INTERVENTO DI STEFANO CACCIAGUERRA RANGHIERI

COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO DEL MAE

L'ICT L'ICT è oggi universalmente riconosciuto come una delle spinte propulsive per una crescita rapida e sostenibile di ogni paese nell'ambito del proprio processo di sviluppo. L'accelerazione tecnologica che stiamo vivendo ha reso disponibili strumenti di comunicazione e informazione sempre più potenti, capaci di trasformare profondamente le organizzazioni pubbliche e private.

Queste tecnologie si sono rivelate mezzi straordinari per i governi per migliorare la qualità, la velocità e l'affidabilità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese. Nei PVS offrono un'opportunità unica per entrare nel futuro, per accelerare il loro sviluppo economico e sociale e per beneficiare della rete informatica globale a basso costo.

Di fatto, però, oltre il 50% della popolazione mondiale è completamente esclusa dai benefici offerti dall'ICT, nonostante l'accesso alla informazione sia stato dichiarato "diritto fondamentale" nella Dichiarazione dei Principi approvata nel corso del WSIS -Vertice Mondiale sulla Società della Informazione - Ginevra dicembre 2003. Il solco del digital divide continua a rappresentare una marcata spaccatura tra paesi poveri e paesi industrializzati.

È quindi urgente concertare ed intraprendere azioni a livello nazionale, regionale ed internazionale per rimuovere gli ostacoli che attualmente impediscono -soprattutto ai PVS- l'accesso alle nuove tecnologie, promuovendo investimenti nelle infrastrutture, nella connettività e nelle diverse applicazioni di rete. Numerose sono le iniziative intraprese in questo settore a livello mondiale, la Digital Opportunity Task Force dei G8, l'ICT Task Force delle Nazioni Unite, l'African Information Society Initiative (AISI) che necessitano del sostegno -non solo finanziario- da parte di tutti i paesi, governi e organismi internazionali per identificare le modalità con cui la rivoluzione digitale potrà offrire benefici alla popolazione di tutto il mondo. In questo contesto, l'orientamento di dare particolare enfasi alle ICT per lo sviluppo dell'Africa, potrebbe facilitare l'integrazione dei paesi africani nel mercato globale ed aprire la via allo sradicamento della povertà ed alla crescita economica.

Identificando nello sviluppo delle ICT una delle priorità della NEPAD (New Partnership for Africa's Development), i paesi africani hanno dimostrato il loro impegno e la loro disponibilità a cogliere tutte le opportunità derivanti dalla rivoluzione digitale. Il superamento del digital divide richiede un ingente ammontare di risorse finanziarie, ben superiore alle reali disponibilità dei paesi donatori che per questo incoraggiano il settore privato a intervenire, soprattutto per coprire i costi delle attrezzature e dei relativi servizi e infrastrutture.

È evidente che per molti PVS, soprattutto i più poveri, lo sviluppo dell'ICT costituisce solo una delle priorità; tuttavia, la consapevolezza che le soluzioni offerte da un'adeguata applicazione dell'ICT possono rappresentare un importante strumento di sviluppo e di lotta alla povertà ha indotto sia i paesi donatori che quelli beneficiari ad adottare specifiche politiche in materia. Tali politiche hanno come obiettivo principale l'ampliamento dell'accesso alle ICT -abbassando i costi del software, della connettività e dell'hardware- e la creazione di siti web ed Internet in lingue locali.

L'intervento della cooperazione italiana in materia di ICT La cooperazione italiana è impegnata da oltre dieci anni a svolgere un'azione nel settore statistico (Albania, Mozambico, Cina, Etiopia, Capo Verde, Bosnia) e nell'assistenza ai processi elettorali (Etiopia, Eritrea, Messico) avvalendosi in larga misura del supporto delle tecnologie informatiche e nello specifico settore informatico (Egitto, Tunisia, Mozambico, Kosovo).

