Presentiamo
un riassunto dei lavori che si sono svolti durante le principali sessioni
del secondo IGF di Rio, incontro svoltosi in tre intensi giorni di lavoro,
ai quali hanno partecipato più di 450 rappresentanti governativi
dei paesi del mondo, più di 90 organizzazioni internazionali e più
di 1000 rappresentanti di strutture private ed ONLUS.
- I temi principali
sono stati quelli del primo meeting di Atene: ACCESS, DIVERSITY,! OPENNESS!,
SECURITY!, e EMERGING ISSUES con laggiunta di un quinto tema: INTERNET
CRITICAL RESOURCES.
- La connettività
è un elemento abilitante indispensabile: senza la possibilità
di interagire attraverso la Rete, ha un senso limitato parlare di Società
dellInformazione e tanto meno di Internet Governance. La tutela della
diversità culturale come patrimonio comune di tutta lumanità
va preservata e valorizzata.
- Dobbiamo prestare
attenzione alla libertà in Rete in tutte le sue declinazioni, e
in particolare alla libertà di raccogliere, elaborare, esprimere
e comunicare idee, informazioni, oggetti intellettuali e conoscenze di
ogni genere. Il tema della sicurezza della Rete è potenzialmente
molto vasto.
- Quali misure
adottare per arginare le patologie collegate al cattivo uso della Rete?
Sicurezza intesa sia come protezione fisica della Rete sia come protezione
dell'utente finale; sicurezza intesa sia dal punto di vista tecnologico,
sia dal punto di vista legislativo, per cui la quantità e qualità
della legislazione e il suo impatto nel mondo della Rete.
- In aggiunta
abbiamo il tema della gestione delle così dette risorse critiche
di Internet che include la responsabilità di assegnare gli indirizzi
IP (Internet Protocol) e gli identificatori di protocollo e di gestire
il sistema dei nomi a dominio di primo livello (Top-Level Domain), nomi
generici (gTLD) e nomi nazionali (ccTLD) nonché il sistema dei root
server.
- È rilevante
il fatto che ICANN - la struttura che ha la responsabilità di queste
risorse - sia stata presente a Rio anche con una rappresentanza del Governmental
Advisory Committee, per dimostrare quali passi siano in corso nella direzione
della internazionalizzazione della gestione delle risorse critiche di Internet.
- Il lavoro, che
viene pubblicato in corrispondenza dellavvio della nuova legislatura,
vuole raggiungere anche lo scopo di diventare viatico di riferimenti per
il prossimo governo. Il messaggio è quello che l'attività
svolta con efficacia durante la XIV e XV legislatura, culminata nella partecipazione
della delegazione italiana al Forum di Rio, è e dovrà essere
proseguita nella XVI senza dimenticare il fondamentale collegamento tra
gli organismi che si occupano degli aspetti tecnologici, economici, legali
e di impatto sociale con la componente ricerca che imposta le evoluzioni
della Rete a medio e lungo termine.
INTERNET
GOVERNANCE
- Internet Governance
non è facilmente traducibile in italiano; la traduzione in "governo
della rete Internet" non è appropriata perché potrebbe
essere interpretata facilmente come una funzione prerogativa dei governi
e quindi associata ad una gestione centrale, ad un processo dallalto verso
il basso.
- In italiano
quindi si usa governance di Internet e si associa lo stesso significato
comune alle frasi "rigovernare la tavola" [21], rigovernare
la casa, intendendo quindi tutte quelle azioni condivise globalmente che
devono essere fatte sulla Rete per permettere alla Rete stessa di funzionare
a beneficio di tutti i suoi utenti.
- La governance
di Internet è così definita dal Rapporto del WGIG [22]
del luglio 2005: "La governance di Internet
è lo sviluppo e l'applicazione da parte dei governi, del settore
privato e della società civile, nei loro rispettivi ruoli, di principi,
norme, regole, procedure decisionali e programmi condivisi che determinano
l'evoluzione e l'uso di Internet."
- Il termine governance
è comunemente usato nell'ambito aziendale e dellICT (corporate
governance, technology governance) ma si parla anche di governance mondiale
o di governance globale. Spesso si tende a considerare erroneamente questo
termine come sinonimo di government, termine che sta progressivamente entrando
in tutte le case dei cittadini grazie all'auspicata diffusione dell'egovernment.
- La stessa Banca
Mondiale utilizza il termine governance inteso come government [23],
tenendo in considerazione solo gli strumenti e procedure per i quali un
governo viene eletto ed esercita la sua autorità.
- Differentemente
in Internet e nella definizione stessa di Internet Governance, il termine
governance comprende quelle azioni necessarie ed intraprese in un modo
condiviso da parte di tutti gli stakeholder per perseguire un determinato
fine comune. È evidente dalla definizione della governance di Internet
che essa implica necessariamente lo specifico e concreto coinvolgimento
di tutti gli attori coinvolti nel processo.
- Laspetto fondamentale
di inclusione associato al termine governance lo abbiamo trovato ben descritto
in un report della Commissione sulla Governance Globale [24]: «Governance
è l'insieme delle modalità secondo le quali individui ed
istituzioni, pubbliche e private, gestiscono i loro affari comuni. È
un processo continuo ove gli interessi, diversi o conflittuali, possono
essere accomodati ed azioni di cooperazione possono essere intraprese....».
- In poche parole
nel report della Commissione gli autori affermano che non esiste una alternativa
migliore dal lavorare tutti insieme e dallusare il potere collettivo per
creare un mondo migliore. Risulta quindi fondamentale la definizione di
principi condivisi da parte di tutti gli stakeholder per garantire un processo
democratico e trasparente, a favore dell'evoluzione della rete Internet
come veicolo di una nuova società Universale.
- Per spiegare
il processo della governance di Internet Vint Cerf [25], uno dei
padri fondatori della Rete, ha messo in evidenza l'interdipendenza di tutti
gli stakeholder facendo il parallelismo con gli Ecosistemi in natura. «Nell'ambito
dell'Internet Governance Forum è necessario definire e costruire
un ecosistema digitale della Internet Governance - ha sostenuto Vint Cerf
durante l'IGF di Atene - che possiamo chiamare Internet Governance Ecosystem
(IGE) in modo che garantisca l'effettiva ed efficiente partecipazione di
tutti gli stakeholder e l'individuazione dei problemi locali, regionali
ed internazionali, secondo principi condivisi».
- La seconda caratteristica
del termine governance nell'ambito di Internet, contiene la specifica esigenza
di stabilire principi comuni per i vari aspetti della Rete. L'articolo
29 della Agenda di Tunisi [26] sancisce i principi generali della
gestione della Rete che deve avvenire in modo multilaterale, multi-stakeholder,
trasparente e democratico.
- Un esempio particolare
di governance riguarda l'iniziativa del Professor R. Stallman e della comunità
del software libero che ha stabilito i principi [27] secondo i quali
un software può essere definito libero. Stabiliti questi principi
ogni software può essere libero se e solo se li rispetta.
- Tuttavia ancora
erroneamente si considera come software libero qualsiasi software gratuito
rilasciato sotto una tra le tante licenze open source. Inizialmente per
governance di Internet si intendeva l'aspetto limitato al controllo della
parte del nucleo centrale di Internet, cioè lamministrazione ed
allocazione degli indirizzi numerici (IP) ed alfanumerici (domain names),
affidate ad un ente (ICANN) sotto l'influenza del governo americano, per
cui di controllo unilaterale. In seguito al processo WSIS, che ha individuato
le più salienti problematiche della Società dell'Informazione,
si è iniziato ad includere nella governance di Internet una serie
di aspetti collegati alla Rete, come ad esempio i diritti umani, la libertà
di espressione, lo sviluppo sostenibile, l'accesso e i relativi costi,
la neutralità della Rete, la creazione di competenze, la calunnia,
la diffamazione, la frode, la mistificazione, le politiche fiscali, la
pedopornografia, la protezione della proprietà intellettuale (trademark
e copyright), la protezione del consumatore, la protezione della privacy
per le informazioni personali memorizzate nei registri del domain name
system (servizio WHOIS), il controllo sulle intercettazioni di traffico
e-mail, la conservazione dei dati, la comunicazione VoIP, la comunicazione
istantanea (IMS) ed altre modalità di comunicazione come il WiMAX,
lo spam, la sicurezza etc...
- Questi aspetti
riguardano il cosiddetto senso lato della governance di Internet, mentre
per senso stretto si intende la gestione degli indirizzi IP e del DNS,
dei Root Servers, degli standard tecnici, di nodi ed infrastrutture. Considerando
ambedue gli aspetti è evidente la vastità delle problematiche
coinvolte, e quindi la necessità di formare risorse umane in un
modo opportuno, per essere in grado di contribuire a questo processo complicato
ed impegnativo. NellIGF si è sottolineata limportanza di investire
sui giovani e di coinvolgerli in questo processo.
- È necessario
realizzare corsi Universitari ed avviare Progetti di ricerca sulla governance
di Internet. Un esempio significativo è l'iniziativa GIGANet [28]
(Global Internet Governance Academic Network), una comunità internazionale
di ricerca accademica che opera per
- supportare l'istituzione
di uno spazio globale per studenti specializzanti nelle tematiche della
Internet Governance;
- promuovere lo
sviluppo della Internet Governance come una materia interdisciplinare di
studio riconosciuta.
- attivare ricerca
avanzata, teorica ed applicata, sui temi della Internet Governance,
IL PROGRAMMA
DI RIO
- Lagenda del
Forum di Rio ha rispettato la struttura costituita dalle sessioni plenarie
e dai workshop come nel primo Forum di Atene, con la differenza che lo
spazio assegnato alle sessioni plenarie è stato diminuito per dare
spazio ad altre forme di incontro.
- Sono anche stati
previsti gli Open Forums per dare la possibilità alle organizzazioni
che si occupano di Internet Governance di presentare e discutere le loro
iniziative e politiche ed i Best Practice Forums per dare spazio alle
presentazioni e discussioni di specifiche politiche nazionali ed esperienze
di successo.
- Un'altra novità
del Forum di Rio è costituita dallintroduzione nel programma di
workshop regionali rivolti a specifiche comunità linguistiche. Qui
di seguito riportiamo un elenco dei temi che sono stati affrontati nelle
sessioni plenarie.
- Ad ogni sessione
dedichiamo poi un paragrafo con le sintesi delle idee e suggerimenti espressi
dagli intervenuti. I testi sono stati elaborati a partire dalla registrazione
delle sessioni che si sono tenute al Forum (vedi il sito http://www.intgovforum.org/).
SESSIONE
PLENARIA "INTERNET CRITICAL RESOURCES"
Gestione
dl DNS ed indirizzi IP; - Root Servers; Standard tecnici; - P2P ed Interconnessione;
- Infrastrutture, tecnologie convergenti e multilinguismo.
SESSIONE
PLENARIA "ACCESS"
- Speciali
problemi di connettività in Africa; - L'accesso nelle aree rurali;
- Costruzione di competenze e formazione sull'uso delle tecnologie; - Soluzioni
a basso costo; - Accesso e telefonia mobile, soluzioni wireless; Infrastruttura
internazionale, affidabilità, politiche e costi sulla connettività;
- Regolamentazione a livello locale, regionale e trans-frontaliero; - Impatto
economico dell'accesso; - Neutralità della Rete.
SESSIONE
PLENARIA "DIVERSITY"
- Creare
supporto e stimolare la domanda sulla realizzazione di contenuti locali.
Inclusi contenuti non commercialmente fattibili, supporti software e comunicazione
audio-visuale; - Il ruolo degli Standard Aperti nella promozione della
diversità; - Il coinvolgimento delle comunità linguistiche
nello sviluppo degli IDN; - Tecnologie, politiche e costruzione di capacità
per diminuire l'analfabetismo, contenuti accessibili da gruppi vulnerabili
della società incluse le persone anziane e le persone diversamente
abili; - Politiche pubbliche relative ai contenuti creati dagli utenti.
SESSIONE
PLENARIA "OPENNESS"
- Libertà
di espressione ed il ruolo dei governi nel proteggere tali libertà;
- La protezione della privacy e la sua relazione con la libertà
di espressione; - La relazione tra la regolamentazione nazionale della
libertà di espressione e il carattere transfrontaliero di Internet;
- La relazione tra il settore privato i diritti umani e la loro conformità
con le leggi nazionali; - Il bilanciamento tra i diritti dei cittadini,
e i diritti dei detentori di proprietà intellettuale; - Modelli
di business innovativi, realizzati grazie a Internet, inerenti i contenuti
digitali e loro applicazioni; - Open Source software, software proprietario
ed Open Standard; - La sfida dell'accesso all'informazione e alla conoscenza,
e le soluzioni per superarla; - Massimizzare l'accesso ai contenuti.
SESSIONE
PLENARIA "SECURITY"
- Sicurezza
di Stato, delle aziende ed individui; - Autenticazione e Identificazione;
- La sfida della privacy in un ambiente di sicurezza; - Questioni sulla
sicurezza inerenti la protezione dei minorenni.
SESSIONE
"EMERGING ISSUES"
- La
natura pervasiva di Internet nel contesto politico, economico e sociale.
SESSIONE
PLENARIA: INTERNET CRITICAL RESOURCES
Presidente
Plinio Aguiar ANATEL - Internet Steering Committee Brazil Moderatore Ulisse
Gosset, France
- L'assenza di
una discussione sulle risorse critiche di Internet durante l'IGF di Atene,
era stata fortemente criticata da esponenti di alcuni paesi in via di sviluppo
e da quelle organizzazioni che non condividono il modello ICANN, con il
risultato che a Rio è stata aggiunta questa tematica.
- Tuttavia, data
la complessità e molteplicità dei temi che sono propri della
gestione delle risorse tecniche della rete Internet, non è stato
possibile affrontarli tutti. La discussione ha toccato le problematiche
legate alla gestione ed amministrazione del DNS ed indirizzi IP, Root Servers,
Standard tecnici, P2P ed interconnessione, infrastrutture, tecnologie convergenti,
la transizione al multilinguismo e le questioni della evoluzione di ICANN.
- La sessione
è iniziata ponendo i seguenti quesiti:
- Quale sono le
sfide che ci dobbiamo aspettare nei prossimi anni?
- Quale il futuro
di ICANN? Quali sono gli sviluppi auspicati che ICANN deve raggiungere?
- Come avverrà
la transizione dal IPv4 al IPv6?
- Una delle questioni
poste sin dall'inizio della sessione è stata proprio la definizione
di risorsa critica. Vint Cerf (uno dei padri fondatori di Internet, oggi
Chief Internet Evangelist, Google) ha voluto mettere in evidenza che qualsiasi
risorsa necessaria per implementare Internet può diventare critica
in qualsiasi momento, ogni aspetto può diventare critico come, per
esempio, avere un gruppo di lavoro incaricato di gestire parti di Internet
o avere un processo aperto di definizione degli standard.
