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Monica Palmirani, CIRSFID, Università degli Studi di Bologna

È un onore per me introdurre, in qualità di organizzatore locale, i lavori di questa edizione dell’ Internet Governance Forum Italia 2017. In questo intervento vorrei illustrare tre punti a mio avviso essenziali per favorire un proficuo dibattito in questi due giorni di lavori e anche per riassumere il lungo e meticoloso lavoro svolto negli ultimi mesi dal comitato organizzatore composto da diverse componenti del governo (AgID, MISE, Team per la trasformazione digitale), da enti di regolazione di Internet come ICANN e ISOC Italia, dalle università e dai centri di ricerca che da anni si occupano di queste tematiche, dalle associazioni di cittadini, dalle imprese.

Primo punto: Il metodo.

L’IGF si è costituito grazie al Segretario dell’ONU nel 2006 come risultato del Summit Mondiale sulla Società dell’Informazione (WSIS 2003 – 2005) con il mandato di discutere le questioni di interesse pubblico relative alla governance della Rete. Esso è diventato negli anni il punto di riferimento per la discussione globale sui temi della Governance di Internet utilizzando il modello di discussione e confronto chiamato Multistakeholder ossia bilanciando gli interessi provenienti dalla società civile, dai tecnici, dal mondo delle imprese, dai governi. Lo scopo degli incontri dell’IGF è quello di favorire il confronto tra tutte le parti interessate all’ecosistema Internet seguendo un principio di partecipazione egualitaria, trasparente, aperta, inclusiva, utilizzando un “approccio dal basso”.

Seguendo questo metodo si sono, sin da subito, elaborati eventi locali che non hanno carattere di convegno ma di dibattito e di dialogo tra tutti gli stakeholder. Per questo motivo il carattere interdisciplinare, plurale, poliedrico dei panel è stato curato con particolare attenzione, anche dal punto di vista del bilanciamento di genere. Si tratteranno aspetti non solo tecnici, ma anche economici, giuridici e sociali della governance di Internet, creando così l’opportunità di intrecciare punti di vista diversi per identificare le questioni emergenti relative alla governance della Rete in Italia, sistematizzare le soluzioni e portarle così all’attenzione dei rilevanti organismi governativi e non governativi.  

Quindi dal globale al locale e ritorno. Poiché IGF Italia è un’edizione locale di un framework globale quest’anno si sono adottati i principi che l’ONU ha emanato nel 2016 per condurre le iniziative nazionali e regionali (NRI Toolkit). Questo modello è garanzia di standardizzazione della qualità e del metodo pur rispettando le peculiarità locali. Per questo si è aperta quest’anno una piattaforma partecipativa online e l’agenda è stata costruita in modo condiviso, aperto, accogliendo contributi dal basso. Speriamo di far divenire tale esperienza una buona pratica consolidata, ripetibile, irrinunciabile.

 

Secondo punto: I giovani.

Pensiamo che i giovani debbano essere coinvolti nella governance di Internet non solo perché saranno loro i maggiori fruitori dei servizi e delle regole che ora ci apprestiamo a definire per la Governance di Internet, ma soprattutto perché possiamo da loro imparare la creatività digitale e insegnare loro la cittadinanza digitale. Concetto quest’ultimo non scontato che necessita di formazione per non scadere nell’utilizzo inconsapevole, iperconnesso, impulsivo dei mezzi tecnologici. Per questo motivo si sono sperimentate all’IGFItalia 2017 nuove forme di coinvolgimento dei giovani lavorando nelle aule delle Università di Bologna sui temi già delineati dalla “Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet”, presieduta dal prof. Rodotà, maestro di tutti noi alla scuola dei valori che regolano una rete giusta, equa, bilanciata, etica. La “Dichiarazione dei diritti di Internet” emanata nel 2015 divenga una carta da insegnare nelle Università e nelle scuole e metro di misura con cui confrontarsi ad ogni legge o decreto sul digitale. Per questo abbiamo inserito nel programma una sessione dedicata agli under 25 denominata “Youth IGF” e oggi al termine dei lavori si metterà in scena la rappresentazione di uno spettacolo denominato “Rete Ribelle” a cura di Roberto Disma – Coordinatore artistico Generazione Ypsilon e fondatore del Teatro alla Lettera.

Terzo punto: I risultati.

IGF Italia ha tentato in diverse occasioni, negli anni precedenti, di creare un apparato continuativo e permanente che possa occuparsi di tutti i temi di Internet utilizzando il metodo multistakeholder. Vorremmo davvero che questa edizione bolognese segnasse una svolta in tal senso partorendo risultati concreti, condivisi dal governo e delle autorità che regolano Internet come accade già in diversi paesi europei e non europei. L’entusiasmo e l’energia dei giovani, che con le loro forme di autogestione in rete già viene canalizzato, divengano vero motore del cambio di paradigma. Come ci ricorda Kuhn alla crisi del paradigma segue una ristrutturazione. Vogliamo davvero che l’esito dei lavori di questi giorni possa dare origine ad un organismo consultivo di supporto alle decisioni governative, una struttura che solleciti i portatori di interessi, aggreghi la comunità e elabori proposte e pareri ogni qual volta che si tratti il tema del digitale. L’Italia secondo l’indice DESI (Digital Economy and Society Index) 2017 è quartultima per connettività, accesso ad internet, competenze digitali diffuse e specifiche nelle pubbliche amministrazioni, per capacità di muovere l’economia digitale e di emergere nell’Industria 4.0. Non possiamo aspettare oltre, specie considerando il piano europeo “Digital Single Market” che preme sugli stati membri attraverso regolamenti europei cogenti come quello sulla privacy, sulla sicurezza, sull’identità digitale, i servizi fiduciari e molti altri strumenti di armonizzazione e standardizzazione dello spazio unico europeo. E’ urgente trovare una strategia che sia in sintonia con il passo dell’Europa, ma che tenga in conto dei problemi italiani. Nuovi emergenti problemi si prospettano quali la manipolazione dell’informazione da parte degli algoritmi, la filter bubble, la sovranità dei dati, la tutela dei big data nazionali e delle infrastrutture di rete strategiche per l’Italia, l’identità digitale e gli attacchi in rete, l’uso dell’intelligenza artificiale in contesti pubblici e privati, l’uso dei sensori nell’internet delle cose, la blockchain e i droni.

Per questo nell’attuale edizione abbiamo introdotto sezioni parallele nelle quali tratteremo temi quali il diritto e liberà in rete, diritto degli individui e delle imprese, etica e sostenibilità dell’intelligenza artificiale e dei big data, nuovi modelli economici in Internet fra reti globali e locali, Industria 4.0 e di come il mondo del lavoro debba essere tutelato nell’era transazione verso la quarta rivoluzione industriale.

Ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile questa edizione così ricca e plurale, dai relatori ai moderatori, agli sponsor allo staff operativo di segreteria, voglio ringraziare in particolare Stefano Trumpy che ha assunto l’eredità lasciata dal prof. Rodotà e con la sua consueta passione, determinazione ma anche pacatezza non ha lasciato cadere il lavoro svolto negli anni passati portandolo a un punto di trasformazione.

Auguro a tutti noi buon lavoro.