Sono state così gettate le basi per quello che attualmente viene definito e-government inteso come strumento di rafforzamento della democrazia e dello stato di diritto. I progetti attualmente in corso di realizzazione sono i seguenti:

  • Albania - Censimento della popolazione,
  • Mozambico - Sostegno allo sviluppo del sistema statistico nazionale,
  • Capo Verde - Rafforzamento del servizio statistico del Ministero dell'agricoltura. Creazione di un sistema permanente per le statistiche agricole,
  • Bosnia - Assistenza agli istituti di statistica di Sarajevo, Banja Luka e alla neo istituita Agenzia Centrale,
  • Kosovo - Sostegno alle tecnologie della informazione.

Nel corso del 2004 sono stati approvati dal Comitato Direzionale i seguenti progetti:

  • Mozambico - Rete di Governo per la pubblica amministrazione,
  • Mozambico - Centri di formazione tecnica nel settore dell'ICT.

L'e-government per lo sviluppo Con sempre maggiore attenzione la comunità internazionale guarda alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione per l'avvio di processi di crescita ed innovazione nei paesi in via di sviluppo. Politiche e strumenti per la riduzione del "digital divide" costituiscono ormai uno dei temi della globalizzazione di maggiore interesse. L'e-government per lo sviluppo riguarda l'applicazione delle nuove tecnologie informatiche e digitali alle attività amministrative e di governo dei PVS al fine di renderle più efficienti e trasparenti.

Ciò che si vuole realizzare non consiste in un semplice trasferimento "on-line" dei dati e procedimenti amministrativi, si tende piuttosto a trasformare, grazie alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, metodi ed organizzazione della pubblica amministrazione. Le nuove tecnologie, rappresentano nei PVS, uno strumento strategico per realizzare il "buon governo" che è una delle condizioni indispensabili per ottenere un aumento del volume e della efficacia degli aiuti internazionali.

L'iniziativa italiana di e-government Come noto, l'iniziativa italiana di e-government è stata lanciata dal Presidente del Consiglio (G8 Genova 2001) e avviata nel 2002 a seguito della Conferenza internazionale di Palermo sullo e-government per lo sviluppo.

A favore di tale iniziativa, realizzata in coordinamento con il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie (Unità Tecnica e-government per lo sviluppo - Struttura di Missione), la DGCS ha costituito quattro trust fund

  • con l'UNDESA (€ 4.000.000 nel 2002),
  • con la BID - Banca di Sviluppo Inter-Americana (€ 3.000.000 nel 2003),
  • con la Banca Mondiale - Gateway Foundation ($ 5.000.000 nel 2003) e con
  • l'UNDP (€ 2.000.000 nel 2003) investendo nel settore un totale di circa 14 milioni di euro.

Nel 2004 è stato avviato il progetto pilota per la messa in rete della pubblica amministrazione -rete di governo in Mozambico (Gateway Foundation) e definiti gli interventi nei seguenti paesi:

  • Bolivia, Honduras, Panama, Uruguay e Carabi (BID),
  • Albania, Macedonia e Giordania (UNDP),
  • Mozambico e Nigeria (Gateway Foundation).

Attraverso il trust fund dell'UNDESA sono stati finanziati alcuni seminari in materia di e-government (Sud Africa, ottobre 2002; Libano, luglio 2003; corsi per diplomatici provenienti da Africa, Caraibi e Balcani, Roma settembre 2003; eventi nell'ambito del WSIS a Ginevra dicembre, 2003 e del Forum della P.A. a Roma, maggio 2004).

Dal febbraio 2005 è stata creata presso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo una apposita unità di coordinamento sui temi ICT, e-government, early-warning (prevenzione e mitigazione dei tsunami nell'Oceano Indiano).

Il Vertice Mondiale sulla Società della Informazione (WSIS) Ginevra 2003 - Tunisi 2005 Il WSIS -che ha rappresentato il principale evento mondiale organizzato dalle Nazioni Unite nel 2003 nell'ambito dei "Millennium Development Goals"- si propone di affrontare tutte le questioni legate ai rapidi mutamenti che la rivoluzione tecnologica -assai più veloce di quella industriale del secolo scorso- ha determinato nel mondo della informazione.

