INTERVENTO DI VITTORIO BERTOLA

MEMBRO DEL WGIG

INTERVENTO DI VITTORIO BERTOLA MEMBRO DEL WGIG

Signor Ministro, signori presenti, porgo innanzi tutto i miei sentiti ringraziamenti per la possibilità di essere qui e di scambiare opinioni ed esperienze a proposito del World Summit on Information Society (WSIS) e in particolare del Working Group on Internet Governance (WGIG), del quale sono membro nominato dal Segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, su suggerimento del plenario della società civile internazionale presso il WSIS.

È bene ricordare che il WGIG è stato creato nel novembre 2004 in risposta a una richiesta venuta dal Summit di Ginevra: per la complessità dell'argomento e per la difficoltà di addivenire a una risoluzione comune da parte dei governi partecipanti alle negoziazioni del Summit, si era ritenuto che un gruppo di esperti, che includesse rappresentanti dei governi, del settore privato e della società civile, partecipanti a titolo personale e nel contempo latori delle diverse posizioni e delle diverse culture della rete, potesse lavorare ad un approfondimento e ad un successivo rapporto che presentasse le diverse opzioni per l'evoluzione della governance globale della rete, con particolare riferimento al problema del controllo sulle poche risorse centralizzate di Internet, come la root zone del Domain Name System e le politiche di allocazione degli indirizzi IP. Il gruppo di lavoro si è già riunito fisicamente tre volte, utilizzando intensamente le comunicazioni elettroniche per l'avanzamento dei lavori tra incontri successivi, e producendo nel contempo una notevole mole di documenti che coprono i vari aspetti di Internet, disponibili sul sito www.wgig.org. Una prossima riunione è prevista a giugno, mentre il rilascio del rapporto finale avverrà all'inizio del mese di luglio. Tale rapporto dovrebbe poi costituire la base delle negoziazioni intergovernative al terzo Comitato Preparatorio nel mese di settembre, che dovrebbe poi preludere ai risultati del summit di Tunisi.

Il WGIG ha inteso il problema della governance della rete in senso ampio, non limitato alla semplice prospettiva (pur importante) di una negoziazione intergovernativa sul controllo di specifiche risorse, ma esteso a problemi fondamentali per il futuro di Internet come lo spam, la proprietà intellettuale, l'estensione dell'accesso alla rete, il multilinguismo, solo per nominarne alcuni. A molti di questi problemi non corrisponde attualmente una istituzione o un processo chiaro per la loro risoluzione, e questa è una questione che il WGIG ha bene in vista sulla propria agenda. Ad ogni modo, all'interno e all'esterno del gruppo di lavoro si scontrano due concezioni opposte a proposito della governance della rete: quella del governo e del settore privato americani, che attualmente controllano Internet e le ICT per la quasi totalità, secondo cui l'autoregolamentazione dell'industria e la liberalizzazione totale dell'iniziativa privata sono le soluzioni da seguire; e quella di numerosi paesi in via di sviluppo, secondo cui Internet deve ritornare nell'alveo della tradizionale regolamentazione internazionale delle telecomunicazioni, con processi decisionali puramente governativi e con politiche economiche di tipo dirigista.

Tuttavia, il processo del WGIG ha reso evidente come la natura sia dei problemi che delle soluzioni riguardanti Internet sia complessa e basata su una pluralità di azioni di tipo diverso e in ambienti diversi. La natura della rete è intrinsecamente decentrata; allo stesso tempo, la sua evoluzione è determinata non soltanto dalla hard law dei governi, ma anche dalle scelte tecniche e politiche del settore privato e degli stessi utenti, che su Internet hanno un ruolo attivo, di creatori di contenuti, di applicazioni e di tecnologia, sconosciuto nei sistemi di telecomunicazione precedenti.

