INTERVENTO DI GIUSEPPE CRIPPA

ASSOCIAZIONE ONG ITALIANE

Credo che se si facesse un'indagine di opinione sull'atteggiamento delle ONG italiane sui temi al centro di questa discussione, probabilmente prevarrebbe l'idea di un atteggiamento di netta contestazione dell'impatto e del rapporto fra tecnologie avanzate dell'informazione e della comunicazione con la realtà del sottosviluppo e con la lotta alla povertà. In realtà le cose non stanno così. Da un lato vi è la presa d'atto della crescente e inarrestabile influenza - io direi delle opportunità - delle ICT ai fini dello sviluppo delle società e delle persone più povere nel mondo, e in secondo luogo c'è una volontà di collaborazione con le istituzioni e con il settore privato. Naturalmente con contenuti e modalità di dialogo che possono essere anche critici, talvolta molto critici, ma non pregiudizialmente critici.

Il terreno cui siamo più interessati è quello delle applicazioni da integrare nelle strategie, nelle metodologie e nei programmi settoriali di lotta alla povertà, consapevoli del fatto che la privazione dell'accesso all'informazione e alla conoscenza è uno dei fattori che aggrava e in molti casi causa la povertà, proprio perché toglie strumenti importanti per la crescita delle persone e del loro ruolo.

Sui contenuti più specifici al centro della riflessione di oggi - che toccano aspetti anche molto tecnici per la cui valutazione mi mancano le competenze - mi ritrovo nell'orientamento che va fin qui prevalendo. In sintesi le ONG italiane, unitamente alla comunità europea e internazionale del settore non governativo, sono impegnate perchè si affermino sistemi inclusivi di governance della rete con il coinvolgimento più largo possibile delle rappresentanze dei diversi protagonisti e portatori di interesse e di interessi. Toccherà ai responsabili politici ed istituzionali il non facile compito di trovare l'equilibrio più avanzato - diciamo pure il compromesso - che eviti i due estremi così ben illustrati dall'intervento dell'ing. Vittorio Bertola.

Sul problema dei meccanismi di finanziamento per la diffusione della società dell'informazione e per il superamento del Digital Divide., ed in particolare nel quadro della cooperazione internazionale e delle specifiche azioni di lotta alla povertà, ci dispiace di non aver avuto fin qui l'opportunità di un dialogo ravvicinato con il Ministero degli Affari Esteri. Si tratta invero dell'aspetto da cui discende la credibilità di tutto il processo, che dipende dalle risorse e in particolare dalle risorse pubbliche addizionali.

Questo è l'elemento per noi decisivo e più delicato, proprio perchè riguarda gli ambiti, i settori, i territori dove da soli il mercato ed i governi locali non ce la fanno. E per ragioni anche obiettive in presenza di rischi politici e dei rischi economici troppo elevati.

È per questo e a questo riguardo che devono emergere maggiormente il ruolo e il profilo del Ministero degli Affari Esteri, non soltanto attraverso la Direzione Generale degli Affari Economici, ma anche attraverso de Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo. E credo che con la DGCS sia quanto mai necessario organizzare un incontro specifico con il sistema delle organizzazioni non governative. L'Associazione delle ONG Italiane potrebbe farsi carico di fungere da cerniera anche con altre organizzazioni della società civile italiana attente e presenti in maniera qualificata su questi temi pur non disponendo di meccanismi istituzionali di collegamento e di rappresentanza.

Sul terreno della cooperazione internazionale le ONG sono in grado di offrire un apporto specifico, non solo come suscitatrici di partecipazione di base anche nei contesti più difficili, ma anche di capacità di intrecciare gli aspetti tecnici con l'organizzazione dello sviluppo locale, con la crescita delle capacità locali: dei singoli, delle comunità, ma anche delle istituzioni.

Questo incontro potrebbe anche consentire una valutazione del complesso delle azioni in campo da parte italiana: l'E-goverment, certo, ma anche le risorse e le azioni della cooperazione bilaterale, multibilaterale, multilaterale e dei privati. Potrebbe anche essere la sede per verificare possibilità di collaborazione, di razionalizzazione, senza illusioni dirigistiche, ma con l'intento comunque di conoscere e promuovere sinergie dell'intero "sistema Italia". Sarebbe ad esempio molto interessante una messa a fuoco delle concentrazioni geografiche e settoriali degli interventi, dalle quali nel medio e lungo periodo possono discendere anche opportunità per lo stesso sistema economico e produttivo nazionale. Potrebbe altresì essere stimolante verificare come le risorse dei privati possono interagire con la cooperazione allo sviluppo, mettendo con i piedi per terra (andando al di là della pur meritoria convegnistica) le tematiche legate al "global compact" e alla responsabilità sociale delle imprese. Un altro appuntamento presso il Ministero degli Esteri, questo con tutti i protagonisti riuniti qui oggi, dovrebbe riguardare la preparazione del Vertice di New York, previsto per il prossimo settembre, a cinque anni dalla Dichiarazione del Millennio.

Infine, mi rendo conto che sotto il profilo dei meccanismi di finanziamento i dossier in vista dell'appuntamento di Tunisi sono chiusi. Tuttavia l'Italia potrebbe farsi portatrice di una sollecitazione critica perchè le istituzioni finanziarie internazionali e multilaterali abbandonino anche nelle iniziative e nelle azioni legate alle ICT la riluttanza nei confronti dei progetti di piccole dimensioni, ciò in contraddizione con la dichiarata - dichiaratissima - disponibilità verso lo sviluppo locale, la società civile, le ONG, il sistema delle piccole e medie imprese, negando risorse a progetti che in molti contesti potrebbero fungere da virtuosi moltiplicatori.

GIUSEPPE CRIPPA

  • Giuseppe Crippa, Deputato alla Camera nella X legislatura (1987-1992), eletto nelle liste del PDS.
  • Attivo nell'Associazione ONG Italiane fin dalla costituzione nel 2000, è stato Presidente dell'ONG MOVIMONDO di Roma, una delle organizzazioni con grande esperienza di solidarietà e cooperazione con entità statali, organismi no profit e organizzazioni popolari di base dei Paesi in Via di Sviluppo.
  • L'Associazione delle ONG Italiane costituisce la forma più ampia e rappresentativa del panorama non governativo nazionale.
  • Lo scopo è quello di diffondere e sostenere la cultura e le politiche della cooperazione internazionale, con funzione di rappresentanza verso l'esterno ed incoraggiando le aggregazioni tra organizzazioni.
Quaderno WSIS 2005 indice
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