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Evento: Internet Governance Forum Rio '07
Data Documento: 14/11/2007
Luogo: Rio de Janeiro

Questa sessione, ricchissima di contenuti, ha interessato le questioni emergenti della rete Internet, molte delle quali già discusse durante le sessioni precedenti ed affrontate nei workshop.

Molte le tematiche proposte:

  • I diritti umani;
  • La necessità di principi condivisi globalmente;
  • Accesso ed utilizzo dello spettro radio per le soluzioni wireless broadband;
  • IXP locali e regionali;
  • Il protocollo IPv6;
  • La creazione di competenze;
  • La sicurezza in Rete e la costruzione del Trust;
  • La protezione dei minorenni in rete;
  • La creazione di contenuti locali e comunità locali;
  • Leggi che favoriscono la domanda;
  • L'utilizzo dell'ICT per indirizzare questioni dell'energia, dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile.
  • L'evoluzione dell'approccio alla rete Internet;
  • La necessità di coinvolgere i giovani nell'IGF;
  • Facilitare la crescita di piccole e medie imprese che includono donne e giovani provenienti dai paesi in via di sviluppo, da aree rurali e mercati emergenti;
  • Gli Internet Service Provider;
  • L'Internet mobile; La governance interna dei siti sociali;
  • La formazione dei giovani sui media e sul reperimento dell'informazione, piuttosto che sull'uso delle tecnologie.
  • La nuova catena del valore nei rapporti tra chi ne trae profitto e chi utilizza i servizi;
  • Il ruolo dei governi nel promuovere il dialogo;
  • La crescente differenziazione tra intrattenimento e cultura; La cancellazione dei documenti obsoleti presenti on line;
  • La affidabilità della rete,
  • L’Openness e la libertà di espressione in Rete per i paesi in via di sviluppo;
  • I principi delle modalità operative degli organismi di standardizzazione.

Robert Pepper (ICC/BASIS) ha messo in evidenza che per estendere i benefici della Società dell'Informazione a tutti, non sono solo necessari lo sviluppo e gli investimenti, ma anche creare le condizioni perché tutti possano usare le tecnologie. Pepper ha cercato di semplificare, ragionando secondo i termini di offerta e domanda, ed ha segnalato che i contenuti discussi al Forum riguardano per lo più la parte dell'offerta e molto meno il lato della domanda.

Dalla parte dell'offerta Pepper ritiene che, per allargare l'accesso, sia necessaria l'estensione dello spettro radio e degli IXP locali e regionali. Dalla parte della domanda, la prima tematica proposta è la costruzione di competenze, non solo per la conoscenza dell'utilizzo delle tecnologie, ma anche per la formazione di utenti, individui, genitori, insegnanti e delle Piccole e Medie Imprese, in modo che si sentano aiutati nell'uso delle tecnologie.

Vittorio Bertola (ISOC ITALIA) ha riflettuto sulla necessità di principi condivisi globalmente per operare secondo un'ottica fondata sui diritti umani, sostenendo che si devono trovare accordi che chiariscano cosa le aziende possono fare o non fare, e questo anche a loro beneficio. Ha proposto come tematica emergente i diritti umani e la libertà di espressione, i quali non sono concepiti ugualmente nel mondo.

Andrew Keen, autore del libro “The Cult of the Amateur: How Today's Internet is Killing Our Culture” ha voluto parlare in modo critico del futuro di Internet, riferendosi al web 2.0 non dal punto di vista tecnologico, ma socio-culturale, politico ed economico. Secondo Keen vi è un pericolo per il futuro della rete: mentre molti sostengono di lavorare ad un processo di democratizzazione, al contrario, il web 2.0 ed Internet porteranno ad una diminuzione della democrazia, dell’equità, della cultura, dell’economia, della politica e del egualitarismo geografico.

Non esiste un ecosistema emergente che premia classi culturali digitali, mentre dal punto di vista economico risulta evidente che i profitti del web 2.0 si concentrano in poche aziende, le classi creative non verranno remunerate da questa rivoluzione culturale.