L'accesso istantaneo alle informazioni e alla conoscenza è ancora negato a buona parte della popolazione mondiale, specie nei PVS dove è ancora molto limitato il numero di linee telefoniche e consequenzialmente l'utilizzazione di "Internet".

Il Vertice si colloca come un importante momento di aggregazione internazionale, al massimo livello, finalizzato a determinare un più concreto coinvolgimento della collettività internazionale, nelle sue componenti pubbliche e private, in una strategia globale per la riduzione del digital divide. Obiettivo del Vertice è quello di contribuire a creare una "Società della informazione" universale nella quale tutti i cittadini, attraverso un facile accesso all'ICT, possano liberamente creare, condividere e utilizzare l'informazione per il proprio sviluppo economico, sociale, culturale e politico.

Il "digital divide" genera povertà di informazione e conoscenza che limita fortemente la possibilità di crescita di numerosi gruppi della popolazione mondiale i quali, sempre più nettamente, sono separati da un profondo solco dai paesi più ricchi.

A conclusione della prima fase del Vertice, svoltosi a Ginevra dal 10 al 12 dicembre 2003 e preceduto da una serie di comitati di preparazione, sono stati adottati la Dichiarazione dei Principi e il Piano d'Azione che costituiscono l'avvio di una fase operativa multilaterale che promuoverà la realizzazione di nuove forme di cooperazione economica, sulla base di alcuni principi-base: la diffusione dell'accesso alla informazione, il concreto ampliamento della libertà di comunicazione e di informazione, la promozione della trasparenza e della "good governance".

Le tematiche di ICT si intrecciano sempre dappiù con gli obbiettivi della Dichiarazione del Millennio. Il compito di portare avanti le politiche del settore ICT verrà affidato ad un organismo "leggero" ed innovativo la "Global alliance for ICT" che dovrebbe coordinare i vari protagonisti nel settore della politica digitale: Governi dei Paesi Donatori e dei PVS, settore privato, ONG e centri di eccellenza accademici. I compiti e la struttura di tale organismo verranno definiti nel corso del Secondo Vertice WSIS di Tunisi (16 -18 novembre p.v.).

Sulla base di tali premesse potrà essere realizzata una Società dell'Informazione in cui la diffusione della conoscenza sia un patrimonio condiviso a livello globale, in modo da poter trasformare il "divario digitale" in "opportunità digitale". Nel periodo di tempo che ci separa dalla seconda fase del Vertice, prevista a Tunisi nel novembre 2005, verranno monitorati e valutati i risultati raggiunti; si cercherà inoltre di trovare una soluzione alle due questioni cruciali rimaste irrisolte: il governo di Internet e i meccanismi di finanziamento ai PVS in questo settore.

Nel giugno 2004 si è svolto ad Hammamet (Tunisia) il I° Prep.Com. (Preparatory Committee) conclusosi con l'adozione di un documento contenente una "road map" che illustra il percorso del processo preparatorio che porterà al Vertice di Tunisi del 2005.

In tale contesto abbiamo tutti apprezzato la tempestiva decisione del Ministro per l'Innovazione e Tecnologie Lucio Stanca che con il suo incontro con la Società Civile del 5 maggio u.s. ha voluto autorevolmente rilanciare i temi della leadership italiana in questo settore che sta vivendo un momento di forte espansione all'interno delle grandi tematiche dello sviluppo, che ha consentito di avviare una partnership fortemente innovativa tra il MIT e le competenti Direzioni Generali del MAE.

STEFANO CACCIAGUERRA RANGHIERI

  • Nato a Roma, si laurea in scienze politiche presso l'Università di Firenze.
  • Nel 78 inizia la carriera diplomatica. Ha ricoperto ruoli importanti presso il consolato di New York, le ambasciate di Venezuela, Messico, il Consolato di Chicago, la Rappresentanza permanente d'Italia presso l'O.N.U. in New York; è stato ambasciatore in Honduras.
  • Attualmente è responsabile della Unità tecnica centrale ICT, E-GOVERNMENT, EARLY WARNING della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del MAE.
  • Le attività nel settore delle ICT's (Information and Communications Technologies)
Quaderno WSIS 2005 indice
Cacciaguerra Ranghieri