- Per esempio
anche lenergia elettrica potrebbe diventare un aspetto critico. Alain
Aina (Founder Member, AFNOG Africa Network Operators Group, Togo) ha concordato
con Vint Cerf invitando il Forum a parlare anche di queste criticità,
in quanto per l'Africa questioni come l'energia elettrica e la stessa infrastruttura
di Rete sono attualmente delle risorse critiche. Milton Mueller (Professor
and Director of the Telecommunications Network Management Program, Syracuse
University, Syracuse N.Y.) ha concordando sull'aspetto critico che coinvolge
tutte le risorse come la elettricità e le infrastrutture di comunicazione,
ma ha distinto tali aspetti sulla base dell'approccio che necessitano:
i problemi di energia elettrica sono di livello locale o regionale mentre
le questioni infrastrutturali inerenti la gestione dei domini ed indirizzi
IP e le politiche sui Root Servers, necessitano di un coordinamento internazionale.
- Dalle prime
battute al forum risulta evidente che le problematiche della Internet Governance,
causa la loro molteplicità e complessità, non sono ugualmente
affrontate. Le criticità di Internet variano a secondo della regione
o paese interessato, o a seconda dei punti di vista di ciascun attore.
Lesley Cowley (CEO NOMINET, UK) ha spiegato che in Inghilterra non esiste
una regolamentazione o legislazione sul settore dellInternet, il tutto
è affidato allautoregolamentazione del settore privato, e alla
collaborazione sotto il principio multi-stakeholder.
- Ha poi affermato
che c'è molto ancora da fare per favorire una partecipazione delle
strutture regionali nell'ambito ICANN; ha chiarito che in Inghilterra le
risorse critiche della Rete non costituiscono un argomento particolarmente
interessante per gli utenti, i quali sono interessati per lo più
alla questione sicurezza. Importante, ha continuato la Lesley, è
la evoluzione della internazionalizzazione della gestione del sistema di
indirizzi della rete Internet, oggi ancora supervisionato dal governo degli
USA (enhanced cooperation).
- Per lei non
sono necessarie nuove strutture in sostituzione di ICANN. Milton Mueller,
al contrario, ha invitato a riflettere sull'importanza delle discussioni
sulle risorse critiche, auspicando condivise politiche pubbliche intraprese
globalmente. Ha aggiunto che si possono sviluppare nuove istituzioni di
carattere privato e pluralistico, e che vi è la necessità
di definire ed implementare in modo effettivo il ruolo dei governi. L'aspetto
della convergenza e ricostruzione istituzionale è stato affrontato
in modo particolare, Mueller vede un processo darwiniano ove le vecchie
istituzioni di gestione della Rete saranno sostituite da nuove. Vint Cerf
non ha concordato con il parere di Mueller.
- Per Vint la
convergenza non significa necessariamente la fine delle vecchie strutture,
ad esempio ha citato la convergenza della TV ed Internet: l'imperativo
darwiniano richiamato da Mueller potrebbe essere applicato alla convergenza
delle tecnologie che può portare a meccanismi completamente nuovi.
Vint ha chiarito che non ritiene necessario far migrare la struttura di
gestione delle risorse critiche della Rete sotto la diretta influenza delle
Nazioni Unite, in quanto ICANN in soli 8 anni ha realizzato una struttura
stabile che merita certamente di evolversi e svilupparsi.
- Per Vint il
valore importante del contributo delle Nazioni Unite rimane quello di favorire
un dialogo globale attraverso il processo dellIGF. Lesley Cowley e Raul
Echeberria (CEO LACNIC) concordano sul fatto che non sia necessario cambiare
le strutture esistenti, ma rinforzarle, implementando la partecipazione,
il dialogo ed il coordinamento. Bernard de la Chapelle (Francia Ministero
degli Esteri) non vede una convergenza di istituzioni ma una convergenza
nelle metodologie. Il protocollo IP ci ha insegnato trasformando ogni tipo
di attività TV, telefono, etc.; IP è un protocollo multi-stakeholder
e esiste un principio multi-stakeholder che lega ogni tipo di attività
a Internet. ICANN ed IGF, ha affermato, costituiscono degli esperimenti
ove il principio del equal footing rappresenta il risultato più
produttivo del processo WSIS.
- Vint Cerf ha
voluto sottolineare, sin dal principio della sessione, che ICANN è
nata come una struttura multistakeholders e che sta sviluppando meccanismi
per coinvolgere tutti gli interessati a partecipare nel processo regolatorio
e decisionale della gestione del DNS. Precisa che uno dei componenti più
importanti di ICANN è il GAC [29] (Governmental Advisory
Committee) ed auspica una maggiore partecipazione da parte dei governi
in modo che le politiche pubbliche siano indirizzate in modo adeguato;
in secondo luogo ha messo in rilevanza il processo di ristrutturazione
della At-Large Advisory Committee, che ha il compito di coinvolgere la
società civile nella discussione inerente la gestione del DNS. Lesley
Cowley su ICANN ha specificato che c'è ancora molto da fare per
quello che riguarda le responsabilità verso i propri referenti,
specialmente ora che ICANN si muove verso la sua indipendenza dalla supervisione
del governo USA.
- Una delle questioni
poste è stata come prevenire i conflitti relativi ai marchi registrati,
dato che WIPO [30] opera solo in seguito alla violazione del diritto.
Vint Cerf ha risposto che questa è una tematica che sta acquistando
sempre maggiore interesse in prospettiva della diffusione degli IDN ed
ha invitato i partecipanti al Forum alla lettura delle nuove politiche
inerenti i nomi di dominio di carattere generale [31]. Lesley Cowley,
riconoscendo l'importanza del problema, ha risposto che NOMINET - il gestore
dei nomi a dominio del ccTLD .UK - ha avuto controversie inerenti solo
il 0,01% dei domini registrati su 6.4 milioni di nomi registrati totalmente,
e che la maggior parte di questi non riguardano casi sui marchi registrati;
pertanto la Cowley ritiene che queste questioni dei marchi debbano essere
affrontate a livello nazionale e non globalmente. Milton Mueller ha poi
messo in questione la sicurezza e la proprietà dei root server.
- Carlos Afonso
(Planning Director RITS Information Network for the Third Sector, Rio
de Janeiro) ha affermato che il nocciolo del problema non riguarda esclusivamente
il controllo governativo dei root server file, e ha descritto un senario
futuro. Dati gli aspetti di stabilità e sicurezza che ICANN garantisce
in quanto il tutto funziona, non è necessaria una nuova struttura
ma, al più presto, la revisione delle procedure di indipendenza
dal governo americano. Le procedure decisionali potrebbero essere affidate
al GNSO [32] ed al ccNSO [33], trasformandole in due strutture
istituzionali indipendenti.
- La NRO [34]
dovrebbe assumere i compiti di IANA [35]. Per cui, per Carlos, ICANN
diventerebbe l'organizzazione coordinatrice di tutte queste strutture.
Vint Cerf ha specificato che il processo decisionale in ICANN è
largamente strutturato dal basso verso l'alto; ICANN non entra nella proposta
di nuovi nomi di dominio e il governo americano non ha mai rigettato alcuna
raccomandazione di ICANN. Il GAC, ha continuato Vint, esiste proprio per
gestire gli aspetti delle politiche pubbliche inerenti le operazioni di
ICANN. Milton Mueller sostiene che il GAC è un modello sbagliato
in quanto i governi dovrebbero stare fuori da ICANN agendo dallesterno
come controllori per bilanciare gli interessi. Portare i governi dentro
ICANN riprodurrebbe tutti i conflitti geopolitici esistenti.
- Mueller ha sostenuto
che i governi hanno, di fatto, un enorme potere informale in grado di pilotare
Il processo decisionale di ICANN. Robert Kahn (uno dei padri fondatori
di Internet, oggi Presidente della Corporation for National Research Initiatives,
Virginia USA) ha sostenuto che, insieme a Vint Cerf, ha lavorato per 20
anni per mantenere il governo americano lontano dalla gestione di Internet,
e che Internet funziona per opera del settore privato e la collaborazione
complessiva di tutte le parti coinvolte. Si è poi meravigliato del
tempo speso a discutere sulla tematica di ICANN, quando ICANN è
uno dei tanti processi presenti in Internet dei quali si auspica un'evoluzione.
L'aspetto veramente critico della rete Internet è rappresentato
dagli indirizzi IP che consentono il traffico dei dati; meno critico il
DNS che rappresenta solo una convenzione adottata per facilitare, in modo
semantico, l'utilizzo dei numeri IP, difficili da ricordarsi.
- Come esempio
di altro processo simile ha citato il Digital Object Identifier e la relativa
fondazione DOI (http://www.doi.org/), che gestisce un sistema per le case
editrici con milioni di nomi DOI registrati dalle diverse Registration
Agencies, che sono state attivate nei vari paesi del mondo. DOI svolge
una funzione simile ad ICANN. Khan ha quindi voluto affermare che esistono
soluzioni tecnologiche alternative - come lo HANDLE System (http://www.handle.net/),
con il quale DOI mantiene circa 30 milioni di oggetti - gestiti in modo
completamente autonomo ed indipendente dal DNS e da ICANN. Ha concluso
il suo discorso affermando che il futuro reale di Internet sarà
determinato dalla capacità di innovarsi; il DOI ne è un esempio.
- Un'altra questione
che si è discussa durante la sessione ha riguardato lurgenza della
migrazione verso il protocollo IPv6. Vint Cerf ha avvertito che entro il
2010 si prevede l'esaurimento dei blocchi degli indirizzi IPv4. Vint ha
sottolineato l'importanza della migrazione verso l'IPv6 ed invitato i governi
allo sviluppo di politiche che incoraggino la sua realizzazione. Per Vint
la condizione necessaria per accelerare l'adozione dell'IPv6 è che
si crei la domanda, per cui è molto importante porre agli Internet
Service Provider i seguenti quesiti: ho bisogno di erogare i miei contenuti
su Ipv6, che cosa potete fare per me? che genere di accesso potete fornirmi?
qual è l'audience che potrei avere? come posso accedere al resto
di Internet?
- Per Vint Cerf
è molto importante persuadere gli ISP secondo il concetto: Cè
bisogno di IPv6 ora come di IPv4. Per Milton Mueller è allarmante
l'incompatibilità tra i due protocolli e gli alti costi della transizione;
è questo uno dei problemi delle risorse critiche che implicano politiche
pubbliche globali.
- Un altro problema
da risolvere è quello della cessione dei domini da parte di chi
non ne ha più bisogno: occorre individuare meccanismi che regolino
queste posizioni. Un'altra questione che si è discussa, ma con una
minore intensità rispetto a quanto avvenne al precedente forum di
Atene, ha interessato i nomi di dominio internazionalizzati. Vint Cerf
ha dichiarato che ci sono stati sviluppi significativi durante le sperimentazione
dell'uso di caratteri latini, e che verso la metà dell'anno 2008
sarà avviata la fase di richiesta di proposte da parte di ICANN.
Sulla questione del coordinamento tecnico e la gestione del sistema di
indirizzamento di Internet Milton Mueller ha avvertito che gli IDN comporteranno
ulteriori interventi sulla gestione globale dei contenuti on line. Recentemente
(febbraio 2008) Mueller è ritornato sullargomento [36] nel
documento sottoposto al DoC (Dipartimento del Commercio USA) e preparato
dallInternet Governance Project [37] per commentare la revisione
a medio termine dellfaccordo fra ICANN e il DoC stesso.
- Una delle questioni
importanti affrontate sin dall'inizio della sessione ha riguardato la creazione
di competenze; in merito Vint Cerf ha chiarito che questo e un aspetto
fondamentale necessario per promuovere politiche innovative sull'accesso,
per aumentare la diffusione della Rete ed il suo uso ai prossimi nuovi
utenti. Alain Aina ha messo in evidenza l'operato di Afrinic che ha consentito
la diffusione di Internet in Africa attraverso un modello di coinvolgimento
graduale dei governi, di sensibilizzazione della societa civile e di addestramento
alla gestione e alla governance delle risorse critiche della Rete.
- Peter Dengate
Thrush, neoeletto Chairman del Board di ICANN, ha affermato che la nuova
gleadershiph di ICANN conferma lfapertura al dialogo e sostiene con
continuita rispetto al passato un processo guidato dal settore privato,
auto regolamentato, secondo il principio bottom up. Ritenendo molto importante
il contributo governativo, l'intenzione e di rafforzare il processo del
GAC dentro ICANN. Tutte le istituzioni di ICANN sono costruite dal basso;
finche i governi del mondo continueranno a far parte del GAC si agira in
modo che tale modello funzioni. Per quello che riguarda la convergenza
con ITU [38], Thrush, chairman del Board di ICANN, ha dichiarato
l'intenzione di collaborare strettamente anche con tutte le organizzazioni
coinvolte nell'arena di Internet.
- Per quello che
riguarda il multilinguismo, Thrush ha detto che ICANN e estremamente favorevole
e che allfultima riunione di Los Angeles in molti hanno avuto l'opportunita
di parlare nella propria lingua. Juan Ferna.ndez Gonza.lez (MIC, Cuba)
ha voluto chiarire che non tutto in Internet procede nel modo auspicato,
in quanto in pratica Internet ricalca la nostra societa, ove i poveri nel
mondo sono anche poveri nell'accesso in Rete; i costi dell'accesso si sono
evoluti secondo un modello non egualitario, i paesi poveri devono sostenere
gli alti costi di connessione. Proprio per questo e necessario un intervento
pubblico ed una strategia di sviluppo.
- Quale è
il miglior modo per ottenere innovazione in Internet? Per Robert Kahn non
esiste un unico modello che può fornire una soluzione a tutti i
problemi ma è certo che ogni sistema che necessita decisioni deve
avere meccanismi chiari che consentono la loro formulazione. Il modello
ICANN, allo stato attuale delle cose, non soddisfa pienamente lo spirito
democratico secondo il quale dovrebbe operare, ma è chiaro a tutti
che si tratta di un esperimento avviato con successo e che merita essere
sviluppato fino a farlo diventare un modello ideale di collaborazione internazionale.
Dopo Rio, sulla problematica delle risorse critiche di Internet, ISOC ITALIA
ha partecipato alla richiesta di commenti del governo americano sulla revisione
a medio termine del Joint Project Agreement tra ICANN e il DoC con un documento
a cura di Stefano Trumpy - che è stato pubblicato il 07 febbraio
2008 nel quale si esprime un parere positivo sullo svolgimento delle attività
di ICANN e si appoggia la richiesta di interruzione del JPA.
- Sullo stesso
argomento riportiamo una comunicazioni al Forum di ISOC ITALIA. «Non
mi sorprende che ci sia una certa riluttanza a rispondere alle dettagliatissime
10 domande del Dipartimento del Commercio USA; quelle domande richiedono
in effetti una conoscenza della realtà di ICANN di un certo dettaglio.
