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Le sfide future del Forum di riferimento per lo sviluppo delle politiche per Internet

Federica Giaquinta, Intenet Society Italia

È giunto al termine anche quest’anno l’Internet Governance Forum globale, organizzato a Berlino dalle Nazioni Unite per discutere, secondo un approccio multistakeholder, sui temi più attuali e complessi legati al futuro ecosistema della Rete.

Mentre in Italia  l’agenda politica era impegnata a definire le priorità della manovra finanziaria, con le consuete dinamiche di litigiosità della compagine governativa, mitigate dalla presentazione, durante i lavori parlamentati, di una proposta di matrimonio, nella capitale tedesca, il padre di Internet, Vint Cerf, incontrava personalmente giovani provenienti da tutto il mondo, Tim Berners-Lee presentava il suo contratto per il web e il Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano formalizzava la necessità di incrementare i processi di alfabetizzazione digitale nel nostro Paese. 

Novità dell’edizione tedesca dell’IGF è stata, senza dubbio, la corposa presenza di giovani italiani, coinvolti grazie allo straordinario lavoro di Internet Society Italia che, tramite l’Osservatorio Giovani, ha avuto, per la prima volta, la possibilità di prendere parte ai lavori.

L’importanza di coinvolgere giovani nei processi riguardanti la Governance della Rete, è stato uno dei punti di chiave in moltissimi dei Panel berlinesi. Un brillante studente proveniente dall’Australia, ribadendo, a tal riguardo, la rilevanza di IGF, ha infatti proposto di dedicare un’apposita giornata solo alle iniziative di tutti i giovani provenienti da ogni parte del mondo.

Significativa, oltre che di buon auspicio, è stata, inoltre, la presenza del Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano che, in occasione del suo discorso durante il Day 0, ha fatto leva sia sul problema della connettività - a causa della riluttanza di molti privati ad accettare la sfida che il cambiamento ci sottopone – sia sul problema della digitalizzazione della PA in Italia sostenendo, infatti, che, sebbene il 58% dei servizi sia ormai digitalizzato, solo il 23% sarebbe in grado di utilizzarli: portando sotto i riflettori, ancora una volta, l’esigenza sempre più imponente di risolvere il gap digitale che attanaglia il nostro Paese.

Ed è sempre durante il Day 0 di IGF Berlin 2019, in Saal Europa che si spengono le luci, scende il silenzio ed ecco il co-creatore del Web, il Sir Tim Berners-Lee, che inizia a parlare di un nuovo “WWW”: Web We Want: il Web che vogliamo. 

Sì, perché il Web, l’unico servizio Internet capace di collegare tutto il mondo e che permette il trasferimento e la visualizzazione dei dati sottoforma di ipertesto, a volte, sembra allontanarsi dal progetto iniziale dei suoi padri fondatori ed è per questo che diventa sempre più immediata l’urgenza di ristabilire dei principi per preservarlo. Lee, infatti, lancia l’idea di un nuovo contratto socialeper effetto del quale governi, Società private e cittadini potrebbero garantire uno sviluppo sostenibile della società globale attorno al web:"I governi devono rinforzare le leggi e la regolamentazione degli algoritmi. Le aziende da parte loro devono impegnarsi per garantire che la ricerca di profitti non vada a scapito dei diritti umani e della democrazia". Ha, inoltre, parlato dell’esigenza di garantire maggiore connettività, accessibilità delle risorse online senza discriminazioni e di mantenere alto il rispetto per la privacy dei cittadini o di attuare maggior creatività, civiltà e rispetto della dignità umana, nonché difesa a oltranza dei valori originari del web. Impegni che, a parere del padre del Web,ciascuna parte dovrebbe immancabilmente rispettare. 

Infiniti applausi. L’emozione di nascere e di crescere nell’era del Web, dell’avvento dei Social e dell’Intelligenza Artificiale, crea sensazioni uniche ascoltando le parole di chi ha creato la più grande rivoluzione mai esistita.

Come tutte le più grandi rivoluzioni anche questa, nasconde, però, alcuni profili critici.

