HAPPY BIRTHDAY INTERNET SOCIETY !

CAPITOLO IV "PENSA GLOBALMENTE AGISCI LOCALMENTE"

4.1 Le Reti per la Riceca in Africa nel primi anni '90

Il progetto RINAF
The RINAF project
Adriana Lazzaroni
  • Era l'inizio del 1992 quando, ancora fresca di diploma di laurea, lavoravo da qualche mese come contrattista al Consorzio Pisa Ricerche (CPR) seguendo l'organizzazione di un convegno internazionale coordinato dal CNR. Un bel giorno il Direttore del CPR, Mariano Andrenucci, mi disse che il Direttore dell'Istituto CNUCE del CNR di Pisa, Stefano Trumpy, lo aveva contattato per sapere se tra il personale in servizio presso il CPR vi era qualcuno che avesse esperienza di relazioni internazionali e soprattutto che parlasse correntemente le lingue inglese e francese. Io chiesi il perchè e mi fu risposto: "Perchè dovrai interagire con i paesi dell'Africa francofona e anglofona".
  • Data la mia allora recente specializzazione post laurea in Cooperazione con i Paesi in via di Sviluppo, l'occasione mi sembrò propizia e stimolante e così mi recai una mattina in Via Santa Maria per un colloquio preliminare con Stefano Trumpy, allora Coordinatore Tecnico del Progetto RINAF (Regional Informatics Network for AFrica). Pochi giorni dopo mi trovai a lavorare per lo sviluppo delle attività del progetto RINAF dell'UNESCO il cui scopo era quello di contribuire alla diffusione e all'uso della rete Internet in centri di ricerca e università in oltre 20 paesi del continente africano.
  • Attività a cui mi dedicai per un lungo periodo di tempo dal 1992 al 1998. Quel colloquio segnò indubbiamente l'inizio della mia avventura Africana, oltre all'entusiasmante impatto con il mondo di Internet e delle reti per la ricerca e, contemporaneamente, l'avvio della mia attività lavorativa al CNR. Finanziato dal Governo Italiano insieme ad un piccolo contributo del governo Coreano, il Progetto RINAF fu concepito nel 1989 dal Programma Intergovernativo di Informatica dell'UNESCO (IIP Programme) e lanciato ufficialmente qualche anno dopo a Dakar nel 1992. Il Programma IIP evidenziava il ruolo delle reti di computer quale mezzo per promuovere la cooperazione internazionale e interregionale oltre a porre in risalto l'importanza del loro utilizzo per ridurre l'isolamento di centri e istituzioni di ricerca dei paesi in via di sviluppo e per incoraggiare la comunicazione e la condivisione di informazioni tra ricercatori, tecnici e utenti finali.
  • Gli obbiettivi principali del progetto erano i seguenti:
    • " fornire accesso ai servizi telematici di base (posta elettronica, accesso a banche dati, liste di discussione, bollettini elettronici etc.);
    • " favorire il dialogo e lo scambio di informazioni tra ricercatori africani e tra questi ultimi e il settore privato;
    • " ridurre l'isolamento di istituti e centri di ricerca africani;
    • " accrescere la consapevolezza dell'importanza dei servizi di rete in Africa;
    • " formare un gruppo di tecnici e operatori specializzati nella gestione dei servizi di rete;
    • " creare una struttura e un nucleo di persone che, al termine del progetto, fossero in grado di gestire le infrastrutture e i servizi di rete realizzati da RINAF.
  • Secondo la struttura gerarchica adottata dall'UNESCO, il progetto RINAF istituì cinque "nodi regionali", uno per ognuna delle cinque regioni in cui fu suddiviso il continente (nord, sud, est, ovest e centro) e circa una decina di "nodi nazionali".
  • I nodi regionali (Algeria, Kenya, Senegal, Nigeria e Zambia) avevano il compito di gestire e coordinare le attività progettuali nell'ambito della propria regione in collaborazione con i nodi nazionali (Algeria, Egitto, Guinea, Kenya, Tanzania Nigeria, Senegal, Costa d'Avorio, Swaziland e Zambia) stabilendo connessioni di rete regionali e internazionali.
  • All'Istituto CNUCE del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa, fu assegnato il coordinamento tecnico del progetto RINAF attraverso l'ausilio di una struttura di supporto per l'implementazione delle molteplici attività previste dal progetto.
  • Nel 1992, anno di lancio del Progetto, I componenti della squadra erano Stefano Trumpy (Coordinatore Tecnico), Laura Abba, Adriana Lazzaroni e Abraham Gebrehiwot.
  • Andando indietro con la memoria a quegli anni credo di poter affermare che la nostra attività in favore della diffusione di Internet in quei paesi fu davvero pioneristica.