Ai meeting di ICANN che sono frequentati da una media di circa 800 persone,
le presenze italiane si contano in genere sulle dita di una mano ed al
più è necessaria la seconda. Allora, anziché aspettare
vostri input, vi riassumo qui il mio parere per sommi capi. ICANN fu concepita
nel 98 e cominciò a funzionare nellanno successivo; il principio
era di passare al settore privato la gestione del nocciolo (core) di Internet
e cioè il sistema di indirizzamento di Internet che mantiene la
unicità della rete di reti. Il governo USA non controllava direttamente
il servizio IANA prima di ICANN ma comunque lo finanziava e lo monitorava
dato che tra i domini di tipo generale esistenti ci stanno il .gov, .mil,
.edu che sono ancora di interesse esclusivo del governo USA. Quello che
si intendeva raggiungere era quindi:
- un sistema
di gestione degli indirizzi autofinanziato; una gestione con criteri
internazional;
- una organizzazione
con base in California, dove operava IANA, gestita dal settore privato
ma con una partecipazione governativa attraverso il GAC;
- mantenere
una supervisione del governo USA solo in via temporanea e poi staccare
la spina.
Lultimo punto
della lista di sopra è quello sul quale si sono levate critiche
ed acceso linteresse di vari governi di entrare a controllare lInternet.
In sostanza il problema vero era ed è quello di liberarsi di un
solo governo mentre un certo numero di stati, sopratutto paesi in via di
sviluppo ma non solo, puntavano a porre lInternet sotto il controllo di
una moltitudine di stati, per esempio sotto le Nazioni Unite ed ITU in
particolare. Le dispute su questo aspetto si sono accentuate in occasione
dei WSIS (World Summit on Information Society); in sostanza cè
un pensiero prevalente nei paesi sviluppati, e non solo, che rifiuta lipotesi
ITU ma il fuoco continua ad essere acceso sotto la cenere. Nel 2006 il
governo USA ha stipulato un legame con ICANN molto più soft dei
precedenti ed ha accentuato la direzione del disimpegno. Il Dipartimento
del Commercio USA, attraverso NTIA imposta una azione di trasparenza notevole
facendo una consultazione pubblica su quanto ICANN sta andando nella direzione
giusta per assicurare una continuazione e stabilità del sistema
di indirizzi di Internet. Il tutto è legato allo sviluppo degli
standard su tutti gli aspetti tecnici di Internet prodotti dallo IETF (Internet
Engineering Task Force) e dagli sviluppi tecnologici prodotti dal mercato.
Vi posso assicurare che il nostro governo è favorevole al modello
ICANN ed allavanzamento del processo di internazionalizzazione della gestione
del DNS con criteri privatistici; i governi dovrebbero intervenire soltanto
se il settore privato dimostrasse di non essere in grado di assicurare
la continuità e lo sviluppo ordinato della Rete. La notizia dellultimo
momento è che Board di ICANN due giorni fa ha inviato il proprio
contributo alla consultazione pubblica ed ha in pratica sostenuto che tutti
gli obbiettivi richiesti dal JPA sono stati raggiunti in modo più
che soddisfacente e quindi si suggerisce al governo USA di anticipare il
termine previsto di durata del JPA, facendolo terminare in occasione del
mid term review del prossimo marzo. Viene detto anche espressamente che
le relazioni con i governi verranno tenute attraverso il GAC (Governmental
Advisory Committee) ed il governo USA da qui in avanti sarà uno
dei partecipanti al GAC. Questo fatto realizzerebbe in sostanza uno dei
principali punti sostenuti durante il WSIS dove è stato ripetuto
più volte che i governi dovrebbero partecipare alla gestione del
DNS on equal footing e cioè su base paritaria. Come membro del
GAC per lItalia vi confesso che questa uscita mi ha sorpreso in modo positivo
ed il GAC certamente la appoggerà. Sulla home page di ICANN (www.icann.org)
si trovano lannuncio della risposta di ICANN ed i documenti allegati.
Il più interessante è la lettera inviata da Dengate Thrush
(Chairman del Board di ICANN) a Suzanne Sene che è la rappresentante
di NTIA/DoC ed anche membro del GAC. Laltro allegato contiene una dettagliatissima
risposta ai 10 punti previsti nel JPA. Non ritengo qui di andare nel dettaglio
delle risposte ai 10 punti ed esprimo solo le seguenti osservazioni di
natura generale: - La internazionalizzazione della gestione del DNS e sistema
dei root server non può che essere un processo che durerà
nel tempo; - ICANN certamente non è perfetta ma ha compiuto passi
molto significativi nella direzione auspicata; solo per fare un esempio,
la sicurezza e stabilità del sistema è un aspetto che sarà
sempre suscettibile di miglioramenti e così per quanto riguarda
la trasparenza, il coinvolgimento dei vari attori interessati, etc. - Anche
il profilo organizzativo della corporation dovrebbe evolvere e assumere
carattere di ente privato internazionale, non più soggetto alle
leggi dello stato della California; - Il modello di finanziamento e la
dipendenza da alcuni grossi provider dovrebbe essere rivisto e diventare
più maturo; su questo punto ed il precedente cè uno specifico
comitato del Presidente che sta studiando le soluzioni più appropriate.
In sostanza, vista la uscita recente del Board di ICANN, il nostro parere,
a mio avviso, dovrebbe essere positivo sul modello ICANN e sugli obiettivi
raggiunti sin qui, in modo da incoraggiare il termine del JPA. In aggiunta
si potrebbero esprimere alcuni suggerimenti su come ICANN dovrebbe progredire,
una volta esaurito il monitoraggio da parte del governo USA.»
[Stefano Trumpy, Gennaio 2008].
SESSIONE
PLENARIA: ACCESS
Presidente
Helio Costa (Ministro delle Comunicazioni del Brasile) Moderatore Richard
Sambrook (Direttore Global News Division della BBC)
- La sessione
ha affrontato il tema dell'accesso in Rete del prossimo miliardo di persone
e l'accesso nelle aree svantaggiate del pianeta, ove non esiste un mercato
in grado di sollecitare investimenti, in particolare nel settore delle
comunicazioni. La tematica dell'accesso non riguarda solo l'accesso alla
Rete ma anche l'accesso ai contenuti ed ai servizi. La dimensione quantitativa
dell'accesso è stato al centro della discussione e sono state presentate
alcune esperienze che hanno consentito la diminuzione del divario digitale
nel mondo.
- Molto significativa
è l'esperienza indiana ove è prevista la partenza di 1.000.000
di punti di accesso ad Internet in 600.000 villaggi, progetto che si prevede
realizzato nel giro di due tre anni, già per i primi 200.000 villaggi.
Anche in questo caso è stato determinante lapproccio multi-stakeholder
consolidato dalla partnership tra il governo, la società civile
e il settore privato.
- La sessione
è stata inaugurata dal Ministro Helio Costa, il quale ha messo in
evidenza che l'Internet Governance Forum è un forum singolare in
quanto è effettivamente aperto a tutti, in cui nessuna organizzazione,
individuo o stato ha una maggiore importanza rispetto agli altri, e non
poteva essere diversamente in quanto la cooperazione e la partecipazione
costituiscono le migliori qualità dell'universo di Internet.
- Il Ministro,
continuando il suo discorso, ha sostenuto che alcuni passi si sono fatti
ma per la democrazia cè bisogno di molto lavoro ancora; anche se
sono stati fatti sforzi significativi, il divario digitale persisterà
tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, tra ricchi e poveri.
Ha invitato tutti a parlare sulle ineguaglianze dell'accesso, considerando
non solo l'accesso ad Internet ma anche l'accesso alle informazioni ed
alle comunicazioni, inclusi giornali radio e telefono, da parte di certe
classi sociali e regioni del mondo.
- Ha proposto
tra i temi da analizzare anche lo sviluppo dell'infrastruttura delle comunicazioni,
ove la responsabilità è del settore privato, per cui è
necessario instaurare un ambiente di competitività equo, che consenta
l'inclusione di più persone. Un'altra questione che ha messo in
discussione il Ministro è relativa gli alti costi della connettività
internazionale. Come esempio cita la città di Johannesburg ove la
realizzazione di un IXP [39] consentirebbe il risparmio di 2.5 milioni
di dollari, secondo un report dell'ITU.
- Ha anche sostenuto
l'importanza della diversità della tecnologia e dei contenuti, che
consentiranno l'abbassamento dei costi globali. Concludendo il suo discorso
ha rimarcato che limportanza del processo dell'IGF è linclusione
di tutti coloro che credono in Internet come bene comune.
- Mike Jensen
(Sud Africa) ha evidenziato cinque questioni chiave da prendere in considerazione:
- 1. Maggiore
innovazione e competizione nel settore Telecom;
- 2. Maggiore
diffusione della fibra ottica a livello nazionale ed internazionale;
- 3. Maggiore
sforzo dei governi nazionali per stimolare la domanda, tramite la realizzazioni
di servizi locali;
- 4. Incrementare
la disponibilità della rete elettrica;
- 5. Creare indicatori
di sviluppo.
- Jensen ha poi
spiegato che nei paesi in via di sviluppo esistono forti monopoli in punti
chiave del mercato come nel settore della telefonia mobile e della connettività
internazionale; perciò risulta necessaria una regolamentazione che
stimoli la competizione. Ha sottolineato che nel settore mobile - che
sta diventando sempre più importante per la connettività
ad Internet - l'interconnessione e portabilità sono fattori determinanti
dei costi.
- Per quello che
riguarda la connettività internazionale, è necessario svincolarsi
dalle soluzioni satellitari molto costose e favorire l'espansione della
fibra ottica, facendo attenzione a non trattare ugualmente i backbone con
i servizi di connettività locale, in quanto i backbone sono un bene
pubblico alla stesso modo delle infrastrutture stradali. Roque Gagliano
(ANTEL, Uruguay) ha parlato di IXP e degli alti costi di connettività
internazionale per i paesi in via di sviluppo.
- Per esempio
la zona latino americana dei Caraibi accede ad Internet principalmente
tramite gli Stati Uniti (Miami) sostenendo il 100% dei costi della connessione
internazionale. Gli IXP non solo consentono la riduzione dei costi, ma
costituiscono un mercato ove la domanda e lofferta di servizi si incontrano.
Valerie D'Costa (InfoDev, World Bank), considerando la vastità dell'argomento
Access, ha auspicato la partecipazione all'IGF di tutti coloro che sono
coinvolti nella scienza e tecnologia, sanità, educazione, e nei
governi. Per Valerie è molto importante comprendere le esigenze
del previsto prossimo miliardo di utenti, e favorire soluzioni innovative
di telefonia mobile e wireless, e prestare da subito l'attenzione alle
interfacce utente.
- Sylvia Cadena
(wilac.net, Colombia) ha proposto politiche per il wireless:
- 1. Diminuzione
dei costi della Certificazione;
- 2. Integrazione
culturale regionale;
- 3. Parificazione
delle comunità rurali con le altre aree del territorio;
- 4. Servizi che
soddisfino una maggiore domanda. Mouhamet Diop (NEXT SA), consulente privato
che lavora per aiutare lo sviluppo di Internet in Senegal e in Africa,
ha focalizzato il suo discorso sulle infrastrutture e sull'accesso alle
infrastrutture, specificando che quando si parla di accesso non si deve
intendere solo la connettività ma anche gli strumenti e l'adeguatezza
delle interfacce utente.
- L'Africa ha
solo il 2% di utenti Internet rispetto alla popolazione mondiale, per cui
è necessario che sia implementata l'infrastruttura backbone per
diminuire i costi, dovuti principalmente al fatto che i 50 stati africani
agiscono individualmente senza una logica regionale.
- Alla conclusione
del suo discorso ha messo in discussione la necessità di finanziamenti,
aspetto di responsabilità anche della comunità internazionale.
Jacquelynn Ruff (Vice Presidente dellInternational Public Policy and Regulatory
Affairs, Verizon, Washington D.C. ) ha detto che la larghezza di banda
nell'ultimo anno è aumentata del 70% e che il 68% degli operatori
backbone hanno sviluppato le loro reti. Il Sud America ha avuto la maggiore
crescita rispetto alle altre regioni con un fattore di crescita del 73%.
Nell'ultimo quadrimestre dell'anno la maggiore crescita in larghezza di
banda è avvenuta in paesi come l'Indonesia, Vietnam e Filippine.
Anita Gurumurthy (Direttore esecutivo, IT for Change, Bangalore) ha messo
in evidenza l'aspetto del servizio Internet come bene pubblico, ricordando
che il Consiglio d'Europa ha pubblicato un documento [40] specifico
per riconoscere la connettività alla Rete come un servizio universale.
- La scelta delle
tecnologie ha indubbiamente un valore strategico, e la via della telefonia
mobile come veicolo della rete Internet non è condivisa da tutti,
a causa dei costi, della qualità del servizio non ancora ottimale,
dei monopoli che si potrebbero creare e per l'assenza di contenuti disponibili
su formato mobile.
- La via della
connettività satellitare è molto discussa, anche se i costi
di messa in orbita di un satellite sono notevolmente diminuiti durante
gli ultimi anni, ancora il rapporto complessivo costi qualità risulta
certamente poco conveniente. Esperimenti di utilizzo della rete elettrica,
come canale di trasmissione per Internet, sono in atto nell'America centrale,
ed anche la Russia ha fatto passi significativi in questo campo. Si stanno
anche sviluppando soluzioni tecnologiche alternative nel campo del wireless,
per cui emerge come il concetto della neutralità delle tecnologie
debba essere costantemente tenuto presente. Rajesh Bansal (Nokia Siemens
Networks) ha messo in evidenza che, nei paesi in via di sviluppo, gli individui
hanno a disposizione solo 2$ al mese da investire in ICT, perché
le loro priorità sono il cibo e le medicine: non si può parlare
di Società dell'Informazione senza considerare nel complesso anche
questi aspetti.
- Vint Cerf ha
posto il problema delle piccole comunità, ove la competitività
e le competenze sono limitate: la cooperazione regionale diventa la via
per la diminuzione dei costi, in particolar modo per la istruzione di personale
tecnico.
- Il Ministro
Helio Costa, nel suo discorso conclusivo, ha citato l'esperienza brasiliana
del progetto PC connected to PC ove il governo ha co-finanziato la realizzazione
di 1.5 milioni di computer a basso costo, che hanno consentito la diminuzione
del digital divide.
- Ha messo in
evidenza che Internet non è proprietà di nessuno, ma appartiene
a tutte le persone del mondo. Concludendo, ha affermato la necessità
dell'intervento governativo per correggere le distorsioni imposte dal mercato.
