Nella mia presentazione descriverò come sono proseguiti i lavori di ICANN e del GAC in attesa del meeting di Tunisi e quale è stata la posizione assunta dalla Internet Society (ISOC) di cui Società Internet è la sezione italiana.
Le note che seguono sono estratte dai commenti che le organizzazioni sopra citate hanno espresso dopo la pubblicazione del rapporto del WGIG ed in occasione della PREP-COM3, svoltasi a Ginevra nella seconda metà di settembre.
ICANN ha avuto ben presente, sin da quando è stato costituito il WGIG, di essere nel mirino dell’attenzione internazionale sul tema della “Internet governance” e, per questo motivo, ha organizzato degli incontri con il WGIG nelle sue ultime quattro riunioni plenarie. Gli incontri, svoltisi in forma di workshop, sono serviti per creare un’immagine il più possibile vicina alla realtà delle attività svolte da ICANN; questo è certamente servito molto anche a quei membri del WGIG che non avevano una informazione dettagliata sulle attività di ICANN; ciò è risultato ancora più importante per il GAC (Governmental Advisory Committee) per i seguenti motivi:
Da questo si capisce perchè molti commentatori obiettino sulla legittimazione e rilevanza del GAC ed alcuni stati non vi partecipino per questo motivo. A tutto questo il GAC ha contrapposto i fatti seguenti:
ICANN è stato concepito come un esperimento di gestione con criteri di internazionalità di una risorsa che prima era finanziata e controllata da un unico governo; ICANN ha dimostrato di funzionare in modo efficace e, nel frangente attuale, ha continuato a lavorare seriamente.
Nel rapporto del WGIG non si è trovato un accordo per quanto riguarda l’attività di supervisione sul DNS da parte dei governi; di fatto le posizioni sono molto distanti, divise tra coloro che intendono proseguire una gestione del settore privato con una supervisione leggera, anzi, leggerissima, da parte dei governi e coloro che puntano ad un controllo statale forte. Sono quindi stati definiti i quattro modelli per rappresentare lo spettro delle opinioni. Uno di questi modelli rappresenta lo “statu quo” migliorato. Gli altri configurano situazioni per la supervisione di ICANN sensibilmente distanti dalla attuale; per quanto riguarda il GAC, si ipotizza anche che questo possa essere inglobato in organismi governativi da costituire. Nella mia posizione di vice-chair, ho consigliato ai colleghi del GAC di evitare di commentare sui quattro modelli e di proseguire il nostro lavoro nell’intenzione di dimostrare semplicemente, e senza proclami, che le cose funzionano più che ragionevolmente nella configurazione attuale.
L’intervento di ISOC, che non è direttamente coinvolta nella gestione della rete, che non ha rapporti formali con i governi e che rappresenta in qualche modo la “ortodossia Internet” è stato molto più politico rispetto a quello di ICANN. Metto in evidenza i punti più salienti.
In merito alla definizione di “Internet governance”, si riconosce che questa copre i principali meccanismi che caratterizzano la funzionalità e l’utilizzo di Internet su scala globale. Infatti include il processo di produzione degli standard svolto da IETF, IEEE, ITU e World Wide Web, il lavoro svolto da ICANN e dai Regional Internet Registries, le decisioni di allocazione di spettro che riguardano WiFi e WiMax, le regole che riguardano il commercio elettronico stabilite da WTO, le misure per combattere il cybercrime adottate dai gruppi internazionali dedicati alla applicazione delle leggi, gli accordi di peering tra ISP, gli sforzi delle organizzazioni internazionali come la World Bank per supportare i paesi in via di sviluppo e molto altro.
In merito alla unitarietà del rapporto WGIG, viene messo in evidenza che questo riflette posizioni diverse sulle quali non c’è stato consenso, come nella parte relativa ai quattro diversi modelli di supervisione della “Internet governance” per quanto riguarda il DNS. La conclusione di molti osservatori che il WGIG avrebbe deliberato unanimemente in merito alla costituzione di un nuovo organismo afferente alle Nazioni Unite per la gestione di Internet è certamente errata.
Per quanto concerne le funzioni del forum, si mette in evidenza come lo stesso rapporto del WGIG ne parla in modo ambiguo; in un punto del rapporto si parla di un singolo forum nel quale vengono discusse le questioni di public policy, mentre in un altro punto si parla di uno spazio per il dialogo, senza specificare la necessità di un singolo forum. Il parere di ISOC è che non si dovrebbe pensare ad un unico forum collegato alle Nazioni Unite ma piuttosto si dovrebbero espandere le dozzine di forum esistenti e crearne di nuovi per i diversi aspetti della Internet policy e technology. Creare un singolo forum per tutti gli aspetti della “Internet governance” potrebbe richiedere anni e comunque provocherebbe confusione presso i forum già esistenti che si occupano efficientemente di vari aspetti della governance.
In merito alle quattro opzioni per la funzione di “oversight”, ISOC è decisamente critica e ritiene che la influenza dei governi dovrebbe essere alquanto ridotta, contrariamente a quanto i quattro modelli lasciano intendere.
Sulle conclusioni del rapporto, laddove si dice che nella governance deve essere assicurata la partecipazione effettiva di tutte le parti coinvolte, in particolare da parte delle nazioni in via di sviluppo alle quali deve essere assicurata la formazione e le risorse finanziare e tecniche per partecipare, ISOC è particolarmente a favore. Laddove invece si enfatizzano le soluzioni di tipo regolamentare e di policy, in particolare per quanto riguarda il DNS, si osserva che questi non sono gli aspetti più importanti che potrebbero portare beneficio alla comunità Internet nel mondo. Gli utenti della rete dovrebbero essere più interessati ad aspetti quali la capacità di: connettersi, parlare liberamente, innovare, condividere programmi ed informazioni, scegliere, avere fiducia nel mezzo.
In conclusione viene citata la frase di Vint Cerf “se la cosa non si è rotta, non cercare di ripararla”che è stata interpretata erroneamente come “nulla è da correggere e deve essere riparato”.