giorgio Giunchi davvero é eterno, e non morirà mai, come diceva sempre. Non devo quindi rimpiangere più il fatto che la mia Arianna non potrà conoscerti, papà "Zozo", perché non è vero. Lei ti conoscerà: nei tuoi mille archivi da grande nonno, anzi, da grande "secondo papà", nelle cose e nelle persone. Che ti portano e ti porteranno, ancora, in giro, alla partita, al convegno, alla bettola. Vi ringrazio tutti, anche chi non ho citato esplicitamente (e me ne scuso) per avere aperto, in questi giorni, i cassetti dei suoi mille archivi ed aver frugato insieme a me, trovando mille papà. Vi abbraccerei uno ad uno, perché la sofferenza di non poterlo più abbracciare è compensata, almeno in parte, dal fatto che con i vostri ricordi abbracciate me, mia mamma Maria, mio fratello Luca, mio marito Roberto e mia figlia Arianna (che è in arrivo ma già c'è). E che quell'abbraccio è quello di mio papà. Vi abbraccio, e abbraccio lui. Ho capito che non devo perdere più tempo a dirti "ciao", papà Giorgio, come si fa di solito in questi casi, perché non c'è da salutarti mai. Tu sei qui da qualche parte: basta solo cercarti in una bottiglia di Stravecchio o in un' "aldina", in una montatura Ray Ban o in un paio di jeans che cascano da tutte le parti. Grattando bene le scorie fisiche dalla superficie ti si troverà, che sorridi sornione e dispensi riflessioni e consigli, con la Gazzetta in una mano e un piattone di carbonara, fumante, sul tavolo, pronto per essere inforchettato.