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03/08/2006
Patologie della rete

a cura di Enzo Fogliani

 Si parla tanto in questi tempi delle enormi possibilità che Internet offre per lo sviluppo della conoscenza e della cultura; cose assolutamente vere, ma alle quali si accompagnano meno reclamizzate ma altrettanto ampie possibilità di sviluppo e diffusione dell'ignoranza.

    Una volta  i costi dell'accesso ai mezzi di comunicazione selezionavano di fatto, in un certo senso, la qualità dell'informazione. Oggi, invece, chiunque può scrivere quello che gli pare e metterlo sul web a disposizione di tutti a costi irrisori. Se ciò è un bene per la libertà dell'informazione, non lo è certamente per la cultura. Nel mare magnum di Internet l'autorevolezza non è più data soltanto dalla caratura della fonte o dell'autore, ma è data principalmente dal posizionamento del sito che riporta l'informazione nei motori di ricerca; i quali seguono criteri fra cui la correttezza dell'informazione è sicuramente assente.

    Varrà per tutti un esempio, proprio nel nostro settore, dove un autorevole (!) sito web italiano dà per abrogato il codice della navigazione a partire dal 15 settembre 2005. Il sito è www.yachts.it. Alla pagina https://www.yachts.it/ITA/Rubriche/Leggi/Default.asp sono indicati, fra i link, quello al “Nuovo codice della nautica da diporto – decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171”, e quello al “Vecchio codice della navigazione – ora sostituito dal decreto legislativo 171/2005”. Ogni dubbio (o speranza) di aver inteso male scompare seguendo i suddetti link: il primo porta effettivamente al codice della nautica da diporto, peraltro definito e intitolato “Il nuovo codice unico della navigazione” (https://www.yachts.it/ITA/Rubriche/leggi/ CodiceNavigazione2005/Default.asp); il secondo porta al Codice della Navigazione del 1942, definito come “Il codice della navigazione, versione vigente sino al 15 settembre 2005” (https://www.yachts.it/ITA/Rubriche/Leggi/VecchioCodice/Codice_Navigazione_01.asp).

    Per i gestori del dominio yachts.it, dunque, il nostro codice della navigazione non esiste più. E' stato abrogato da circa un anno, e i suoi oltre 1300 articoli sono stati sostituiti dai neppure 70 del codice della nautica. Questa sì che è deregulation!

    Se fossero soltanto i redattori del sito yachts.it a seguire queste peculiari tesi sulla abrogazione del codice della navigazione non sarebbe forse un grave danno. Il problema è che, stando alle statistiche di accesso al sito, esso risulta aver ricevuto 6.908.676 visite alla data in cui scriviamo (3 agosto 2006). Anche volendo ritenere che non tutte tali visite siano state effettuate da persone diverse, è ipotizzabile che ci siano comunque alcune decine di migliaia di persone che, sulla base di quanto letto su quel sito, siano effettivamente convinte che  il codice della navigazione sia stato abrogato ed esista solo il codice della nautica da diporto.  E ciò in perfetta buona fede, sulla base della (apparente) autorevolezza del sito: il quale, ad una ricerca su “Google” alle parole “codice navigazione nautica” si presenta al 3^ (terzo!) posto delle oltre 163.000 pagina trovate dal motore di ricerca.

    Che dire? Forse, fra le tante Authority e i tanti Garanti di moda in questi anni, non sarebbe male pensare ad un “Garante della cultura” che ponga rimedio a palesi disinformazioni quale quelle qui indicata.

Enzo Fogliani   


P.s.: Si veda anche il successivo: Enzo Fogliani, L'ignoranza corre su Internet - 2 (ovvero: l'abrogazione del codice della navigazione ad opera del codice della nautica da diporto è contagiosa)., in Diritto dei trasporti 2008, pag. 445.

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