In definitiva la sessione ha messo in rilievo l'aspetto cruciale del divario
digitale, ossia la collaborazione tra le parti e la competitività
come prerogativa di ogni azione di successo, da cui emerge la necessità
di trovare modelli innovativi di collaborazione tra pubblico e privato
e di espandere la collaborazione regionale, secondo uno sviluppo sostenibile.
- Il problema
dell'accesso non riguarda esclusivamente i paesi in via di sviluppo. Segnaliamo
che in Italia, in particolare in Toscana una delle regioni che per prima
si è impegnata nello Sviluppo della Società dellInformazione
- ancora 110 comuni non hanno accesso alla banda larga; circa 400.000 abitanti
e 30.000 imprese non possono usufruire di servizi Internet e questo determina
un vero e proprio divario digitale, in cui il 17.9% della popolazione viene
escluso dalla Società dell'Informazione.
- La Regione Toscana
con la Legge [41] Regionale 1/2004 ha riconosciuto un nuovo diritto
di cittadinanza dei toscani, promuovendo la diffusione della cultura della
Società dell'Informazione e dei suoi principi e strumenti, compreso
il software libero.
- Per combattere
il divario digitale in aree ove il settore privato non ha interesse economico
ad operare, la Regione Toscana ha realizzato un progetto [42], approvato
dalla Commissione Europea, finalizzato ad incentivare i fornitori di servizi
ad offrire la banda larga nelle aree rurali della regione. Il progetto
ha rispettato il principio della neutralità tecnologica dell'intervento,
suddividendo la tipologia dell'intervento sulla base delle:
- aree in cui
è possibile lequilibrio tra costi e ricavi ma in un arco temporale
ritenuto eccessivo dalloperatore;
- aree per le
quali i ricavi attesi non sono in grado di coprire la manutenzione dellinfrastruttura,
né gli investimenti annui connessi al costo dell'infrastruttura;
- aree nelle
quali i ricavi attesi non sono in grado di coprire la manutenzione dellinfrastruttura
stessa.
- Il co-finanziamento
[43] previsto coprirà al massimo l80% del costo totale del
progetto. Il progetto Banda larga nelle aree rurali della Toscana, realizzato
sul modello scozzese, dovrebbe riuscire a colmare notevolmente il divario
digitale presente in Toscana entro il 2010.
SESSIONE
PLENARIA: DIVERSITY
- Presidente Gilberto
Gil (Ministro della Cultura del Brasile) Moderatore: Chris Disspain (auDA
Australia) Gilberto Gil ha inaugurato la sessione affermando che tutti
devono essere in grado di usare le tecnologie per affermare la loro esistenza
e custodire i loro valori.
- Ha analizzato
la fluidità di questo mondo, sostenendo che la nostra sensazione
sulla proprietà deve essere adattata alle nuove circostanze e che
l'unico modo per risolvere il conflitto tra l'economia e la libertà
sia quello di dare ai consumatori la massima libertà economica,
con lobiettivo che essi sviluppino un sistema di interscambio equo; per
il Ministro la dimensione etica e la giustizia possono essere imposti solo
da coloro che sanno controllare loro stessi e le loro azioni.
- Continuando
il suo discorso ha precisato che è necessario intraprendere soluzioni
ed adottare procedure, piuttosto che parlarne. Ha lodato la Carta sulla
Diversità Culturale [44] che ha prodotto l'UNESCO ed è
stata firmata da più di 150 paesi del mondo, la quale stabilisce
un nuovo protocollo sulla vita culturale delle società e nazioni.
Ha anche affermato che Internet richiede la modernizzazione della politica;
la Rete infatti sta contribuendo alla ridefinizione del ruolo dei mercati
e della società civile e accelerando il processo di comprensione
delle esigenze della società.
- Daniel Pimienta
(Direttore FUNREDES, Santo Domingo) propone di affrontare la questione
sotto un'ottica olistica dato che la partecipazione alla Società
dell'Informazione presuppone individui informati, di formazione effettiva,
presuppone la diffusione della cultura della Rete e la capacità
di trasformazione delle informazioni in conoscenza e decisioni. Non è
solo una questione di IDN; per esempio, Daniel afferma che non esiste la
neutralità delle tecnologie quando si parla di cultura; le interfacce
utente dipendono dalla cultura di chi la crea. Delle quarantamila lingue
che si sono sviluppate nel corso dei secoli nel nostro pianeta, solo sei-nove
mila esistono ancora, e di queste solo cinquecento sono presenti nel mondo
digitale, delle quali meno di cinquanta coprono il 99% dei contenuti in
rete. Ha concluso il suo discorso affermando che, se Internet è
realmente per tutti, è nostra la responsabilità di sostenere
le diversità, dando al problema la priorità ed attenzione
che merita. Adama Samassekou (African Academy of Languages, Mali) ha specificato
che, quando si parla di diversità, si deve intendere la diversità
culturale e linguistica ed ha paragonato la diversità linguistica
nella società umana alla biodiversità nella natura.
- La diversità
che stiamo praticando è il migliore strumento per il dialogo tra
culture e lingue, e la diversità culturale dà, ad ogni individuo
e società, le fondamenta dei diritti umani. Samassekou ha affermato
che l'Africa è il continente per eccellenza privo di questi diritti,
per esempio, ha citato i ragazzi africani i quali a scuola sono costretti
ad adoperare una lingua diversa da quella che usano in famiglia, per cui
non hanno il diritto di formazione nella loro lingua.
- Ha citato l'iniziativa
dell'Unione Africana: l'Accademia Africana delle Lingue, la quale è
l'unica iniziativa che si occupa di questa tematica. Un'altra iniziativa
citata è quella della Rete per la promozione della diversità
linguistica MAAYA. Ha anche dichiarato la necessità del coordinamento
dei gruppi di lavoro sulla diversità linguistica. David Dzumba (Nokia,
USA) ha affermato l'importanza del rispetto degli standards sull'accessibilità,
l'importanza della formazione degli utenti, le partnership tra produttori
di tecnologie, operatori, ONG e governi, ed il concetto dell'approccio
globale dell'accessibilità.
- Dammi Appasamy
(SIFY Ltd, India) ha sottolineato la importanza di coinvolgere il prossimo
miliardo di utenti in rete, offrendo loro un contesto economico, culturale
e sociale di contenuti nella loro propria lingua, in modo che la Rete rifletta
le diversità del genere umano. Ha anche messo in rilevanza l'aspetto
incisivo di Internet nel modificare ed allargare le culture. Lesempio
portato allattenzione del pubblico del Forum è stato quello della
tradizione indiana delle caste, per la quale, in virtù del principio
della loro sopravvivenza, il matrimonio è concesso solo ad individui
appartenenti alla stessa casta. Nellera di Internet in India si è
iniziato a celebrare matrimoni tra persone provenienti da diverse caste,
modificando questa rigida ed antica tradizione culturale.
- Monthian Buntan
(Direttore Esecutivo, Thailand Association of the Blind, Bangkok) - dalla
prospettiva delle persone diversamente abili - ha detto che per loro la
diversità è misurata per lo più dal grado di accessibilità,
che deve essere realizzato secondo una prospettiva di disegno universale
e tecnologie in grado di assistere le persone. Il grado di accessibilità
determina l'effettiva partecipazione degli individui. Ha anche parlato
dell'importanza di standardizzare i sistemi di accesso alle risorse multimediali.
La sessione ha affrontato anche la tematica dei nomi a dominio internazionalizzati
(IDN).
- Per Tatiana
Ershova (Direttore Generale Instritute Information Society, Russia) sono
importanti
- 1. la diversità
dei media,
- 2. la diversità
degli stakeholder,
- 3. la diversità
organizzativa.
- Ha riconosciuto
l'importanza degli IDN e sottolineato la posizione del governo della Russia,
il quale raccomanda l'adozione di una procedura amministrativa semplificata
in grado di accelerare l'adozione degli alfabeti nazionali nei ccTLD. Patrik
Fälström (CISCO System USA) ha avvertito che l'adozione degli
IDN sarà un passo che potrà inizialmente presentare problemi
tecnici ed operativi; nell'invio di e-mail un utente potrà trovare
difficoltà se il client non supporterà ancora il nuovo standard
o potrà avere problemi di incompatibilità con la propria
rubrica.
- Altro aspetto
è il problema del side of the bus, ossia il fatto che le rappresentazioni
UNICODE di due parole diverse di differenti linguaggi possano avere la
stessa codifica; va infatti ricordato che la rappresentazione in UNICODE
è stata creata alfabeto per alfabeto quindi succede che alcuni caratteri
del Latino, del Greco o del Cirillico sono uguali ma hanno diversa rappresentazione.
Patrik Fälström ha concluso invitando tutti a visitare il sito
http://idn.icann.org per partecipare alla sperimentazione che ICANN sta
coordinando.
- Ha anche citato
Wikipedia come uno dei progetti di maggiore successo per quello che riguarda
la produzione di contenuti locali, ed ha auspicato che gli insegnanti della
scuole sollecitino gli studenti a scrivere articoli su Wikipedia. Ben Petrazzini
(Direttore dellInstitute for Connectivity in the Americas, Montevideo
e Senior Program Specialist dellInternational Development Research Center
- IDRC) ha proposto lo sviluppo di un compendio globale sull'utilizzo delle
risorse linguistiche per le lingue con minore diffusione. Ha fatto riferimento
alle iniziative della IDRC sulla formazione e ricerca nel mondo.
- Ha citato il
network Red Latinoamericana de Portales Educativos [45] realizzato
con la partecipazione di 17 Ministeri della Formazione, ove contenuti in
lingua spagnola vengono diffusi presso ogni portale locale delle diverse
regioni. Divina Frau-Meigs (professore di Media Sociology Università
di Parigi III Sorbone) ha messo in evidenza come sia importante che i paesi
emergenti possano diffondere direttamente la loro cultura, ed ha sostenuto
limportanza di progetti di ricerca per lo studio di nuovi strumenti e
criteri qualitativi in grado di dimostrare l'importanza della comunicazione
in Internet.
- Sinora questi
studi sono stati avviati dalla società civile, ma è necessaria
anche la partnership con gli altri stakeholder. Pierre Ouedraogo (Organisation
Internationale de la Francophonie OIF) ha sostenuto l'importanza della
promozione di un codice etico (il principio della cyberdiversità)
in modo da assicurare che la comunità scientifica operi nel rispetto
delle diversità. In discussione anche il software. Circa il software
libero, Gilberto Gil ha commentato la critica rivolta da alcuni partecipanti
alla presunta insensibilità degli sviluppatori al rispetto della
diversità. Per cambiare le cose Adama Samassekou (Presidente del
African Academy of Languages) ha consigliato come primo passo di investire
per creare sinergie con gli sviluppatori. Gilberto
- Gil ha difeso
comunque la straordinarietà dellaspetto creativo del software libero
riconoscendolo come strumento necessario per il multilinguismo. Il Ministro
Gil ha poi concluso la sessione sottolineando che Internet è per
tutti e che tutti devono avere il diritto di partecipare nella loro lingua,
valori ed identità culturale. Ha affermato che la possibilità
dell'utilizzo orale della lingua in Internet è di fondamentale importanza
e che l'umanità, per la prima volta nella storia, ha uno strumento
in grado di conservare la tradizione orale. Riferendosi alle problematiche
delle persone diversamente abili, ha messo in evidenza che l'aspetto della
diversità deve essere considerato di prioritaria importanza nell'ambito
della Internet Governance.
- A titolo di
esempio citiamo la comunità UBUNTU [46] di sviluppatori di
software che si occupano anche della distribuzione libera GNU/Linux, il
sistema operativo che ha conquistato il mondo grazie anche alle proprie
comunità di supporto linguistiche, che dimostrano l'impegno nel
rispetto della diversità. Lingue supportate dal progetto Ubuntu
al14/02/2008: Arabo, Bengali (Bangladesh), Brasiliano, Catalano, Ceco,
Cinese, Curdo, Coreano, Ebraico, Finlandese, Francese, Greco, Indiano (tutte
le lingue), Indonesiano,Inglese, Italiano, Olandese, Persiano (Iran), Portoghese,
Rumeno, Russo, Slovacco, Spagnolo (Spagna, Argentina, Cile), Svedese, Tedesco,
Turco, Urdu (Pakistan).
- La sezione plenaria
Diversity si è conclusa con la raccomandazione di coinvolgere tutti
nel processo dellIGF, affermando sempre di più il principio multistakeholder.
SESSIONE
PLENARIA: OPENNESS
Presidente
Ronaldo Lemos (Professore di giurisprudenza, Center of Technology and Society
(FGV-CTS), Rio de Janeiro) Moderatore Heloisa Magalhaes (Direttore del
Giornale Valor Economico di Rio)
- Il presidente
Ronaldo Lemos ha presentato la sessione evidenziando le tre dimensioni
dell Openness : Legale, Politica ed Economica. Nella sfera legale si
trova la problematica del copyright con le sue limitazioni ed eccezioni
e le responsabilità degli Internet Service Provider e Content Provider
che necessitano di una regolamentazione locale.
- Per la sfera
politica Lemos ha messo in rilievo la necessità di incrementare
la cooperazione tra IGF ed organismi ONU. Infine nella sfera economica
propone tre sfide:
- 1. Openness
come business model;
- 2. Il ruolo
dei paesi in via di sviluppo e l'interoperabilità;
- 3. Openness
come fattore di abbassamento delle barriere per lentrata nei mercati e
di promozione dell'innovazione.
- Come esempi
di innovazione ha citato gli Open Standard e la recente creazione di AEPINC
[47] in Brasile, il Software Open Source e il libero accesso alla
conoscenza scientifica e le relative importanti iniziative a livello internazionale,
che promuovono Internet quale strumento funzionale alla conoscenza scientifica:
- Budapest Open
Access Iniziative,
- Salvador Declaration
on Open Access,
- San Paolo
letter on Scientific knowledge
- Come esempio
sotto la dimensione politica, ha citato la Convenzione sulla Diversità
dell'UNESCO e sostenuto che i modelli di Science Commons [48] e
Creative Commons [49] sono buoni esempi di come sia possibile rendere
la conoscenza disponibile a tutti. Infine per Lemos anche i governi dovrebbero
rilasciare i loro documenti ufficiali sotto licenza libera.
- David Gross
(Ambasciatore USA, Coordinatore del International Communications Policy,
Department of State, Washington D.C.) ha parlato dell'importanza della
libera circolazione delle informazioni citando il paragrafo [50]
4 dell'Agenda di Tunisi e i paragrafi [51] 46 e 90 dell'Agenda per
la Società dell'Informazione.