Dal punto di vista politico Keen sostiene che l'avvento di Internet non ha portato ad una maggiore democrazia, ma alla trivializzazione del processo politico e all'emergere di una nuova oligarchia di attivisti on line, per cui la rivoluzione del web 2.0 sta portando ad una minore globalizzazione ed ad un maggior localismo e controllo da parte di un piccolo centro geografico. Infine ha specificato che i siti di social networking non sono dei servizi pubblici, ma esistono solo per il profitto. Per quello che riguarda i giovani ha avvertito che non dobbiamo essere sedotti da loro per le risposte che possono dare su Internet.

È necessario insegnare ai giovani non come usare le tecnologie, ma come utilizzare i media. Un’altra questione che Keen ha sollevato è stata relativa all'anonimità in Rete la quale, secondo lui, sta rovinando il dialogo reale; ha anche sostenuto che per le comunità non ci sono reali possibilità di collaborazione on line.

Le tre C (Conversazione – Collaborazione – Comunità) nel web 2.0 non ci sono, c’è solo una C quella della “Corrosività”, intesa come capacità di provocazione.

Vittorio Bertola risponde affermando la necessità di stabilire principi condivisi che consentano maggiore democrazia, responsabilità, trasparenza fra chi gestisce questi servizi ed i fornitori di contenuti. Propone di pensare alla tematica della nuova catena di valore nei rapporti tra chi trae profitto in Rete e chi usufruisce soltanto dei servizi.

Il parere di Keen sull'anonimato ha suscitato l'intervento contrario di diversi partecipanti. Fred Baker (Internet Society, IETF) ha affermato che l'anonimità è utile e può proteggere, in certe situazioni, le persone. Vint Cerf ha sostenuto che la questione dell'anonimità è critica e che comunque la Rete supporta un alto livello di autenticazione; per Vint ognuno può essere libero di scegliere l'ambiente che preferisce e che tutte e due le possibilità possono coesistere.

Anche Jean-Jacques Subrenat (Ecole nationale d'administration in Strasbourg e membro del Board di ICANN) ha sostenuto che l'aspetto dell'anonimità in Rete deve appartenere alla libera scelta dell'individuo, e che le tecnologie devono essere in grado di consentirla.

Alla obiezione di Kenn sull'assenza di vere comunità on line, Demi Getschko (Brazilian Internet Steering Committee) ha replicato mettendo in evidenza l'esistenza della comunità del software libero. Malcolm Harbour (Parlamento Europeo) ha obbiettato sul parere di Keen inerente la diminuzione di democrazia, sostenendo che il web 2.0 può contribuire al processo democratico. Nii Quaynor (Network Computer Systems) ha proposto alcune tematiche emergenti dalla prospettiva del continente Africano ed ha affermato che l'accesso ed il “time to service” sono di primaria importanza, mentre aspetti come il rendimento, larghezza di banda ed altri possono essere curati in un secondo tempo.

Anche le nuove reti IPv6 costituiranno una grande opportunità d'innovazione dal punto di vista tecnologico. Dal punto di vista istituzionale Quaynor ha sostenuto che iniziative come AfriNIC, AfNOG e le reti di ricerca e formazione devono essere rafforzate e considerate tematiche emergenti. Dal punto di vista dei costi della connettività, a prescindere dagli IXP, ha evidenziato l'urgenza di veicolare il traffico regionale per via terrestre nel continente africano. Bernard de la Chapelle (Ministero degli Esteri, Francia), considerando la crescita del social networking, ha avvertito che il problema non riguarda tanto la privacy, bensì l'intimità, per cui si dovrebbe studiare l'aspetto della governance interna dei siti sociali.

Vint Cerf ha proposto di promuovere il networking regionale per raggiungere una piena connettività su IPv6. Per Zahid Zamil (Domain Name Resolution Center, Pakistan) le tematiche emergenti sono l’affidabilità della rete, l’Openness e la libertà di espressione in Rete per i paesi in via di sviluppo.