Profili che, in occasione di un briefing privato con Vint Cerf - circondato da tantissimi ragazzi provenienti da qualsiasi continente - sono stati portati alla sua attenzione.

Come affrontare le sfide che la privacy e la protezione dei dati personali stanno subendo? Siamo davvero sicuri e protetti? Come creare più “consapevolezza digitale”?

Cerf ha più volte sottolineato il verbo “talk, talk, talk”, parlare, parlare, parlare.

Tutte le organizzazioni dovrebbero attuare principi di trasparenza, responsabilità e inclusività per produrre relazioni sullo stato di avanzamento, valutando l’impatto delle nuove tecnologie sui diritti umani e sulla società, perché nessuna tecnologia può e deve sminuire l’essere umano, anzi, deve, piuttosto elevarlo a condizione di massima espressione della sua stessa essenza.

Il punto saliente di questo IGF – delineante, poi, nei fatti la sua grandezza – è stato senza dubbio la continuità di contenuti che non si riducevano e circoscrivevano all’interno delle sale e delle autorevoli conferenze, ma ai momenti dialettici e di confronto che hanno trovato la propria linfa tra gli stessi corridoi dell’Estreldando vita al vero significato del Forum più importante sulla Governance di Internet, concretizzando fattivamente la visione collaborativa che permette di incidere nei processi e che ci consente di crescere come individui e come professionisti: chi avrebbe, infatti,  mai detto che nella sala dedicata ai pranzi, tra un pasto e un altro, sarebbe stato possibile condividere progetti e iniziative? In nessun racconto e nessun resoconto sarà possibile leggere dei retroscena culturali inediti che si verificavano.

Viviamo nell’era della paura del diverso e dell’hate speech, nonostante Internet sia l’unica infrastruttura capace di creare legami e reti tra le persone, viviamo nell’era in cui facciamo fatica ad accettare, paradossalmente, ciò che non riteniamo esserci compatibile, eppure, insieme al nostro gruppo di giovani attivisti proveniente dal Sud Italia, abbiamo conosciuto realtà che dal Brasile hanno raggiunto Berlino solo per raccontare l’importanza della sensibilizzazione “Porta a Porta” in posti e Paesi che vivono gli stessi handicap culturali inerenti al digitale.

Forse, anche in Italia, si dovrebbe ricominciare dall’idea che i nodi della Rete sono tutti collegati tra loro e che i modelli verticisti e autoreferenziali rischiano di assicurare divari ancora più incolmabili. 

La qualificazione giuridica di Internet, oggi, risulta più incerta che mai e da tempo alimenta l’elaborazione di diverse tesi sulla sua regolamentazione: 

-      definire la necessità di un adeguamento del quadro normativo vigente?

-      Stabilire se sia indispensabile l’inserimento di Internet nel testo formale delle Costituzioni?

-      Stabilire la necessità di una disciplina organica definita a livello internazionale?

Ma soprattutto quali saranno, adesso, le sfide future? E che scenari attendono il Forum più importante riguardante lo sviluppo della Rete, soprattutto nel palcoscenico italiano?

Tante le domande che ci portiamo dal bagaglio berlinese, ma è certo che qualsiasi sia la strada da intraprendere, si è concordi che per usare la Rete al meglio ci vogliono competenze da aggiornare e da acquisire, le istituzioni pubbliche devono impegnarsi affinché nessuno resti a metà del percorso, perché come ha ribadito Fatoumata BA, durante l’High Level Internet Governance Exchange Plenary: we drive the social change that is needed, that we don’t miss the opportunity to drive more inclusion and we also don’t miss the opportunity to have positive impacts for the enviroment”.

 

Federica Giaquinta ha partecipato all'Internet Governance Forum di Berlino 2019 nella Delegazione di giovani di Internet Society Italia che, come membri dell’Osservatorio giovani e rappresentanti della società civile, hanno contribuito attivamente ai lavori del Forum mediante osservazioni ed interventi formalizzati all’interno del programma ufficiale dell’evento.