- Per Masanobu
Katoh (Corporate Vice President, FUJITSU LIMITED Giappone) Openness non
è in contrapposizione con la regolamentazione. Ha messo in discussione
la contrapposizione tra chi sostiene che la libertà di espressione
è la cosa più importante e coloro che ritengono che il copyright
e i diritti legali siano gli aspetti cruciali da difendere. Per cui ha
posto la problematica di come far coesistere queste due posizioni, considerando
che, da una parte Internet è universale, autonoma e senza confini
e dall'altra la proprietà intellettuale è caratterizzata
da regolamentazione, esclusività e proprietà. Masanobu Katoh
ha inoltre sostenuto che la autoregolamentazione può essere più
efficiente e si possono evitare i rischi di una società sorvegliata.
- Per concludere
il suo intervento ha proposto due modi per risolvere la contrapposizione
tra libertà e regolamentazione:
- Bilancio degli
interessi tra gli stakeholder;
- Combinazione
di leggi con linee guida e creazione di Autorità garanti stabilite
dal settore privato.
- Mark Kelly (avvocato
esperto diritti umani, Human Rights Consultants, Dublino) condivide la
definizione di Openness come libertà di espressione e libero flusso
delle informazioni e mette in evidenza la nozione del valore del servizio
pubblico di Internet e la necessità di una visione condivisa di
questo concetto da parte degli stakeholder.
- Ha proposto
la creazione di un nuovo codice di pubblica partecipazione in Internet,
fondato sulla nozione e sul valore del servizio pubblico di Internet, che
potrebbe prendere a modello la Convenzione di Aarhus [52].
- Ha posto come
domanda se esistano casi di violazioni sui diritti umani da parte di corporates
private che meritino di essere approfonditi, in modo che questo processo
multi-stakeholder possa evolversi verso una direzione che fornisca maggiore
protezione e promozione della libertà di espressione. Ha sostenuto
che la responsabilità e trasparenza sono i valori principali dei
diritti umani.
- Peter Dengate
Thrush (Chairman del Board di ICANN) ha voluto sottolineare che il concetto
della legge sul copyright è stato sviluppato sulla nozione di equo
uso della proprietà altrui. Poiché esistono casi ove il diritto
dell'autore può essere modificato - per esempio per la formazione
o per la diffusione di informazioni a reporter e media - è necessario
bilanciare tali diritti.
- Ha voluto poi
sottolineare che il copyright non protegge le idee ma lespressione di
queste ed il lavoro che uno ha svolto per esprimere quellidea; Thrush
ha concluso che con il copyright non esiste un conflitto tra libertà
d'espressione e libera circolazione delle informazioni.
- Carlos Gregorio
(avvocato esperto in diritto della privacy, Montevideo, Uruguay) vede lOpenness
come il risultato del bilanciamento fra diritto dellaccesso, libertà
di espressione e diritto della privacy. Responsabilità dei paesi
del mondo è il bilanciamento tra privacy ed accesso; dei blogs il
bilanciamento tra privacy e libertà di espressione.
- Nel primo caso
il rischio maggiore può derivare dagli stati stessi, nel secondo,
ha sostenuto Gregorio, è necessario creare un sistema di regole
che definisca le responsabilità. Infine ha messo in discussione
il ruolo dei motori di ricerca e la loro trasparenza. Nick Dearden (Amnesty
International) ha concordato, in quanto le posizioni dominanti diminuiscono
di fatto la libertà di scelta.
- Alexandre Jobim
(International Association Broadcasters) ha raccontato che le organizzazioni
che appartengono all'Unione Internazionale dei Broadcasters hanno firmato
una dichiarazione che promuove i seguenti concetti:
- - Le tecnologie
di comunicazione, non solo rappresentano un mezzo ma hanno significato
nel fornire informazioni e contenuti.
- - La libertà
di espressione, il pluralismo dei media e la diversità culturale
devono essere rispettati e promossi.
- - I media elettronici
sono di vitale importanza per la Società dell'Informazione.
- - TV e Radio
sono fattori chiave per la consistenza e lo sviluppo del mondo digitale.
- - L'informazione
deve essere accessibile e disponibile a tutti.
- Per salvaguardare
la libertà di espressione secondo Alexandre Jobim cè bisogno
di una regolamentazione sulle violazioni dei diritti dei broadcaster.
- A proposito
citiamo il recente caso di un sito americano che, agendo come servizio
personale di videoregistrazione on line, è stato fatto chiudere
dall'Associazione Internazionale dei Broadcasters per presunta violazione
di loro diritti; la questione non è ancora conclusa, comunque dimostra
alcune difficoltà dei media tradizionali ad utilizzare gli strumenti
offerti da Internet.
- Derick Dearden
(Amnesty International) ha criticato la censura attuata tramite l'utilizzo
di filtri da parte di certi governi del mondo, che tuttavia sono fra i
firmatari della Dichiarazione Universale sui Diritti Umani. Ha condannato
l'arresto illegittimo di attivisti in rete, e quelle aziende del settore
privato che collaborano con i governi che impongono la censura. Ha avvertito
che Internet potrebbe diventare uno strumento di repressione piuttosto
che di libertà ed Openness, per cui è necessario pensare
seriamente ai diritti umani e alla libertà di espressione.
- Si è
interrogato sulle modalità secondo le quali i diritti umani possono
avere un ruolo fondamentale nel dialogo sulla Internet Governance, ponendo
le seguenti domande:
- In che modo
possiamo far sì che i governi promuovano Internet in termini di
libertà di espressione?
- come possiamo
evitare che i governi cadano nella trappola di vedere in Internet solo
pericoli?
- come possiamo
arrivare a considerare Internet uno strumento fondamentale per leconomia,
di responsabilità del settore privato?
- Dearden ha continuato
mettendo in evidenza che il settore privato deve prendere in considerazione
i Diritti Umani come un dovere e non come una semplice opzione e che i
governi devono assicurarsi che i Diritti Umani siano rispettati anche nel
contesto di Internet. Infine ha posto la questione di come utilizzare l'Internet
Governance Forum per affermare gli standards dei diritti umani, come base
essenziale di Internet.
- Helio Kuramoto
(governo brasiliano) ha annunciato che durante il workshop Access to Scientific
And Culture Knowledge hanno adottato di comune accordo un protocollo per
definire azioni per la libertà d'accesso alla conoscenza scientifica
e culturale. Claudio Lins De Vasconcelos (esperto legale, Fundação
Roberto Marinho) ha sostenuto che senza i profitti della proprietà
intellettuale il mercato diventerebbe povero. Peng Hwa Ang (School of Communication
and Information, Nanyang, Singapore) critica il concetto di auto-regolamentazione
da parte del settore privato in quanto non è un processo veramente
democratico e aperto ed anche perchè avviene nell'ambito delle associazioni
industriali, per cui è una forma di regolamentazione delegata e
non affidabile, dato che non è decisa da un parlamento.
- Sally Burch
(Ecuador) ha posto il problema dei monopoli e di come i contenuti siano
troppo concentrati nelle mani delle maggiori corporazioni, fenomeno internazionale
ove non esistono chiari meccanismi di regolamentazione.
- Sul software
libero Benoît Müller (Business Software Alliance) ha affermato
che i loro partner nellAlliance lavorano sia su modelli open source, sia
su modelli proprietari, ed ha sostenuto che qualsiasi modello di licenza
è facilitato dalla proprietà intellettuale e che, la preferenza
di un solo modello, comprometterebbe la possibilità di scelta. Gli
Open Standard per Müller sono uno strumento ottimo per favorire l'interoperabilità.
- Per quello che
riguarda il ruolo dei governi sugli open standards, ha sostenuto che essi,
riconoscendo il valore della proprietà intellettuale negli standards,
potrebbero spingere l'industria ad innovare. Ronald Lemos (professore di
Information Systems al College of Business and Economics della California
State University, Los Angeles USA) ha sostenuto che non può esistere
contrapposizione tra open source e proprietà intellettuale, in quanto
l'open source è solo un tipo di licenza.
- Ha affermato
che la proprietà intellettuale non è altro che uno degli
incentivi per la creazione e promozione della cultura, come i cosiddetti
non market incentives o diversamente detti commons-based pier product
o collaborative culture. Nella Costituzione del Brasile è presente
il principio dell'adozione degli Standard aperti, della diversità
e trasparenza.
- Nick Dearden
(Amnesty International, Campaigns Manager) ha concordato con il parere
che per garantire la libertà di espressione è necessaria
una regolamentazione fondata su standards internazionali.
- Jorge Machado
è intervenuto di nuovo mettendo in discussione la contrapposizione
tra le leggi nate prima dell'Internet con quelle che le hanno seguite ed
ha chiesto come possiamo fare per applicare con efficienza vecchie leggi,
senza intaccare la neutralità delle stesse e senza violare i diritti
fondamentali della libertà di espressione e della privacy.
- In chiusura
è stata posta la seguente domanda: è auspicabile, per i giudici,
conoscere meglio lInternet in tutti i suoi aspetti di Openness e privacy
per poter svolgere la loro funzione correttamente?
- Ronaldo Lemos,
nel discorso conclusivo della sessione, ha sottolineato che i temi dellOpenness
in Internet sono requisiti essenziali della libertà di espressione,
e il loro riconoscimento come diritti umani deve essere affermato in una
prospettiva globale, per cui la tematica Openness deve continuare ad
avere una priorità nell'ambito della Internet Governance.
SESSIONE
PLENARIA: SECURITY
Presidente
Antonio Tavares (Representative of the Private Sector, Brazilian Internet
Steering Committee) Moderatore: Yoshinori Imai (Presentatore televisivo
giapponese)
- La sessione
plenaria sulla sicurezza è iniziata con le domande:
- - Quanti di
noi si sentono sicuri on-line?
- - Quanti di
noi professionisti si sentono sicuri nel business on-line?
- Il presidente
della sessione Antonio Tavares ha paragonato limplementazione della sicurezza
in Rete ad una corsa tra gatti e topi: in analogia a chi contravviene alla
legge nel mondo non virtuale, chi usa in modo distorto la Rete corre spesso
un passo avanti a coloro che sono impegnati a contrastarli.
- Spesso i governi
e alcuni settori della società offrono soluzioni per contrastare
i crimini in Rete che non sono adeguate ad un mondo senza frontiere. Molte
persone credono che sia impossibile risolvere i problemi della sicurezza
con nuove leggi.
- È vero
che molti usi distorti possono essere contrastati già dalle leggi
vigenti, in Brasile il 95% dei crimini informatici sono già inquadrati
nell'ambito della legislazione vigente. Per Tovares è importante
sviluppare strumenti di comunicazione.
- Nuove soluzioni
tecnologiche (come il DNSSec) e la collaborazione a livello istituzionale
si stanno intensificando e saranno la chiave vincente per un ambiente più
sicuro.
- Anche in relazione
alla sicurezza occorre fare attenzione ad investire sulla formazione: non
basta fornire computer e banda alle scuole; occorre un forte sviluppo della
formazione dei formatori stessi.
- Ralf Bendrath
(Research Fellow, University of Bremen, Germany) definisce la sicurezza
come controllo sul futuro, basandosi su una definizione degli anni '60
di un sociologo tedesco, «la sicurezza racconta - è come
la previsione del tempo in quanto non può essere stabilita al 100%.
- La sicurezza
ha molteplici aspetti e riguarda, in particolare, la sicurezza dello Stato,
la sicurezza delle reti, la sicurezza degli utenti e dei cittadini. Per
quello che riguarda le reti, Bendrath sostiene che è preferibile
parlare di affidabilità, piuttosto che di sicurezza in quanto il
termine affidabilità mette in chiaro quali sono le esigenze. Bendrath
ha continuato difendendo gli strumenti di hacking, sostenendo che criminalizzarli
impedirebbe agli amministratori di proteggere il sistema, portando così
ad una situazione di ulteriore criticità.
- Huang Chengqing
(ISOC, China) chiede ai governi di inserire nella loro agenda sociale la
questione della sicurezza in Rete ed in particolare la lotta contro lo
spam, con una cooperazione su due livelli, il primo intergovernativo ed
il secondo a livello del settore privato e della società civile.
- Alcuni dati
riportano che nell'ultimo quadrimestre del 2006 dalla Cina proveniva circa
il 59% dello spam [53] globale.
- Per combattere
il problema ISOC Cina ha distribuito più di un milione di brochure
informative con la finalità di accrescere la consapevolezza pubblica
ed il governo cinese ha adottato alcune misure amministrative ad mirate.
Lo spam originato dalla Cina è stato ridotto al 4,9%, secondo i
dati del mese di ottobre 2007. Chengqing ritiene che intervenire sullimplementazione
di misure legislative locali e sulla promozione della collaborazione internazionale
del settore privato, possa dare ottimi risultati.
- Marco Gercke
(Professor of Criminal Law, University of Cologne, Germany, Consiglio d'Europa)
ha parlato della necessità di definizione di standard legali nello
stesso modo che esistono gli standard tecnici nella comunicazione in rete.
Ha parlato anche della Convenzione sul Cybercrimine adottata dal Consiglio
d'Europa e firmata da 43 stati, ma che purtroppo non ha ancora coinvolto
i paesi in via di sviluppo, quei paesi dove il numero degli utenti Internet
è oggi maggiore ed in aumento.
- Gercke osserva
anche che non abbiamo bisogno di una sovra-regolamentazione, bensì
di una base legale, che non sono necessarie nuove regole se le regole ci
sono già, con il rischio che Internet sia regolamentata di più
rispetto al mondo reale.
- Per esempio
ha affermato che le leggi esistenti sulla pedopornografia hanno valore
anche per il mondo on line. Per cui propone maggiore cooperazione sulla
governance.
- Anche Lamia
Chafai (Director, Agence Tunisienne dInternet, Tunisia) sostiene la necessità
della standardizzazione e di regole, a livello internazionale, per aumentare
il trust globale. Limportante, per Chafai, è di avere una strategia
nazionale locale e diffondere la consapevolezza dell'importanza dell'aspetto
sicurezza, non solo a livello governativo, ma anche nell'ambito del settore
privato e della società civile.
- Christine Hoepers
(Leader, Brazilian CERT) ha parlato dei problemi tecnici e di standardizzazione
nello sviluppo di protocolli, della necessità di formare i futuri
professionisti dell'ICT e diffondere la cultura della sicurezza nello sviluppo
di protocolli e software. Per Zahid Zamil (Domain Name Resolution Center,
Pakistan) è importante implementare la Convenzione Europea senza
aprire altri processi che potrebbero portare solo confusione. Alun Michael
(Ministro del Parlamento UK), che è stato uno dei promotori della
costituzione dellIGF UK, ha parlato dell'iniziativa inglese di stabilire
una partnership tra tutti gli stakeholder per la riduzione del crimine
informatico. Emily Taylor (Direttore Legal and Policy di Nominet, il registro
dei nomi a dominio, UK) ha affermato che, per il pubblico inglese, la tematica
della sicurezza è al primo posto rispetto ai temi del Forum.