Vari esempi - il più clamoroso è forse quello legato alla distribuzione peer-to-peer di prodotti intellettuali in rete - dimostrano che politiche non condivise da tutti gli stakeholder portano soltanto ad un incremento della conflittualità, e ad una trasformazione in problemi delle opportunità aperte da Internet - il che, notoriamente, è il modo sbagliato di gestire il cambiamento. Al contrario, il processo interno al WGIG si è rivelato di grande utilità ed efficacia, portando forse per la prima volta ad un dialogo tra culture prima incapaci di comunicare, messe a confronto su decisioni concrete; per quanto non si possa ancora dire se i risultati finali confermeranno questa impressione, mi pare di poter dire che si tratti di un passo avanti nell'individuazione di forme di policy making innovative, efficaci e funzionali ad un ambiente complesso e globalizzato. Queste ragioni portano ad affermare che nessuno dei due modelli sopra citati possa funzionare nel ventunesimo secolo. È provato dai fatti che Internet non si può governare per decreto, e che vecchi modelli iper-regolamentati, ancora legati all'antico mondo delle telecomunicazioni nazionalizzate, sono inapplicabili e dannosi; allo stesso tempo, la totale libertà finora garantita al settore privato in molti aspetti dell'informatica e della telematica ha quasi sempre portato alla concentrazione del potere di indirizzo dell'ICT nelle mani di pochi grandi soggetti in poche grandi nazioni, e a politiche che antepongono l'interesse economico di pochi ai diritti dei cittadini, allo sviluppo sociale, alla creazione di impresa e di ricchezza diffusa, e, in ultima analisi, al bene della collettività.

Pertanto, un processo efficiente di governance della rete dovrebbe prevedere il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interessati - governi, aziende e utenti finali della rete - ed essere basato sul confronto aperto di idee e di ragioni, in modo da produrre cambiamenti condivisi, distribuiti ed ottenuti in base all'autorevolezza, anziché in base all'autorità. La rete è difatti un prodotto collettivo della somma di interessi individuali, e l'unico modo di indirizzarla è quello di orientare nella stessa direzione tale varietà di interessi.

Da questo ragionamento nasce la possibilità, se non la probabilità, che una delle raccomandazioni che saranno rilasciate dal WGIG incoraggi i governi nazionali a creare in ogni Paese strutture multi-stakeholder a cui affidare la definizione di indirizzi condivisi per la governance della rete, per quanto di competenza nazionale.

Vi sono già anche da noi alcuni tentativi, per quanto embrionali, di costruire forum di questo tipo: uno è questo stesso tavolo; un altro è la Commissione Regole del registro dei domini .it, erede della precedente Naming Authority. Vi sono anche controesempi (come la cosiddetta "legge Urbani" o la recente assimilazione dei nomi dominio a una mera questione di proprietà industriale) in cui l'assenza di questa concertazione ha generato scelte politiche non condivise, problemi oggettivi, e vive polemiche sui mezzi di informazione. Alla luce di queste considerazioni, credo sia giunto il momento anche per l'Italia, come già altre nazioni hanno fatto, di considerare l'adozione di uno strumento di questo genere, basato su procedure il più possibile inclusive, efficienti e trasparenti.

Prima di concludere, vorrei con estremo piacere ricordare il successo ottenuto nel far sì che il WGIG adottasse come sistema per la trasmissione video su Web delle proprie consultazioni ufficiali quello sviluppato presso il Politecnico di Torino dal gruppo dei professori Angelo Raffaele Meo e Juan Carlos De Martin, con la presenza di nostri ricercatori alle riunioni del WGIG in qualità di operatori. Si tratta di un risultato di eccellenza che merita una menzione in questa sede.

Ciò detto, ringrazio tutti i presenti per l'attenzione concessami, e resto a disposizione per una futura ulteriore interazione con le Istituzioni e con la nostra delegazione ufficiale, in vista del Summit di Tunisi e delle sfide che attendono l'Italia nell'implementazione di obiettivi tanto ambiziosi quanto strategici come quelli individuati dal Summit.

VITTORIO BERTOLA

  • Ingegnere, è nato e risiede a Torino.
  • È attualmente Presidente e Direttore Tecnico di Dynamic Fun, azienda da lui fondata che si colloca tra i leader dell'innovazione italiana nell'utilizzo di tecnologie wireless e Internet per il miglioramento dei processi logistici e commerciali delle grandi aziende e dei servizi delle pubbliche amministrazioni; precedentemente è stato Vice President for Technology di Vitaminic, dopo aver lavorato per Omnitel (ora Vodafone Italia) e per il Politecnico di Torino.
  • Oltre a collaborare con riviste di settore, si occupa da molti anni anche delle politiche di Internet a livello nazionale e internazionale; è stato nominato membro del Working Group on Internet Governance (WGIG) dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, e ricopre la carica di Chairman dell'At-Large Advisory Committee (ALAC), il comitato che rappresenta gli utenti della rete all'interno di ICANN.
  • È inoltre consigliere di Società Internet ed è stato membro per il 2004 della Commissione Regole del registro dei domini .it.
Quaderno WSIS 2005 indice
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