US PRINCIPLES ON THE INTERNET’S DOMAIN NAME

AND ADDRESSING SYSTEM (GIUGNO 2005)

COMMENTO DI STEFANO TRUMPY

Il 30 giugno 2005, in occasione della conferenza 2005 della Wireless Communications Association, il governo USA (attraverso Michael Gallager, Amministratore del NTIA ed assistente del Segretario per il Commercio del governo degli USA) ha scelto di prendere posizione in merito alla questione dell’internazionalizzazione della gestione del Domain Name and Addressing System (DNS) dell’Internet, argomento di cui si sta parlando in ambiente WSIS/WGIG.

Qui di seguito è riportato il testo originale della dichiarazione, commentato frase per frase.

TESTO ORIGINALE DELLA POSIZIONE USA

"The United States Government intends to preserve the security and stability of the Internet’s Domain Name and Addressing System (DNS). Given the Internet's importance to the world’s economy, it is essential that the underlying DNS of the Internet remain stable and secure. As such, the United States is committed to taking no action that would have the potential to adversely impact the effective and efficient operation of the DNS and will therefore maintain its historic role in authorizing changes or modifications to the authoritative root zone file."

Il significato di questa frase è chiaro; le soluzioni diverse che sono state espresse nel dibattito internazionale sin qui non danno, a giudizio del governo USA, l’assicurazione che venga preservata la sicurezza e la stabilità del DNS dell'Internet. Prevale il timore che un eventuale controllo da parte di qualche branca dell'ONU possa introdurre una gestione burocratica statalista dell’Internet.

"Governments have legitimate interest in the management of their country code top level domains (ccTLD). The United States recognizes that governments have legitimate public policy and sovereignty concerns with respect to the management of their ccTLD. As such, the United States is committed to working with the international community to address these concerns, bearing in mind the fundamental need to ensure stability and security of the Internet’s DNS."

Alle nazioni viene riconosciuta la sovranità per quanto riguarda la gestione dei così detti country code Top Level Domain come il ".it", per fare l'esempio di casa nostra. Questa precisazione si è resa necessaria dopo le molte prese di posizione che sono state espresse da parte dei registri e dei governi, per quanto riguarda la registrazione dei nomi a dominio nei country code. La legittimazione dei registri nazionali ed il modello legislativo sotto il quale essi operano è questione chiaramente non di competenza di ICANN; ICANN ha il compito di curare quelle regole di tipo generale che permettono a tutti i ccTLD di fare parte di un sistema unico e coerente.

"ICANN is the appropriate technical manager of the Internet DNS. The United States continues to support the ongoing work of ICANN as the technical manager of the DNS and related technical operations and recognizes the progress it has made to date. The United States will continue to provide oversight so that ICANN maintains its focus and meets its core technical mission."

La struttura di ICANN, che era stata creata come esperimento di una organizzazione internazionale gestita dal settore privato con il supporto dei governi (attraverso il Governmental Advisory Committee), bottom up, multi stakeholder, transparent, etc. viene "promossa" con questa dichiarazione e deve essere mantenuta. Il previsto taglio del "cordone ombelicale" con il governo USA, con questa dichiarazione, sembrerebbe sospeso. Le dichiarazioni su questo tema fatte durante l’ultimo meeting ICANN di Lussemburgo (luglio c.a.) sono state che in sostanza nulla è cambiato circa la validità e lo scopo del MoU in corso. Il Mou prevede che il governo USA, qualora verificasse che la struttura di ICANN non è stata in grado di implementare tutti gli impegni del MoU, potrebbe passare il testimone ad un altra organizzazione privata. Allo stato delle cose, considerando che siamo alle porte del Summit di Tunisi e che in questo ambiente si parla di alternative quali affidare il controllo della rete a una struttura intergovernativa, appare impensabile che il governo USA, convinto sostenitore della autoregolamentazione del settore privato, possa dire tra un anno che ICANN ha fallito e che incarichi una altra organizzazione con caratteristiche analoghe.

"Dialogue related to Internet governance should continue in relevant multiple fora. Given the breadth of topics potentially encompassed under the rubric of Internet governance there is no one venue to appropriately address the subject in its entirety. While the United States recognizes that the current Internet system is working, we encourage an ongoing dialogue with all stakeholders around the world in the various fora as a way to facilitate discussion and to advance our shared interest in the ongoing robustness and dynamism of the Internet. In these fora, the United States will continue to support market-based approaches and private sector leadership in Internet development broadly."

Le discussioni in corso che riguardano la accezione ampia di Internet Governance comprendono certamente gli aspetti di sicurezza e fiducia degli utenti, lo spam, la protezione della proprietà intellettuale, della privacy, etc.; è opportuno che queste continuino. Il governo USA darà tutto il proprio supporto affinchè si giunga a concreti risultati. Si riconosce il fatto che su molti aspetti non esiste una organizzazione internazionale che riesca a trattare i problemi in modo unitario, come fa invece ICANN, limitatamente al DNS.

Questa posizione è stata resa pubblicata poco prima della presentazione da parte del WGIG del proprio rapporto (Ginevra, 18 luglio). Da notare che, durante le riunioni del WGIG nei mesi scorsi, i rappresentanti del governo USA avevano fatto solo affermazioni del tutto generiche.

Una dichiarazione di principi di questo tipo è facilmente interpretata come una correzione di rotta, rispetto a quanto era contenuto nel "libro bianco" predisposto nel 1998 dalla amministrazione Clinton-Gore; il libro bianco aveva dato il via all'esperimento ICANN e prevedeva un disimpegno della parte governativa USA nella gestione del DNS. Il successivo MoU fra ICANN e il DoC USA aveva inizialmente previsto tale disimpegno entro due anni; il periodo è stato poi esteso più volte, sino all’accordo attuale sulla data di settembre 2006.

Durante la vita di ICANN, mentre il governo USA predisponeva il disimpegno, paradossalmente, l’interesse sulla gestione del DNS da parte di altri governi è aumentato e questi sono entrati nella determinazione di voler esercitare funzioni di supervisione su ICANN, attraverso qualche organismo intergovernativo, come ad esempio lo ITU. Questo nuovo e crescente interesse degli altri governi alla gestione dell’Internet, unito alle paure post 11 settembre ed al cambio di amministrazione (da Clinton a Bush) avvenuto nel frattempo, spiegano le ragioni della apparente "marcia indietro".

Nelle riunioni di ICANN tenutesi a Lussemburgo nella seconda settimana di luglio, sia ICANN che il rappresentante del governo USA hanno dichiarato che la posizione espressa fotografa la situazione attuale e non intende prendere impegni per il futuro (dove in questo futuro ci sta prima il summit di Tunisi e poi il termine del MoU sopra citato). A questo "basso profilo" della dichiarazione molti non credono.

Senza dubbio la UE e la Europa allargata anche agli stati non membri avranno modo di discutere questa dichiarazione di principi e di trovare , ove possibile, una posizione unitaria sulla gestione internazionale della dell’Internet. Sarà necessario andare molto più sul concreto e ci saranno pareri presumibilmente divergenti da conciliare.

 

Da notare che nella dichiarazione si parla solo di DNS e non di Internet Governance in generale. Il governo USA si è riferito quindi esclusivamente alla sfera di attività di ICANN.

Quaderno WSIS 2005 indice
Documenti US