- Marco Gercke
è intervenuto ancora per criticare certi provvedimenti presi in
Inghilterra, inaccettabili dal punto di vista delle libertà civili.
Chiede leggi forti per la protezione degli ISP in quanto non possono essere
ritenuti responsabili delle transazioni illecite. Huang Chengqing ha affermato
che per la sicurezza la prevenzione è una condizione necessaria,
per cui propone misure tecniche e legislative preventive.
- Malcom Harbour
membro del Parlamento Europeo individua tre obbiettivi che i paesi del
mondo dovrebbero perseguire, a livello politico e parlamentare: - Collaborazione
operativa (un ottimo sistema legale che non può da solo garantire
sicurezza); - Sistemi di reporting; - Computer Emergency Response Team.
Per quello che riguarda la sicurezza in relazione alla salute ed al benessere
sociale, Harbour ha sottolineato la priorità della protezione dell'infrastruttura,
che ha bisogno dello sviluppo della collaborazione internazionale. Anche
Izumi Aizu (ICANN At-Large Advisory Committee Giappone) sostiene che deve
essere implementato l'approccio multi-stakeholder nello sviluppo delle
politiche sulla sicurezza.
- George Greeve
(Free Software Foundation Europe) mette in rilevanza l'aspetto della trasparenza
nella sicurezza, e la qualità del software libero che consente complessivamente
il controllo dellambiente. Zahid Zamil (Domain Name Resolution Center,
Pakistan) ha sostenuto che per i paesi in via di sviluppo l'innovazione
deve essere tutelata e che i diritti della proprietà intellettuale
devono essere protetti. Non è d'accordo con Greeve sul software
open source il quale può essere solo una soluzione, ma ha sostenuto
che cè bisogno di altro. Sulla privacy ha affermato che nel suo
paese, il Pakistan, il governo vende certe informazioni. Lamia Chaffai
(Tunisia) ha posto in discussione la sicurezza dei prodotti software e
hardware dal lato consumer e ha criticato gli onerosi meccanismi di certificazione
riconosciuti a livello internazionale.
- Ralf Bendrath
ha criticato la mancanza di trasparenza dei sistemi di sorveglianza come
i filtri antispam, che possono bloccare e-mail legittime. Il presidente
della sessione Antonio Tavares, nel suo discorso conclusivo, ha sostenuto
che la lotta al crimine informatico deve avvenire nel rispetto dei diritti
civili e dei diritti alla Privacy. Ha sostenuto che i governi, con il supporto
della società civile e del settore privato, avranno un ruolo fondamentale
nel consolidare la Rete Internet come uno spazio sicuro per l'interazione
umana, affidabile per le comunicazioni, il commercio elettronico e l'offerta
di servizi.
- Considerando
l'aspetto transnazionale della sicurezza, ha sollecitato tutti i paesi
del mondo a tenere in considerazione l'aspetto essenziale della collaborazione
a tutti i livelli, necessaria per armonizzare la legislazione internazionale
sulla sicurezza in Internet.
SESSIONE
PLENARIA: TAKING STOCK AND THE WAY FORWARD
Presidente
Hadil da Rocha Vianna Minister, Director for Scientific and Technological
Affairs, Ministry of Foreign Affairs Nitin Desai the United Nations Secretary-General's
Special Adviser for Internet Governance
- Durante la sessione
tutti i partecipanti hanno espresso i loro ringraziamenti al governo brasiliano
ed il loro apprezzamento per l'eccellente organizzazione dell'evento.
- Hadil da Rocha
Vianna ha iniziato il suo discorso sottolineando l'importanza di questa
sessione plenaria, nata per dialogare su quanto è stato fatto e
su quanto si deve fare in vista del prossimo IGF in India. Ha messo in
evidenza il successo dell'incontro di Rio, che ha visto più di 1300
partecipanti provenienti da 109 paesi diversi. Innovativo l'aspetto di
aver direttamente connesso i workshop e gli open e best practice forums
con le sessioni plenarie. Ha chiesto di prendere in considerazione sistemi
di finanziamento che consentano la partecipazione all'IGF degli stakeholder
provenienti dai paesi in via i sviluppo.
- Bernard de la
Chapelle (Ministero degli Esteri, Francia) ha trovato molto positivo il
cambiamento dell'approccio tra le parti contrastanti, con un atteggiamento
rivolto allindividuazione dei problemi e non alla polemica. Ha detto che
è rimasto colpito dalla proliferazione di workshop sui diritti in
Rete e dalla formalizzazione di differenti generi di diritti in rete, come
per esempio quelli relativi all'infrastruttura.
- Sull'aspetto
procedurale dell'IGF ha affermato che la possibilità di collegare
i workshop con le sessioni plenarie, in modo che le plenarie diventino
di supporto ai workshop, potrebbe costituire una soluzione da provare.
- Ha messo in
evidenza il successo dei workshop, in quanto realizzati nell'ambito di
una collaborazione informale tra gli stakeholder. È necessaria la
diminuzione del numero di workshop, in modo da avere più tempo per
le interazioni informali. Ha concluso il suo discorso domandando in che
modo si può andare avanti, evitando il pericolo sia di un'eccessiva
informalità sia di una struttura troppo rigida sin dall'inizio.
- Fatima Seye
Sylla (Bokk Jang, ONG Senegal) considerando l'accesso come aspetto vitale
per l'Africa, ha richiesto che si inizi ad intraprendere azioni concrete,
ed ha elencato una serie di interventi che si potrebbero realizzare nei
prossimi 5 anni, con risorse che l'Africa stessa può fornire:
- 1. Sviluppare
la infrastruttura backbone, con l'interconnessione di tutte la capitali
africane entro il 2012, e di tutti i villaggi entro il 2015.
- 2. Costruzione
di competenze per la produzione di contenuti locali.
- 3. Politiche
regolatorie a livello regionale e locale.
- 4. Partnership
pubblico/privato di partecipazione africana.
- 5. Sostenere
il Digital Solidarity Fund.
- Alla conclusione
del suo discorso ha spiegato che è solo una questione di volontà
e determinazione politico-legislativa degli stati africani. Juan Carlos
Solines (avvocato, Brasile) ha affermato che si sono fatti passi avanti
con questo IGF, in cui si è avuto un sensibile miglioramento del
modo di confrontarsi fra stakeholder, una maggiore civiltà nello
scambio di idee ed una partecipazione più distribuita, che ha compreso
giovani, attivisti e ricercatori.
- Ha affermato
che l'IGF è un processo senza precedenti e corrisponde ad una realtà
potenzialmente rivoluzionaria, che è unica e meravigliosa, ma che
tuttavia la strada da fare è ancora lunga perché i fatti
dimostrano come la diffusione delle telecomunicazioni non si sia ancora
estesa in tutto il mondo.
- Quello che abbiamo
è ancora lontano dallessere una società dellinformazione
inclusiva e democratica. I principi di Internet e l'aspetto multi-stakeholder
contenuti nella Dichiarazione di Principi di Ginevra non costituiscono
un obbiettivo raggiunto, ma una filosofia di vita ancora da implementare.
La vera sfida è di comprendere quali siano i benefici che le persone
vogliono trarre dalle tecnologie e comprendere le loro difficoltà
nellutilizzarle.
- Juan Carlos
ha inoltre proposto di affermare ulteriori principi come la pluralità
e la meritocrazia. Necessario anche bilanciare le voci e dare pari opportunità
agli Africani. Ha concluso il suo discorso domandando quali sono i valori
comuni che vogliamo avere in un mondo globalizzato e di che genere di dichiarazione
universale dei diritti stiamo parlando. Jeanette Hofmann (Social Science
Research Center Berlin ) propone un insieme di interventi per migliorare
il Forum:
- - Il bilanciamento
dei sessi nella partecipazione al forum; - Promuovere la diversità
degli stakeholder e delle opinioni;
- - Libertà
nel discutere l'aspetto strutturale delle riunioni, come una questione
da non dare per scontata in quanto, come la storia insegna, maggiore è
il tempo di vita di un processo, tanto più è più difficile
cambiarlo.
- Arthur Reilly
(CISCO - Strategic Technology Policy) ha messo in rilevanza il carattere
imperativo, aperto, trasparente, multi-stakeholder e democratico dell'IGF,
aspetti che caratterizzano comunque la rete Internet. Colin Oliver (Direttore
Generale dellInternational Branch of the Department of Communications,
Information Technology and the Arts del governo, Australia) ha sollecitato
ad incoraggiare la partecipazione anche del settore privato e dei consumatori
ed ha concluso il suo discorso affermando che, nell'ambito dell'IGF, dobbiamo
cogliere l'opportunità di creare nuove forme di collaborazione.
- Il Professor
Pedro Veiga (governo del Portogallo, Presidenza in carica della Unione
Europea) ha affermato che l'Unione Europea con i suoi 27 membri ha dimostrato
un forte impegno nel diffondere la Società dell'Informazione nel
mondo con specifici programmi e che l'Unione fornisce sostegno concreto
all'Internet Governance Forum.
- Vint Cerf (uno
dei padri fondatori di Internet, oggi Chief Internet Evangelist di Google,
USA) ha detto che l'IGF è un meccanismo sorprendentemente utile
e che dal punto di vista di ICANN è stato di grande aiuto. Ha messo
in rilevanza che, al contrario del meccanismo di ICANN in cui devono essere
prese delle decisioni, l'aspetto informale dello IGF, che non impone negoziazioni,
aggiunge valore a questo processo.
- Non ha importanza
che tutti condividano le stesse opinioni; quello che per Vint Cerf è
importante è la diversità e vastità delle opinioni,
le quali sono utilissime nell'ambito dei processi decisionali di altre
organizzazioni, quali ICANN e non solo.
- Alun Michael
(rappresentante del parlamento, UK) ha annunciato che l'Inghilterra sta
avviando l'IGF UK e creando partnership contro il cybercrimine. Nominet
- il registro dei nomi a dominio .UK - ha coinvolto in questo processo
locale l'industria e i parlamentari, per cui ha auspicato un maggior coinvolgimento
dell'industria, delle organizzazioni non governative e dei parlamentari,
per il prossimo IGF.
- Everton Lucero
(Governo del Brasile) ha detto che è chiaro che l'IGF costituisce
la frontiera del multilateralismo nell'ambito delle Nazioni Unite, potrebbe
costituire un precedente e contribuire alla revisione di altre istanze
delle Nazioni Unite nel processo di definizione di nuove regole. Ha criticato
limpostazione organizzativa del Forum e suggerito alcune modifiche; in
particolare, lamenta il fatto che l'Advisory Group del Forum non segue
regole prestabilite, per esempio non sono chiare le regole relative alla
partecipazione, come non esiste trasparenza nei procedimenti. Un altro
aspetto, che Everton Lucero considera sia importante da definire, riguarda
il finanziamento all'Advisory Group, che deve essere libero da ogni potenziale
interesse dei donatori.
- Margaret Moran
(membro del parlamento UK) ha messo in evidenza l'importanza dell'opinione
degli utenti, che non hanno lo spazio necessario in forum come questi,
per cui ha proposto la realizzazione di meccanismi che garantiscano la
partecipazione di tutti, fatto che avrà come conseguenza una maggiore
trasparenza, responsabilità e dei risultati concreti.
- Nitin Desai,
concludendo la sessione, ha detto che non abbiano ancora coinvolto sufficientemente
gli utenti della rete, e che dobbiamo lavorare di più per catturare
i loro interessi. Ha condiviso che debba essere rivisti i collegamenti
tra le varie sessioni ed ha affermato l'importanza dell'impegno diretto
dei gruppi di lavoro.
- Il 26 febbraio
2008 si è svolta a Ginevra la prima riunione preparatoria del prossimo
meeting che si terrà a Hyderabad, India dal 3 al 6 dicembre 2008.
Informazioni sulla riunione sono disponibili sul sito http://www.intgovforum.org/.
SESSIONE
PLENARIA: EMERGING ISSUES
Presidente
Augusto Gadelha Vieira Coordinator Brazilian Internet Steering Committee
Moderatore Nik Gowing Main Presenter BBC World
- Questa sessione,
ricchissima di contenuti, ha interessato le questioni emergenti della rete
Internet, molte delle quali già discusse durante le sessioni precedenti
ed affrontate nei workshop.
- Molte le tematiche
proposte:
- - I diritti
umani
- - La necessità
di principi condivisi globalmente;
- - Accesso ed
utilizzo dello spettro radio per le soluzioni wireless broadband;
- - IXP locali
e regionali;
- - Il protocollo
IPv6;
- - La creazione
di competenze;
- - La sicurezza
in Rete e la costruzione del Trust;
- - La protezione
dei minorenni in rete;
- - La creazione
di contenuti locali e comunità locali;
- - Leggi che
favoriscono la domanda;
- - L'utilizzo
dell'ICT per indirizzare questioni dell'energia, dell'ambiente e dello
sviluppo sostenibile.
- - L'evoluzione
dell'approccio alla rete Internet;
- - La necessità
di coinvolgere i giovani nell'IGF;
- - Facilitare
la crescita di piccole e medie imprese che includono donne e giovani provenienti
dai paesi in via di sviluppo, da aree rurali e mercati emergenti;
- - Gli Internet
Service Provider;
- - L'Internet
mobile;
- - La governance
interna dei siti sociali;
- - La formazione
dei giovani sui media e sul reperimento dell'informazione, piuttosto che
sull'uso delle tecnologie.
- - La nuova catena
del valore nei rapporti tra chi ne trae profitto e chi utilizza i servizi;
- - Il ruolo dei
governi nel promuovere il dialogo;
- - La crescente
differenziazione tra intrattenimento e cultura;
- - La cancellazione
dei documenti obsoleti presenti on line;
- - La affidabilità
della rete,
- lOpenness e
la libertà di espressione in Rete per i paesi in via di sviluppo;
- - I principi
delle modalità operative degli organismi di standardizzazione.
- Robert Pepper
(ICC/BASIS) ha messo in evidenza che per estendere i benefici della Società
dell'Informazione a tutti, non sono solo necessari lo sviluppo e gli investimenti,
ma anche creare le condizioni perché tutti possano usare le tecnologie.
- Pepper ha cercato
di semplificare, ragionando secondo i termini di offerta e domanda, ed
ha segnalato che i contenuti discussi al Forum riguardano per lo più
la parte dell'offerta e molto meno il lato della domanda.
- Dalla parte
dell'offerta Pepper ritiene che, per allargare l'accesso, sia necessaria
l'estensione dello spettro radio e degli IXP locali e regionali. Dalla
parte della domanda, la prima tematica proposta è la costruzione
di competenze, non solo per la conoscenza dell'utilizzo delle tecnologie,
ma anche per la formazione di utenti, individui, genitori, insegnanti e
delle Piccole e Medie Imprese, in modo che si sentano aiutati nell'uso
delle tecnologie.