Stefano Trumpy (ISOC ITALIA) ha proposto come tematica emergente i diritti in Rete ed ha ricordato il lavoro della Coalizione Dinamica “Internet Bill of Rights”, avviata dal governo italiano e supportata dal governo brasiliano, a partire dall'IGF di Atene. Ha fatto notare che il tema dei diritti in Rete è stato un filone comune del Forum, se ne è parlato nelle sessioni e in diverse coalizioni; pertanto Trumpy auspica la creazione di una Coalizione di Coalizioni Dinamiche sull'”Internet Bill of Rights”. Ha concluso il suo discorso evidenziando l'importanza del modello delle Coalizioni multi-stakeholder, che sta avendo un buon successo, aggregando organizzazioni non governative ed altre del settore pubblico.

Vint Cerf ha aggiunto, al tema dell'Internet Bill of Rights, ricordato da Trumpy, il concetto di responsabilità nell'utilizzo di Internet e la necessità che questo concetto venga accettato globalmente. Mentre aspettiamo i tempi necessari per scrivere una regolamentazione della rete, che potrebbero essere molto lunghi, per Vint è indispensabile stabilire da subito le responsabilità tramite la realizzazione di accordi, distinguendo le pratiche locali da quelle che vogliamo siano globali: operiamo in un territorio alquanto complesso come quello che riguarda procedure e normative della navigazione nei mari Andrew Keen ha condiviso il parere di Cerf sui diritti e responsabilità ed auspicato che questi non siano stabiliti da modelli artificiali, ma da esseri umani.

Robert Pepper (ICC/BASIS) ha proposto di trovare quelle vie di rafforzamento delle partnership pubblico/privato che consentono di fornire il servizio a chi non ne usufruisce.

Robert Kahn (uno dei padri fondatori di Internet, oggi Presidente della Corporation for National Research Initiatives, Virginia USA) innanzitutto ha citato l'importanza della ricerca e sviluppo dell'evoluzione della rete, ma ha voluto riflettere su come le nuove tecnologie e gli sviluppi della ricerca possano modificare l’Internet che oggi conosciamo.

Kahn Propone di:

  • Coinvolgere tutte le parti interessate sia per sviluppare e preservare l'architettura aperta e l’interoperabilità di Internet, sia per rinforzare l'approccio multi-stakeholder che si sta confermando con successo;
  • Accogliere la diversità linguistica ed altre forme di diversità culturale;
  • Creare nuove funzionalità e potenzialità, in modo olistico, in grado di apportare benefici in tutto il mondo;
  • Sviluppare il processo degli Standard;
  • Incentivare la creatività ed innovazione non solo nelle tecnologie, ma anche nel processo sociale.

Robert Kahn è convinto – come ha già espresso nella sessione delle Critical Resources - che il DNS avrà un tempo di vita molto breve in quanto potrebbe essere sostituito da altri sistemi come per esempio lo Handle System descritto da HANDLE.NET.

Per Vint Cerf la pratica degli standards non è il modo migliore per portare innovazione, in quanto i risultati creativi non sempre vengono standardizzati. Gli organismi di standardizzazione non sono necessariamente creativi.

A conclusione dei lavori Markus Kummer, Coordinatore esecutivo del Segretariato ONU per l'IGF, condividendo le difficoltà del processo di regolare un media globale come Internet in una società che non è ancora globale, ha affermato che abbiamo molto da lavorare e l'Internet Bill of Rights potrebbe cominciare a costituire una soluzione.

Per Kummer «la legge del Mare ha richiesto circa 20 anni per negoziare il trattato. In Internet abbiamo bisogno di qualcosa di più urgente. Forse l'iniziativa dell'Internet Bill of Rights ci porterà più avanti».

L’IGF è "modesto nei suoi mezzi, ma non nelle sue aspirazioni"; così lo ha definito Ban Ki-Moon, Segretario Generale dell'ONU, nel suo discorso di saluto alla chiusura dei lavori del Forum.

La trascrizione della sessione plenaria in lingua inglese.

fonte: Internet Governance Forum Rio 2007, di L. Abba e C. N. Cosmatos
Quaderno dell'Internet Italiano "Verso la costituzione dell'Internet Governance Forum Italia"

Autori: Laura Abba, Carlo Cosmatos
Intervento: Sessione Plenaria: 'EMERGING ISSUES'
Moderatore: Nik Gowing Main Presenter BBC World
Presidente: Augusto Gadelha Vieira Coordinator Brazilian Internet Steering Committee