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Evento: Internet Governance Forum Rio '07
Data Documento: 14/11/2007
Luogo: Rio de Janeiro

Il presidente Ronaldo Lemos ha presentato la sessione evidenziando le tre dimensioni dell’ “Openness” : Legale, Politica ed Economica. Nella sfera legale si trova la problematica del copyright con le sue limitazioni ed eccezioni e le responsabilità degli Internet Service Provider e Content Provider che necessitano di una regolamentazione locale.

Per la sfera politica Lemos ha messo in rilievo la necessità di incrementare la cooperazione tra IGF ed organismi ONU. Infine nella sfera economica propone tre sfide:

  • Openness come business model;
  • Il ruolo dei paesi in via di sviluppo e l'interoperabilità;
  • Openness come fattore di abbassamento delle barriere per l’entrata nei mercati e di promozione dell'innovazione.

Come esempi di innovazione ha citato gli Open Standard e la recente creazione di AEPINC [1] in Brasile, il Software Open Source e il libero accesso alla conoscenza scientifica e le relative importanti iniziative a livello internazionale, che promuovono Internet quale strumento funzionale alla conoscenza scientifica:

  • Budapest Open Access Iniziative,
  • Salvador Declaration on Open Access,
  • San Paolo letter on Scientific knowledge.

Come esempio sotto la dimensione politica, ha citato la Convenzione sulla Diversità dell'UNESCO e sostenuto che i modelli di Science Commons [2] e Creative Commons [3] sono buoni esempi di come sia possibile rendere la conoscenza disponibile a tutti. Infine per Lemos anche i governi dovrebbero rilasciare i loro documenti ufficiali sotto licenza libera.

David Gross (Ambasciatore USA, Coordinatore del International Communications Policy, Department of State, Washington D.C.) ha parlato dell'importanza della libera circolazione delle informazioni citando il paragrafo 4 dell'Agenda di Tunisi [4] e i paragrafi 46 e 90 dell'Agenda per la Società dell'Informazione [5].

Per Masanobu Katoh (Corporate Vice President, FUJITSU LIMITED Giappone) Openness non è in contrapposizione con la regolamentazione. Ha messo in discussione la contrapposizione tra chi sostiene che la libertà di espressione è la cosa più importante e coloro che ritengono che il copyright e i diritti legali siano gli aspetti cruciali da difendere. Per cui ha posto la problematica di come far coesistere queste due posizioni, considerando che, da una parte Internet è universale, autonoma e senza confini e dall'altra la proprietà intellettuale è caratterizzata da regolamentazione, esclusività e proprietà. Masanobu Katoh ha inoltre sostenuto che la autoregolamentazione può essere più efficiente e si possono evitare i rischi di una società sorvegliata.

Per concludere il suo intervento ha proposto due modi per risolvere la contrapposizione tra libertà e regolamentazione:

  • Bilancio degli interessi tra gli stakeholder;
  • Combinazione di leggi con linee guida e creazione di Autorità garanti stabilite dal settore privato.

Mark Kelly (avvocato esperto diritti umani, Human Rights Consultants, Dublino) condivide la definizione di Openness come libertà di espressione e libero flusso delle informazioni e mette in evidenza la nozione del valore del servizio pubblico di Internet e la necessità di una visione condivisa di questo concetto da parte degli stakeholder.

Ha proposto la creazione di un nuovo codice di pubblica partecipazione in Internet, fondato sulla nozione e sul valore del servizio pubblico di Internet, che potrebbe prendere a modello la Convenzione di Aarhus [6].

Ha posto come domanda se esistano casi di violazioni sui diritti umani da parte di corporates private che meritino di essere approfonditi, in modo che questo processo multi-stakeholder possa evolversi verso una direzione che fornisca maggiore protezione e promozione della libertà di espressione. Ha sostenuto che la responsabilità e trasparenza sono i valori principali dei diritti umani.

Peter Dengate Thrush (Chairman del Board di ICANN) ha voluto sottolineare che il concetto della legge sul copyright è stato sviluppato sulla nozione di equo uso della proprietà altrui. Poiché esistono casi ove il diritto dell'autore può essere modificato - per esempio per la formazione o per la diffusione di informazioni a reporter e media - è necessario bilanciare tali diritti.

Ha voluto poi sottolineare che il copyright non protegge le idee ma l’espressione di queste ed il lavoro che uno ha svolto per esprimere quell’idea; Thrush ha concluso che con il copyright non esiste un conflitto tra libertà d'espressione e libera circolazione delle informazioni.