- Vittorio Bertola
(ISOC ITALIA) ha riflettuto sulla necessità di principi condivisi
globalmente per operare secondo un'ottica fondata sui diritti umani, sostenendo
che si devono trovare accordi che chiariscano cosa le aziende possono fare
o non fare, e questo anche a loro beneficio.
- Ha proposto
come tematica emergente i diritti umani e la libertà di espressione,
i quali non sono concepiti ugualmente nel mondo.
- Andrew Keen,
autore del libro The Cult of the Amateur: How Today's Internet is Killing
Our Culture ha voluto parlare in modo critico del futuro di Internet,
riferendosi al web 2.0 non dal punto di vista tecnologico, ma socio-culturale,
politico ed economico. Secondo Keen vi è un pericolo per il futuro
della rete: mentre molti sostengono di lavorare ad un processo di democratizzazione,
al contrario, il web 2.0 ed Internet porteranno ad una diminuzione della
democrazia, dellequità, della cultura, delleconomia, della politica
e del egualitarismo geografico.
- Non esiste un
ecosistema emergente che premia classi culturali digitali, mentre dal punto
di vista economico risulta evidente che i profitti del web 2.0 si concentrano
in poche aziende, le classi creative non verranno remunerate da questa
rivoluzione culturale.
- Dal punto di
vista politico Keen sostiene che l'avvento di Internet non ha portato ad
una maggiore democrazia, ma alla trivializzazione del processo politico
e all'emergere di una nuova oligarchia di attivisti on line, per cui la
rivoluzione del web 2.0 sta portando ad una minore globalizzazione ed ad
un maggior localismo e controllo da parte di un piccolo centro geografico.
Infine ha specificato che i siti di social networking non sono dei servizi
pubblici, ma esistono solo per il profitto. Per quello che riguarda i giovani
ha avvertito che non dobbiamo essere sedotti da loro per le risposte che
possono dare su Internet.
- È necessario
insegnare ai giovani non come usare le tecnologie, ma come utilizzare i
media. Unaltra questione che Keen ha sollevato è stata relativa
all'anonimità in Rete la quale, secondo lui, sta rovinando il dialogo
reale; ha anche sostenuto che per le comunità non ci sono reali
possibilità di collaborazione on line.
- Le tre C (Conversazione
Collaborazione Comunità) nel web 2.0 non ci sono, cè
solo una C quella della Corrosività, intesa come capacità
di provocazione.
- Vittorio Bertola
risponde affermando la necessità di stabilire principi condivisi
che consentano maggiore democrazia, responsabilità, trasparenza
fra chi gestisce questi servizi ed i fornitori di contenuti. Propone di
pensare alla tematica della nuova catena di valore nei rapporti tra chi
trae profitto in Rete e chi usufruisce soltanto dei servizi.
- Il parere di
Keen sull'anonimato ha suscitato l'intervento contrario di diversi partecipanti.
Fred Baker (Internet Society, IETF) ha affermato che l'anonimità
è utile e può proteggere, in certe situazioni, le persone.
Vint Cerf ha sostenuto che la questione dell'anonimità è
critica e che comunque la Rete supporta un alto livello di autenticazione;
per Vint ognuno può essere libero di scegliere l'ambiente che preferisce
e che tutte e due le possibilità possono coesistere.
- Anche Jean-Jacques
Subrenat (Ecole nationale d'administration in Strasbourg e membro del Board
di ICANN) ha sostenuto che l'aspetto dell'anonimità in Rete deve
appartenere alla libera scelta dell'individuo, e che le tecnologie devono
essere in grado di consentirla.
- Alla obiezione
di Kenn sull'assenza di vere comunità on line, Demi Getschko (Brazilian
Internet Steering Committee) ha replicato mettendo in evidenza l'esistenza
della comunità del software libero. Malcolm Harbour (Parlamento
Europeo) ha obbiettato sul parere di Keen inerente la diminuzione di democrazia,
sostenendo che il web 2.0 può contribuire al processo democratico.
Nii Quaynor (Network Computer Systems) ha proposto alcune tematiche emergenti
dalla prospettiva del continente Africano ed ha affermato che l'accesso
ed il time to service sono di primaria importanza, mentre aspetti come
il rendimento, larghezza di banda ed altri possono essere curati in un
secondo tempo.
- Anche le nuove
reti IPv6 costituiranno una grande opportunità d'innovazione dal
punto di vista tecnologico. Dal punto di vista istituzionale Quaynor ha
sostenuto che iniziative come AfriNIC, AfNOG e le reti di ricerca e formazione
devono essere rafforzate e considerate tematiche emergenti. Dal punto di
vista dei costi della connettività, a prescindere dagli IXP, ha
evidenziato l'urgenza di veicolare il traffico regionale per via terrestre
nel continente africano. Bernard de la Chapelle (Ministero degli Esteri,
Francia), considerando la crescita del social networking, ha avvertito
che il problema non riguarda tanto la privacy, bensì l'intimità,
per cui si dovrebbe studiare l'aspetto della governance interna dei siti
sociali.
- Vint Cerf ha
proposto di promuovere il networking regionale per raggiungere una piena
connettività su IPv6. Per Zahid Zamil (Domain Name Resolution Center,
Pakistan) le tematiche emergenti sono laffidabilità della rete,
lOpenness e la libertà di espressione in Rete per i paesi in via
di sviluppo.
- Stefano Trumpy
(ISOC ITALIA) ha proposto come tematica emergente i diritti in Rete ed
ha ricordato il lavoro della Coalizione Dinamica Internet Bill of Rights,
avviata dal governo italiano e supportata dal governo brasiliano, a partire
dall'IGF di Atene. Ha fatto notare che il tema dei diritti in Rete è
stato un filone comune del Forum, se ne è parlato nelle sessioni
e in diverse coalizioni; pertanto Trumpy auspica la creazione di una Coalizione
di Coalizioni Dinamiche sull'Internet Bill of Rights. Ha concluso il
suo discorso evidenziando l'importanza del modello delle Coalizioni multi-stakeholder,
che sta avendo un buon successo, aggregando organizzazioni non governative
ed altre del settore pubblico.
- Vint Cerf ha
aggiunto, al tema dell'Internet Bill of Rights, ricordato da Trumpy, il
concetto di responsabilità nell'utilizzo di Internet e la necessità
che questo concetto venga accettato globalmente. Mentre aspettiamo i tempi
necessari per scrivere una regolamentazione della rete, che potrebbero
essere molto lunghi, per Vint è indispensabile stabilire da subito
le responsabilità tramite la realizzazione di accordi, distinguendo
le pratiche locali da quelle che vogliamo siano globali: operiamo in un
territorio alquanto complesso come quello che riguarda procedure e normative
della navigazione nei mari Andrew Keen ha condiviso il parere di Cerf sui
diritti e responsabilità ed auspicato che questi non siano stabiliti
da modelli artificiali, ma da esseri umani.
- Robert Pepper
(ICC/BASIS) ha proposto di trovare quelle vie di rafforzamento delle partnership
pubblico/privato che consentono di fornire il servizio a chi non ne usufruisce.
- Robert Kahn
(uno dei padri fondatori di Internet, oggi Presidente della Corporation
for National Research Initiatives, Virginia USA) innanzitutto ha citato
l'importanza della ricerca e sviluppo dell'evoluzione della rete, ma ha
voluto riflettere su come le nuove tecnologie e gli sviluppi della ricerca
possano modificare lInternet che oggi conosciamo.
- Kahn Propone
di:
- - Coinvolgere
tutte le parti interessate sia per sviluppare e preservare l'architettura
aperta e linteroperabilità di Internet, sia per rinforzare l'approccio
multi-stakeholder che si sta confermando con successo;
- - Accogliere
la diversità linguistica ed altre forme di diversità culturale;
- - Creare nuove
funzionalità e potenzialità, in modo olistico, in grado di
apportare benefici in tutto il mondo;
- - Sviluppare
il processo degli Standard;
- - Incentivare
la creatività ed innovazione non solo nelle tecnologie, ma anche
nel processo sociale.
- Robert Kahn
è convinto come ha già espresso nella sessione delle Critical
Resources - che il DNS avrà un tempo di vita molto breve in quanto
potrebbe essere sostituito da altri sistemi come per esempio lo Handle
System descritto da HANDLE.NET
- Per Vint Cerf
la pratica degli standards non è il modo migliore per portare innovazione,
in quanto i risultati creativi non sempre vengono standardizzati. Gli organismi
di standardizzazione non sono necessariamente creativi.
- A conclusione
dei lavori Markus Kummer, Coordinatore esecutivo del Segretariato ONU per
l'IGF, condividendo le difficoltà del processo di regolare un media
globale come Internet in una società che non è ancora globale,
ha affermato che abbiamo molto da lavorare e l'Internet Bill of Rights
potrebbe cominciare a costituire una soluzione.
- Per Kummer «la
legge del Mare ha richiesto circa 20 anni per negoziare il trattato. In
Internet abbiamo bisogno di qualcosa di più urgente. Forse l'iniziativa
dell'Internet Bill of Rights ci porterà più avanti».
- LIGF è
"modesto nei suoi mezzi, ma non nelle
sue aspirazioni"; così lo ha definito
Ban Ki-Moon, Segretario Generale dell'ONU, nel suo discorso di saluto alla
chiusura dei lavori del Forum.
WORKSHOP
TEMATICI DI RIO
- Complessivamente
si sono svolte più di 100 iniziative in tre giorni di lavoro, che
consacrano l'IGF come un evento unico, paragonabile ai tanti lati luminosi
di un diamante di conoscenza, partecipazione e dialogo. Una delle caratteristiche
dell'IGF di Rio sono stati i numerosi eventi [54] tematici (workshop,
forum ed open forum) realizzati in parallelo alle sessioni plenarie ed
in diretto collegamento con queste.
- Le Nazioni Unite,
UNESCO, OECD, il Parlamento Europeo, il Consiglio d'Europa, ISOC, ICANN,
ITU hanno organizzato propri eventi specifici. In particolare, il Parlamento
Europeo ha organizzato un incontro con i membri della società civile.
Importante anche la riunione dei parlamentari nell'ambito dell'IGF di Rio.
Caratteristica l'iniziativa regionale diretta alla comunità di lingua
portoghese e le iniziative specifiche a favore dei paesi in via di sviluppo
ed, in particolare, a favore dell'Africa. Il Regno Unito ha realizzato
un best practice forum sui risultati raggiunti dall'IGF e sullo sviluppo
e benefici economici derivanti dall'auto regolamentazione, come caso di
studio. Tutte le Coalizioni Dinamiche hanno organizzato un proprio evento.
- Nel complesso
si sono affrontati diversi temi, che elenchiamo per dare evidenza alla
vastità e ampiezza delle discussioni in corso:
- - i diritti
umani,
- - l'accesso
e i relativi costi,
- - la neutralità
della rete,
- - le libertà
di accesso e la libertà di espressione,
- - il valore
pubblico di Internet,
- - le politiche
pubbliche in Internet,
- - la collaborazione
internazionale,
- - Lo sviluppo
del modello multi-stakholder,
- - la creazione
di competenze,
- - la privacy,
- - il multilinguismo
e la diversità linguistica,
- - laccessibilità,
- - le eccezioni
e limitazioni del copyright,
- - la regolamentazione
dei contenuti,
- - specifiche
tematiche tecnologiche: gli IDN, l'IPv6, il DNSSec, gli IXP, i Root servers,
il DNS e gli Open Standards.
- Diversi workshop
sono stati dedicati alla sicurezza e privacy e molti altri hanno trattato
in modo specifico la protezione dei minorenni on line.
- Tra gli eventi
anche la presentazione del libro: Internet Governance and Sustainable
Development: Towards a Common Agenda (disponibile sul sito http://www.iisd.org/).
LA
COALIZIONE DINAMICA INTERNET BILL OF RIGHTS
- Molti dei workshop
dellIGF sono stati promossi dalle Coalizioni Dinamiche, le quali svolgono
il ruolo fondamentale di assicurare che ci sia un solido e continuo lavoro
tra successive conferenze dell'IGF; una rilevante percentuale delle Coalizioni
Dinamiche tratta temi che riguardano i diritti in Internet.
- «Sin
da Atene - come ricorda allapertura del Forum
di Rio il sottosegretario alle Comunicazioni Vimercati - lItalia
ha manifestato la convinzione che si debba arrivare in modo condiviso e
plurale ad un set di principi da porre a fondamento dello sviluppo democratico
ed inclusivo della Rete .... che, a nostro avviso, devono assumere la forma
di un Internet Bill of Rights. Stiamo insomma assistendo oggi alla nascita
di una nuova generazione di diritti che afferiscono alla cittadinanza
digitale globale e che rappresentano unestensione, con specifiche declinazioni,
dei diritti umani fondamentali. Proprio per questo è necessario
un Internet Bill of Rigths, una definizione concertata e multi-stakeholder
di questi diritti; regole certe che tutelino la libertà e laccesso
della Rete, insieme a forme di autoregolamentazione che riguardino i suoi
contenuti, in modo da garantire i diritti degli individui e dei gruppi,
in particolare quelli più vulnerabili».
- LItalia partecipa
a più livelli alla Coalizione Dinamica "Internet Bill of Rights"
[55]. La coalizione è nata durante il primo IGF di Atene
nel 2006, ed ha già raggiunto importanti risultati nella discussione
sul percorso più opportuno da seguire per la definizione del Bill
of Rights. La partecipazione non manca e, grazie al primo insieme di attori
[56] che lhanno promossa, liniziativa sta sviluppando un concreto
interesse intorno a sé.
- Al momento sono
in esame gli strumenti e le forme appropriate per definire ed implementare
diritti e doveri in Internet. Non è intenzione della Coalizione
mettere in discussione i diritti finora sanciti, ma lavorare su di essi
per meglio applicarli nell'ambiente di Internet. La proposta è di
concepire il Bill of Rights come un set di documenti differenti e come
un processo in continua evoluzione, in piena collaborazione con tutte le
altre iniziative nate durante l'IGF, che trattano lo stesso tema.
- I temi che verranno
affrontati nello sviluppo dei lavori sono, tra gli altri:
- - la privacy,
- - la protezione
dei dati personali,
- - la libertà
di espressione,
- - laccesso
universale, - la neutralità della rete,
- - linteroperabilità,
- - la raggiungibilità
globale di tutti i nodi della rete, - etc.
- La Coalizione
Dinamica "Internet Bill of Rights" ha organizzato a Rio un workshop
coordinato da Stefano Rodotà dal titolo "The Internet Bill
of Rigths", per tenere un confronto a livello internazionale sulla
necessità di una definizione pubblica dei diritti degli internauti
col fine di salvaguardare la libertà degli utenti di Internet.
- Il Workshop
ha avuto un grande successo sia per la numerosa partecipazione da parte
degli interessati sia per i risultati raggiunti.