  • La nostra missione consisteva nell'acquisire e trasferire attrezzature, nel fornire assistenza tecnica per realizzare le connessioni di rete, nell'organizzare corsi di formazione per ciascuna regione del continente gestendo il trasferimento di uomini e mezzi tra mille difficoltà logistiche, problematiche burocratiche e tecniche.
  • Inviare un fax ad uno dei centri di ricerca africani coinvolti poteva richiedere anche un'ora, tanto che fui presto soprannominata da alcuni miei colleghi "la ragazza del fax" dato il tempo che trascorrevo accanto a quel mezzo di comunicazione, allora ancora prezioso, per interagire con l'Africa.
  • Tutto nella speranza di poter inviare poche pagine per comunicare ai nostri colleghi africani che li invitavamo a partecipare ad un corso di formazione sulle reti, per avvisarli che l'hardware e software concordato era stato spedito via cargo ai loro istituti o per informarli che nostri tecnici CNR erano in procinto di raggiungerli per assisterli nell'installare il materiale appena spedito.
  • Dal punto di vista dell'attivazione e mantenimento delle connessioni ad Internet ricordo con grande soddisfazione gli ottimi risultati raggiunti in paesi quali la Nigeria e l'Algeria. Nel primo dei due paesi abbiamo attivato nel 1994 la prima connessione, di tipo UUCP dial up tramite linea telefonica commutata, tra il CNR-CNUCE e lo Yaba College of Technology di Lagos che è stata successivamente estesa ad altri centri di ricerca nigeriani.
  • In Algeria è stata attivata una connessione ad Internet dal CERIST (Centre d'Etude et de Recherche sur l'Information Scientifique et Technique) di Algeri al CNUCE tramite linea dedicata a 9600 bps, anch'essa a partire dal 1994.
  • Il mio collega etiope Abraham Gebrehiwot si dedicava inoltre alla installazione e gestione del nameserver primario al CNUCE per la Nigeria (.ng), alla registrazione dei sottodomini sotto il .ng e alla gestione del nameserver primario per l'Algeria (.dz). Presso il CNUCE si gestivano anche le liste di discussione del progetto (RINAF-L, RINAF-T, RINAF-R) e le mailing list (CAMNET, NGR-MAIL, SENEGA-L, GUINEQ-L), una sorta di blog del tempo attraverso cui i componenti delle comunità africane che risiedevano a Pisa potevano tenere i contatti e comunicare con i loro connazionali.
  • In quegli anni un certo numero di progetti furono lanciati su iniziativa di alcuni governi, del settore privato e istituzionale dei paesi occidentali e in alcuni casi dagli stessi paesi africani.
  • Per questo motivo decidemmo, ove possibile, di investire i finanziamenti disponibili in cooperazione con le iniziative già esistenti a favore dello sviluppo di Internet in Africa quali: IDRC/ECA (Cabeca Project), ITU, UNDP, USAID (Leland Initiative), World Bank, IDRC, RIO-Orstom, HNET, REFER etc.
  • Al fine di facilitare i collegamenti alla rete, in alcuni casi decidemmo di supportare, i costi iniziali di traffico (3-6 mesi) stipulando contratti con gli Internet service providers e altre organizzazioni locali ritenute affidabili quali: Africa Online (Kenya), Padis and Ethiopian Telecommunication Agency (Etiopia), Orstom Rio e Sonatel (Senegal), AUPELF-UREF (Costa d'Avorio), Socatel (Repubblica Centrafricana).
  • Il progetto raggiunse risultati consistenti in quasi tutti i 15 paesi coinvolti nella prima fase, nonostante la struttura gerarchica regionale adottata inizialmente dall'UNESCO non si fosse rivelata sempre efficace causando a volte un notevole rallentamento o impedendo addirittura la realizzazione degli obbiettivi del progetto in alcuni paesi.
  • Ciò fu dovuto principalmente alla reticenza o all'impossibilità di alcune istituzioni scientifiche africane (nodi regionali) di svolgere funzioni di coordinamento delle attività progettuali a livello regionale, in collaborazione con i centri di ricerca dei paesi confinanti.
  • Pertanto decidemmo, ove possibile, di incoraggiare collegamenti alla rete più efficaci ed economicamente più vantaggiosi, direttamente dagli istituti e dai centri di ricerca (nodi nazionali) che si rivelavano tecnicamente più avanzati, fornendo gli strumenti e l'assistenza tecnica necessaria.
  • Questo approccio si rivelò particolarmente efficace in quasi tutti i casi. Dal 1992 al 1998 le nazioni africane con le quali la struttura tecnica di supporto del CNR collaborò e interagì assiduamente per la realizzazione del progetto furono: Algeria, Mauritania, Marocco, Kenya, Tanzania, Etiopia, Nigeria, Camerun, Repubblica Centrafricana, Senegal, Costa d'Avorio, Zambia, Swaziland, Namibia, Zimbabwe e Niger.
