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L'Internet
costituisce un servizio generico per eccellenza: interconnessione neutrale
d'informazione automatica. A livello
universale ovviamente: l'Internet non ha confini, per definizione. Un elementare
corollario di cronaca e storia, e storiografia, è che un "Contributo
italiano alla evoluzione dell'Internet" è una moneta composta
da due facce fisiologicamente intrecciate: l'insediamento locale dei nodi
strutturali di rete, e il loro rispettivo cordinamento internazionale.
In pratica:
dagli anni '80, in tutto il mondo, con tempi e ritmi nazionali diversi,
le comunità d'avanguardia dell'università e della ricerca
hanno agganciato, importato, distribuito localmente, testato vari prototipi
di rete a fini di servizi fondamentali: distribuzione di calcolo, trasferimento
di files e posta elettronica. All'epoca
concorrevano a diventare standard: 
alcune
reti proprietarie [con in testa DECNET della Digital e SNA della IBM];
una rete
istituzionale politicamente appoggiata dalle istituzioni europee [X25 OSI];
e una
più duttile rete aperta e neutrale statunitense, non proprietaria
proprio per vincolo originario di progetto della sua matrice accademico
militare [ARPANET]: lo stack protocollare TCP/IP.  Dall'inizio
degli anni '90 i contatori di rete evidenziano una verità molto
semplice: "tutti vogliono TCP/IP".
L'aspetto
che ci interessa documentare in questo Quaderno è il processo per
cui l'Italia fu una delle prime sponde transatlantiche continentali e globali
di una internazionalizzazione egemonica dell'Internet così come
la conosciamo, cioè nella sua vincente versione neutrale. Casi di
scuola del contributo italiano alla evoluzione dell'Internet furono una
tempestiva interfaccia CNUCE alll'ARPANET e in sequenza l'accreditamento
che IANA riconobbe il 23 dicembre 1987 [una delle prime delegazioni europee],
sempre al CNR-CNUCE, per la gestione del ccTLD .it. Il filo
logico del capitolo parte dalle disseminazioni italiane originarie di tale
inter-net-working e documenta gli sviluppi nazionali e i coordinamenti
internazionali dei suoi nodi strutturali: 
Reti della
Ricerca, Registri
dei Nomi a Dominio, Uffici
di Regola e Protocollo, Internet
Exchange degli operatori.  Il capitolo
si risolve nel progressivo trasferimento di know how dalle reti accademiche
e della ricerca a quelle civili e infine business: agli albori dell'Internet
di massa, quando Internet "sfonda nel mercato" e pervade quindi
gli standard esistenziali delle comunità e delle persone.  |