- Allincontro
- che è stato presieduto da Vittorio Bertola (ISOC ITALIA) - hanno
contribuito con un loro intervento: Gilberto Gil (Ministro della Cultura
del Brasile), Stefano Rodotà (Università di Roma), Catherine
Trautmann (Membro del Parlamento Europeo, Francia), Robin Gross (IP Justice,
USA) e Carlos Affonso Pereira De Souza, (Fundação Getulio
Vargas, Brasile).
- Un resoconto
dettagliato del workshop, redatto da Vittorio Bertola, è riportato
in appendice, fra i documenti allegati a questo Quaderno.
- I lavori del
workshop sono iniziati con il discorso di Stefano Rodotà, paladino
dell'affermazione dei diritti in rete, il quale ha riassunto la posizione
della Coalizione ed i risultati raggiunti, così come è emerso
dal primo anno di lavori.
- Considerando
l'incremento delle violazioni in Rete e la necessità di agire, Rodotà
ha affermato che la domanda non è se abbiamo bisogno di un Internet
Bill of Rights, ma come possiamo fare per averlo, e che l'approccio deve
essere fondato sui fatti e non vincolato dal punto di vista ideologico
o politico.
- Abbiamo bisogno
di concepire la Carta dei Diritti come un insieme di documenti e la Coalizione
come un tetto comune per cooperare con altre coalizioni e altri progetti.
Non cè bisogno di ridiscutere le dichiarazioni di diritti già
esistenti, ma partire da queste per specificare meglio come i diritti esistenti
si applichino nel contesto di Internet.
- «La
natura pubblica e aperta di Internet ha
affermato Rodotà - deve essere preservata
con strumenti appropriati e lInternet Bill of Rights può fornire
un modello culturale».
- Il Ministro
Gilberto Gil ha elogiato liniziativa del Bill of Rights, ritenendola fondamentale
per difendere i diritti degli utenti di Internet e la ricchezza della diversità
culturale mondiale; ha suggerito di scrivere una Lettera da Rio per richiamare
attenzione e supporto a questo progetto.
- Quattro i passi
individuati per il prossimo futuro:
- 1. La mappa
della Coalizione Dinamica;
- 2. Un inventario
di tutti i documenti che trattano i diritti in Internet;
- 3. La creazione
di una piattaforma per facilitare il dialogo;
- 4. Una prima
selezione dei contenuti da discutere on line o nell'ambito di un evento
internazionale.
- Un risultato
importante è stato raggiunto a Rio con l'adozione di un documento
congiunto [57] firmato dal governo del Brasile, attraverso il ministro
della cultura Gilberto Gil e dal governo Italiano, attraverso il Sottosegretario
per le Comunicazioni Luigi Vimercati, i quali si sono impegnati a promuovere
a livello governativo la tematica dei diritti in Internet.
- Fiorello Cortiana,
membro della delegazione italiana, in chiusura del workshop ha commentato:
«Insieme alla modalità aperta
ed inclusiva di partecipazione in tutti i workshop è emersa, come
forte elemento comune, la questione dei diritti umani, dal diritto all'espressione
libera, a quello dell'accesso per la condivisione della conoscenza. Proprio
Vint Cerf, uno dei padri di Internet, ha affermato la necessità
di arrivare ad un accordo sui diritti e le responsabilità in Rete,
proponendo una matrice simile a quella che ha portato alla Convenzione
delle Nazioni Unite sulla Legge del Mare».
NOTE
21 http://www.quadernionline.it/igf_2007/indice.html,
vedi A. A. Martino: Aspetti Giuridici di Internet - ottobre 2007, Quaderni
dell'Internet Italiano Collana Diritti in Rete.
22 Nella
prima frase del World Summit on Information Society (2003) il Segretario
Generale delle Nazioni Unite chiese di attivare il Working Group on Internet
Governance (WGIG) per definire i temi collegati alla Internet Governance
e preparare un rapporto. Il WGIG Report è stato publicato nel 2005
ed è disponibile sul sito http://www.wgig.org anche in lingua italiana.
23 Dal
sito della Banca Mondiale (http://info.worldbank.org/governance/wgi2007/)
«Governance consists of the traditions and institutions by which
authority in a country is exercised. This includes the process by which
governments are selected, monitored and replaced; the capacity of the government
to effectively formulate and implement sound policies; and the respect
of citizens and the state for the institutions that govern economic and
social interactions among them».
24 Report
Our Global Neighbourhood, The Commission on Global Governance (1995) Oxford
University Press. La Commissione fu attivata nel 1992 con il pieno supporto
del Segretario Generale delle Nazioni Unite Boutros Boutros-Ghali. Vedi
http://www.gdrc.org/u-gov/globalneighbourhood/ chap2.htm
25 dalla
trascrizione dellintervento di Vint Cerf al workshop on Internet Governance
Forum, tenutosi in occasione del del 29o International Public ICANN Meeting
di San Juan, Puerto Rico, 28 giugno 2007: «Vorrei incominciare suggerendo
un termine che potrebbe definire Internet e la sua infrastruttura sotto
una prospettiva differente. Utilizzerò il termine ECOSISTEMA.
Vorrei suggerire a voi che Internet è realmente una specie di economia
ed ecologia, composta da un numero straordinario di parti differenti. Se
pensiamo a Internet solo come una infrastruttura fisica di telecomunicazioni
(i router, le aziende che offrono i servizi di rete) stiamo limitando la
consapevolezza di quello che fa funzionare la rete. Ovviamente, le altre
parti del sistema (i nodi, i web server, gli applicativi e-mail, le aziende
che offrono tali servizi) fanno parte dell'ecosistema. Il sistema dei nomi
di dominio e i vari suoi componenti, inclusi i root servers e tutti gli
altri che girano su livelli diversi nel DNS, sono parte di questo ecosistema.
Ma vorrei prescindere dalle risorse fisiche di Internet, in quanto tale
ecosistema è molto più vasto di questo. Potete includere
anche gli aspetti legali e regolatori, secondo i quali opera Internet».
26 Vedi
http://www.itu.int/wsis/docs2/tunis/off/6rev1.html
27 Quattro
libertà sanciscono questi principi: la libertà di eseguire
il programma, per qualsiasi scopo; la libertà di studiare come funziona
il programma e adattarlo alle proprie necessità; la libertà
di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo; la libertà
di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti,
in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio. http://www.italy.fsfeurope.org/documents/freesoftware.it
.html
28 http://giganet.syr.edu/
29 Vedi
il sito del GAC a http://gac.icann.org/
30 World
Intellectual Property Organization si occupa dal 1970 dei problemi della
proprietà intellettuale nel mondo, assicurando la cooperazione amministrativa
tra le organizzazioni già presenti nel settore, partecipando ad
accordi, fornendo assistenza tecnica e legale agli stati, etc.. È
una organizzazione internazionale che opera come agenzia speciale delle
Nazioni Unite, deputata all'amministrazione dei trattati internazionali
in materia di proprietà intellettuale e ad assistere i governi,
le organizzazioni ed il settore privato nell'affrontare le problematiche
legate alla Proprietà Intellettuale. Tuttavia WIPO non si è
avocata direttamente il potere di comporre le dispute che si presentano
nell'ambito di questi trattati. Ciò nonostante il "WIPO Arbitration
and Mediation Center" è diventato il più grande ed accreditato
centro per la risoluzione delle dispute "Dispute Resolution Service
Provider - DRSP" su scala mondiale e risolve anche le dispute sui
nomi a dominio secondo le regole fissate da ICANN (vedi http://www.wipo.org).
31 Vedi
New gTLD Program: http://www.icann.org/topics/new-gtld-program.htm
32 Generic
Names Supporting Organizationdi ICANN http://gnso.icann.org/
33 Country
Code Names Supporting Organisation di ICANN http://ccnso.icann.org/
34 Number
Resources Organization (http://www.nro.org) Creata dai "RIRs - Regional
Internet Registries" per formalizzare i loro sforzi cooperativi, NRO
è nata per gestire l'insieme delle risorse IP non ancora assegnate
del "Number Resource pool", per promuovere il processo bottom-up
dello sviluppo delle policy e per fungere da punto di raccolta per i suggerimenti
della comunità Internet, all'interno del sistema dei RIRs. NRO opera
anche come Address Supporting Organization di ICANN.
35 Internet
Assigned Numbers Authority (http://www.iana.org) è l'autorità
originariamente responsabile della supervisione sull'assegnazione degli
indirizzi IP, del coordinamento dell'assegnazione dei parametri di protocollo
previsti dagli standard tecnici di Internet, dell'amministrazione del DNS,
ivi compresa la delegazione dei domini di primo livello, ed anche la supervisione
sul sistema dei "root name server". Sotto il controllo di ICANN,
lo IANA continua a distribuire gli indirizzi ai RIR, coordinarsi con IETF
ed altri per assegnare i parametri di protocollo e sorvegliare sull'operatività
del DNS.
36 Leggi
i commenti di M.L. Mueller sulla revisione a medio termine del JPA: http://www.ntia.doc.gov/ntiahome/domainname/jpacom
ments2007/jpacomment_026.pdf
37 Internet
Governance Project (IGP) è un consorzio interdisciplinare di accademici
con esperienze teoriche e pratiche di politica internazionale, di politica
di Internet e di tecnologie della comunicazione e delle informazioni. L'IGP
sta conducendo alcune ricerche e pubblicando le relative analisi sull'Internet
Governance. Parte del lavoro è volto a contribuire al processo dello
IGF, al gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sull'Internet Governance ed
a tutti i relativi dibattiti a livello internazionale, regionale e nazionale.
(http://www.igp.org)
38 ITU
http://www.itu.int/ è unorganizzazione internazionale allinterno
dello United Nations System in seno alla quale i settori pubblico e privato
collaborano per lo sviluppo delle telecomunicazioni. Fondata nel 1985 è
la più vecchia agenzia delle Nazioni Unite nel settore delle telecomunicazioni.
Da tempo lo ITU si occupa anche dei problemi relativi ad Internet ed in
particolare alla convergenza dei media. ITU partecipa alle attività
di standardizzazione e si coordina anche con IETF. In certi campi vi è
sovrapposizione di competenze tra ITU ed ICANN; ITU rappresenta unorganizzazione
intergovernativa mentre ICANN è unorganizzazione privata gestita
con criteri internazionali. I riferimenti delle attività di ITU
relative alla gestione di Internet si trovano allindirizzo: http://www.itu.int/osg/spu/intgov/
39 Internet
Exchange Point: Consentono l'interscambio di traffico locale senza che
sia necessario accedere ad un backbone internazionale. Gli IXP non sono
esclusivamente di interesse per i paesi in via di sviluppo, in Europa esistono
già alcuni IXP. Fra gli IXP in Italia opera il MIX (Milan Internet
eXchange http://www.mix-it.net), che consente notevoli risparmi economici
agli ISP collegati.
40 Il
documento dal titolo BUILDING A FREE AND SAFE INTERNET (approvato a Strasburgo
il 10 Augusto 2007) è anche disponibile sul sito dellIGF (http://www.intgovforum.org/)
41 Promozione
dellamministrazione elettronica e della società dellinformazione
e della conoscenza nel sistema regionale. Disciplina della Rete telematica
regionale toscana.
42 Banda
larga nelle aree rurali della Toscana: http://www.e.toscana.it/bandalarga/
43 Aiuto
di Stato n° N 264/2006 Italia. Banda larga nelle aree rurali della
Toscana: http://ec.europa.eu/community_law/state_aids/comp- 2006/n264-06.pdf
44 http://unesdoc.unesco.org/images/0012/001271/127160m.pdf
45 http://www.relpe.org
46 http://www.ubuntu.com
47 Iniziativa
del governo Brasiliano sulla interoperabilità e standards, creata
dal Ministro dellInnovazione.
48 Science
Commons è un progetto di Creative Commons che ha il compito di incoraggiare
l'innovazione scientifica, facilitando agli scienziati, alle università
e alle industrie, l'uso di letteratura, dati e altri oggetti di proprietà
intellettuale e la condivisione della loro conoscenza con gli altri. Science
Commons si vale della vigente legislazione sul copyright e sui brevetti
per promuovere strumenti giuridici e tecnici volti a eliminare le barriere
alla condivisione. Vedi la sessione dedicata al progetto al sito www.creativecommons.it
49 Le
licenze Creative Commons offrono diverse articolazioni dei diritti d'autore
per artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatori che
desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere. Vedi il sito
www.creativecommons.it
50 We
recognize that freedom of expression and the free flow of information,
ideas, and knowledge, are essential for the Information Society and beneficial
to development.
51 [46]
We call upon all stakeholders to ensure respect for privacy and the protection
of personal information and data, whether via adoption of legislation,
the implementation of collaborative frameworks, best practices and self-regulatory
and technological measures by business and users. We encourage all stakeholders,
in particular governments, to reaffirm the right of individuals to access
information according to the Geneva Declaration of Principles and other
mutually agreed relevant international instruments, and to coordinate internationally
as appropriate. [90] We reaffirm our commitment to providing equitable
access to information and knowledge for all, recognizing the role of ICTs
for economic growth and development. We are committed to working towards
achieving the indicative targets, set out in the Geneva Plan of Action,
that serve as global references for improving connectivity and universal,
ubiquitous, equitable, non-discriminatory and affordable access to, and
use of, ICTs, considering different national circumstances, to be achieved
by 2015, and to using ICTs, as a tool to achieve the internationally agreed
development goals and objectives, including the Millennium Development
Goals, [...]
52 Convenzione
internazionale del 25 giugno 1998, sullaccesso alle informazioni, la partecipazione
del pubblico ai processi decisionali e laccesso alla giustizia in materia
ambientale, sottoscritta ad Aarhus il 25 giugno 1998. Poi ratificata con
Legge del 16 marzo 2001, n. 108 (Suppl. alla G.U. n.85 dell11 aprile 2001).
53 a http://www.quadernionline.it/spam_2004/indice.html
vedi il Quaderno edito da ISOC Italia: La rete contro lo spam.
54 Le
registrazioni audio in lingua originale sono disponibili on line: http://www.igfbrazil2007.br/audio-archive.htm
55 http://internet-bill-of-rights.org/
56 Società
Internet - ISOC Italia, Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella
P.A. italiano, Ministero della Cultura Brasiliano, IP Justice, Centre for
Technology and Society, Fundação Getulio Vargas, Brasile,
Free Software Foundation Europe, Committee for a Democratic United Nations,
Germania, Institute of International Law, Università di Graz, Austria,
Net Dialogue Project (Università di Harvard e Stanford) e Alfa-Redi
(Peru).
57 Documento
originale: http://www.internet-bill-ofrights. org/file/pdf/Joint%20Declaration%20Brazil-
Italy.pdf. Una traduzione in italiano - non ufficiale - è riportata
fra i documenti raccolti in questo Quaderno.
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