Carlos Gregorio (avvocato esperto in diritto della privacy, Montevideo, Uruguay) vede l’Openness come il risultato del bilanciamento fra diritto dell’accesso, libertà di espressione e diritto della privacy. Responsabilità dei paesi del mondo è il bilanciamento tra privacy ed accesso; dei blogs il bilanciamento tra privacy e libertà di espressione.

Nel primo caso il rischio maggiore può derivare dagli stati stessi, nel secondo, ha sostenuto Gregorio, è necessario creare un sistema di regole che definisca le responsabilità. Infine ha messo in discussione il ruolo dei motori di ricerca e la loro trasparenza. Nick Dearden (Amnesty International) ha concordato, in quanto le posizioni dominanti diminuiscono di fatto la libertà di scelta.

Alexandre Jobim (International Association Broadcasters) ha raccontato che le organizzazioni che appartengono all'Unione Internazionale dei Broadcasters hanno firmato una dichiarazione che promuove i seguenti concetti:

  • Le tecnologie di comunicazione, non solo rappresentano un mezzo ma hanno significato nel fornire informazioni e contenuti.
  • La libertà di espressione, il pluralismo dei media e la diversità culturale devono essere rispettati e promossi.
  • I media elettronici sono di vitale importanza per la Società dell'Informazione.
  • TV e Radio sono fattori chiave per la consistenza e lo sviluppo del mondo digitale.
  • L'informazione deve essere accessibile e disponibile a tutti.

Per salvaguardare la libertà di espressione secondo Alexandre Jobim c’è bisogno di una regolamentazione sulle violazioni dei diritti dei broadcaster.

A proposito citiamo il recente caso di un sito americano che, agendo come servizio personale di videoregistrazione on line, è stato fatto chiudere dall'Associazione Internazionale dei Broadcasters per presunta violazione di loro diritti; la questione non è ancora conclusa, comunque dimostra alcune difficoltà dei media tradizionali ad utilizzare gli strumenti offerti da Internet.

Derick Dearden (Amnesty International) ha criticato la censura attuata tramite l'utilizzo di filtri da parte di certi governi del mondo, che tuttavia sono fra i firmatari della Dichiarazione Universale sui Diritti Umani. Ha condannato l'arresto illegittimo di attivisti in rete, e quelle aziende del settore privato che collaborano con i governi che impongono la censura. Ha avvertito che Internet potrebbe diventare uno strumento di repressione piuttosto che di libertà ed Openness, per cui è necessario pensare seriamente ai diritti umani e alla libertà di espressione.

Si è interrogato sulle modalità secondo le quali i diritti umani possono avere un ruolo fondamentale nel dialogo sulla Internet Governance, ponendo le seguenti domande:

  • In che modo possiamo far sì che i governi promuovano Internet in termini di libertà di espressione?
  • come possiamo evitare che i governi cadano nella trappola di vedere in Internet solo pericoli?
  • come possiamo arrivare a considerare Internet uno strumento fondamentale per l’economia, di responsabilità del settore privato?

Dearden ha continuato mettendo in evidenza che il settore privato deve prendere in considerazione i Diritti Umani come un dovere e non come una semplice opzione e che i governi devono assicurarsi che i Diritti Umani siano rispettati anche nel contesto di Internet. Infine ha posto la questione di come utilizzare l'Internet Governance Forum per affermare gli standards dei diritti umani, come base essenziale di Internet.

Helio Kuramoto (governo brasiliano) ha annunciato che durante il workshop “Access to Scientific And Culture Knowledge” hanno adottato di comune accordo un protocollo per definire azioni per la libertà d'accesso alla conoscenza scientifica e culturale. Claudio Lins De Vasconcelos (esperto legale, Fundação Roberto Marinho) ha sostenuto che senza i profitti della proprietà intellettuale il mercato diventerebbe povero. Peng Hwa Ang (School of Communication and Information, Nanyang, Singapore) critica il concetto di auto-regolamentazione da parte del settore privato in quanto non è un processo veramente democratico e aperto ed anche perchè avviene nell'ambito delle associazioni industriali, per cui è una forma di regolamentazione delegata e non affidabile, dato che non è decisa da un parlamento.

Sally Burch (Ecuador) ha posto il problema dei monopoli e di come i contenuti siano troppo concentrati nelle mani delle maggiori corporazioni, fenomeno internazionale ove non esistono chiari meccanismi di regolamentazione.

Sul software libero Benoît Müller (Business Software Alliance) ha affermato che i loro partner nell’Alliance lavorano sia su modelli open source, sia su modelli proprietari, ed ha sostenuto che qualsiasi modello di licenza è facilitato dalla proprietà intellettuale e che, la preferenza di un solo modello, comprometterebbe la possibilità di scelta. Gli Open Standard per Müller sono uno strumento ottimo per favorire l'interoperabilità.

