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Nelle giornate del 18-19 ottobre 2024 si è svolta presso l’Università di Trento conferenza annuale di ICON'S Italia “Lo stato delle transizioni”. Un momento altamente formativo per il mondo del diritto e della giurisprudenza grazie allo straordinario livello degli interventi.

All'interno del programma si è tenuto il panel intitolato “La democrazia nella Rete, la Rete per la democrazia: intelligenza artificiale e uguaglianza nelle politiche eurounitarie”. Il panel, moderato dal nostro partner Alessandro Picarone - avvocato, esperto dei temi relativi al digitale - ha visto preziosi interventi, precisi e di alto rilievo scientifico, a cura di tre studiose della Internet Society Italia.

Il primo dei tre è quello di  Maria Francesca De Tullio, intitolato “L’Intelligenza Artificiale generativa e i linguaggi della democrazia partecipativa”, si è soffermato sul possibile utilizzo dei LLM come supporto ai comitati di elettori ed elettrici per la redazione di proposte di legge di iniziativa popolare. In particolare, la relazione si è concentrata sulla gestione dei bias derivanti dai dati e dalle informazioni utilizzati per allenare l’IA.

Il secondo contributo, quello di Erica Vaccaro riguardava l’“Intelligenza Artificiale e proxy discrimination: approcci preventivi e politiche di controllo”, ha indagato tutto ciò che riguarda i bias cognitivi e decisionali relativi all’Intelligenza Artificiale e alle persone. Nello specifico si è domandata fino a che punto l’IA possa superare i più tipici e comuni errori umani e quali fattori incidono, anche sotto il profilo psicologico, nella discrezionalità delle scelte.

La delicatezza del tema è emersa anche nell’intervento di Isabella de Vivo la quale si è domandata “Quanto sono personali i dati sintetici?”. In tale intervento è emerso come l’addestramento dei sistemi è possibile tramite l’estrazione e il trattamento di dati e metadati “pescati a strascico” per cui l’approccio individuale alla tutela, basato sulla dicotomia “dati personali” - “dati esterni” su cui fa perno, non sembra in grado di fornire adeguata risposta. Il quesito sollevato è riguarda allora se e in che misura sia possibile tracciare una traiettoria evolutiva dal principio del consenso informato al trattamento dei”propri”dati ad un più ampio concetto di trust based consent, basato sulla relazione fiduciaria intesa come processo negoziato dinamico e iterativo, tra data subjects e trust mediators dei sistemi automatizzati.

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