  • Un successivo finanziamento proveniente dal Ministero Affari Esteri permise il proseguimento delle attività, cosiddetto "RINAF Project Extension", in ulteriori 4 paesi: Etiopia, Eritrea, Angola e Nigeria.
  • Nel portare avanti le varie attività siamo entrati in contatto non soltanto con istituzioni di ricerca ma anche con organizzazioni delle Nazioni Unite e con organismi di governo incaricati di favorire lo sviluppo delle tecnologie ICT.
  • È stata un'esperienza arricchente anche se a volte abbiamo dovuto fare i conti con una mentalità locale un po' retrograda e poco democratica.
  • L'attività di formazione e di "capacity building" e a favore dei tecnici e del personale africano ha costituito una delle attività prioritarie, realizzata attraverso l'organizzazione di 10 corsi regionali e nazionali tenuti in vari paesi africani con la quale abbiamo cercato di far passare l'idea che puntare su Internet era la scommessa vincente per uno sviluppo sostenibile. Una vera sfida che ha richiesto notevole impiego di mezzi e di tempo.
  • Far uscire e organizzare la missione di decine di giovani provenienti da 20 Paesi diversi del continente, significava allora imbarcarsi in problematiche tecnico logistiche e di visti di ingresso non indifferenti; inoltre, il budget a disposizione per l'espletamento di tutte le attività del progetto (un milione di dollari iniziali) imponeva comunque l'ottimizzazione delle spese e la collaborazione con le autorità e con gli organismi di gestione delle reti telefoniche locali.
  • Fu cosi che, esattamente vent'anni fa, organizzammo il primo corso regionale di formazione RINAF per operatori di sistemi di rete africani presso il CNR-CNUCE nel Novembre 1992. L'anno seguente il medesimo corso fu tenuto a Ile-Ife in Nigeria nel 1993 e successivamente in altre otto sedi diverse.
  • In quegli stessi anni inoltre abbiamo fatto partecipare decine di tecnici e operatori di reti appartenenti alle varie università africane ad eventi e convegni internazionali sulle reti per favorirne l'aggiornamento e l'integrazione nel contesto internazionale dell'Information Society e della sua rapida evoluzione.
  • In quel periodo la Internet Society aveva avviato, nell'ambito delle Conferenze internazionali INET (International NETworking Conferences), l'organizzazione di specifici "Workshop for developing countries" che rappresentarono per i referenti africani di RINAF un'occasione preziosa per interagire, scambiare idee ed integrarsi nell'ambiente delle reti. Dal CNR organizzammo quindi la partecipazione di decine di delegati africani a vari eventi quali; INET91 (Copenhagen), INET92 (Kobe), INET93 (San Francisco), NSC 92 Network Services Conference (Pisa, Italy), e HELINA 93 - International Conference on Health Informatics in Africa (Ile-Ife, Nigeria).
  • Di recente, insieme ai colleghi impegnati al tempo nella realizzazione di RINAF, sono stata invitata, nei giorni dell'Internet Governance Forum 2011, ad un Workshop internazionale dal titolo "African Internet oldies to share with the young", organizzato dal Kenya Internet Governance Steering Committee e da iHub Kenya, a Nairobi lo scorso Settembre 2011.
  • L'evento ha visto la partecipazione di Vint Cerf e di alcuni tra i principali protagonisti dello sviluppo della rete Internet in Africa a partire dai primi anni novanta. Ognuno ha avuto modo di rivivere e raccontare ad una platea di giovani, principalmente kenyoti (nativi digitali, informatici, imprenditori, operatori di rete dello iHub, utenti e appassionati di Internet in generale, etc.), la nascita dei primi collegamenti alla rete nel continente africano e che cosa ha significato realizzarli al tempo.
  • Una delle domande rivoltami con più frequenza dai giovani in quell'occasione, che potrebbe mettere un pugile all'angolo del ring, e stata: "Che cosa è rimasto di quella vostra missione?".
  • La risposta non ha tardato ad arrivare. "Abbiamo realizzato e lasciato collegamenti stabili alla rete Internet in università e centri di ricerca ma soprattutto abbiamo cercato di contribuire a diffondere la cultura dell'importanza di Internet per lo sviluppo di un Paese".
  • Credo infatti di poter affermare che i consistenti sforzi logistici, organizzativi ed economici sono stati ampiamente ripagati.
  • Oggi abbiamo la certezza che ci sono ricercatori e tecnici africani che operano a livello governativo e universitario nei loro rispettivi Paesi grazie anche alla preparazione ricevuta da RINAF venti anni fa ed è sicuramente motivo di soddisfazione per noi aver contribuito a questo, facendo intuire l'importanza di Internet per favorire la crescita, ridurre l'isolamento, e per incoraggiare la comunicazione e la condivisione di informazioni e di idee a livello globale.
Happy Birthday ISOC
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