Per quello che riguarda il ruolo dei governi sugli open standards, ha sostenuto che essi, riconoscendo il valore della proprietà intellettuale negli standards, potrebbero spingere l'industria ad innovare. Ronald Lemos (professore di Information Systems al College of Business and Economics della California State University, Los Angeles USA) ha sostenuto che non può esistere contrapposizione tra open source e proprietà intellettuale, in quanto l'open source è solo un tipo di licenza.

Ha affermato che la proprietà intellettuale non è altro che uno degli incentivi per la creazione e promozione della cultura, come i cosiddetti “non market incentives” o diversamente detti “commons-based pier product” o “collaborative culture”. Nella Costituzione del Brasile è presente il principio dell'adozione degli Standard aperti, della diversità e trasparenza.

Nick Dearden (Amnesty International, Campaigns Manager) ha concordato con il parere che per garantire la libertà di espressione è necessaria una regolamentazione fondata su standards internazionali.

Jorge Machado è intervenuto di nuovo mettendo in discussione la contrapposizione tra le leggi nate prima dell'Internet con quelle che le hanno seguite ed ha chiesto come possiamo fare per applicare con efficienza vecchie leggi, senza intaccare la neutralità delle stesse e senza violare i diritti fondamentali della libertà di espressione e della privacy.

In chiusura è stata posta la seguente domanda: è auspicabile, per i giudici, conoscere meglio l’Internet in tutti i suoi aspetti di Openness e privacy per poter svolgere la loro funzione correttamente?

Ronaldo Lemos, nel discorso conclusivo della sessione, ha sottolineato che i temi dell’“Openness” in Internet sono requisiti essenziali della libertà di espressione, e il loro riconoscimento come diritti umani deve essere affermato in una prospettiva globale, per cui la tematica “Openness” deve continuare ad avere una priorità nell'ambito della Internet Governance.

Note:

1. Iniziativa del governo Brasiliano sulla interoperabilità e standards, creata dal Ministro dell’Innovazione. (^)

2. Science Commons è un progetto di Creative Commons che ha il compito di incoraggiare l'innovazione scientifica, facilitando agli scienziati, alle università e alle industrie, l'uso di letteratura, dati e altri oggetti di proprietà intellettuale e la condivisione della loro conoscenza con gli altri. Science Commons si vale della vigente legislazione sul copyright e sui brevetti per promuovere strumenti giuridici e tecnici volti a eliminare le barriere alla condivisione. Vedi la sessione dedicata al progetto al sito www.creativecommons.it. (^

3. Le licenze Creative Commons offrono diverse articolazioni dei diritti d'autore per artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere. Vedi il sito www.creativecommons.it. (^)

4. "We recognize that freedom of expression and the free flow of information, ideas, and knowledge, are essential for the Information Society and beneficial to development." (^)

5. "We call upon all stakeholders to ensure respect for privacy and the protection of personal information and data, whether via adoption of legislation, the implementation of collaborative frameworks, best practices and self-regulatory and technological measures by business and users. We encourage all stakeholders, in particular governments, to reaffirm the right of individuals to access information according to the Geneva Declaration of Principles and other mutually agreed relevant international instruments, and to coordinate internationally as appropriate. [90] We reaffirm our commitment to providing equitable access to information and knowledge for all, recognizing the role of ICTs for economic growth and development. We are committed to working towards achieving the indicative targets, set out in the Geneva Plan of Action, that serve as global references for improving connectivity and universal, ubiquitous, equitable, non-discriminatory and affordable access to, and use of, ICTs, considering different national circumstances, to be achieved by 2015, and to using ICTs, as a tool to achieve the internationally agreed development goals and objectives, including the Millennium Development Goals, [...]" (^)

6. Convenzione internazionale del 25 giugno 1998, sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, sottoscritta ad Aarhus il 25 giugno 1998. Poi ratificata con Legge del 16 marzo 2001, n. 108 (Suppl. alla G.U. n.85 dell’11 aprile 2001). (^)

La trascrizione della sessione plenaria in lingua inglese.

fonte: Internet Governance Forum Rio 2007, di L. Abba e C. N. Cosmatos
Quaderno dell'Internet Italiano "Verso la costituzione dell'Internet Governance Forum Italia"

Autori: Laura Abba, Carlo Cosmatos
Intervento: Sessione Plenaria: 'OPENNESS'
Moderatore: Heloisa Magalhaes (Direttore del Giornale Valor Economico di Rio)
Presidente: Ronaldo Lemos (Professore di giurisprudenza, Center of Technology and Society (FGV-CTS), Rio de Janeiro)