INTRODUZIONE

Alessandro Berni

  • Con questo quinto quaderno, che si inserisce nella collana "tecnologia, next generation", abbiamo voluto proporre degli approfondimenti di carattere tecnico sulle sfide della rete di oggi e sulle prospettive verso l'Internet del futuro.
  • Gli argomenti trattati si legano ad importanti temi della governance della rete, quali, ad esempio, la gestione delle risorse critiche (transizione da IPv4 a IPv6), la sicurezza, l'apertura della rete (neutralità, reti sociali).
  • L'obiettivo che ci siamo dati è duplice: diffondere la conoscenza dentro e fuori dal circolo degli addetti ai lavori e contribuire alla formazione di opinioni secondo l'approccio multistakeholder dell'Internet Governance Forum.


  • Si comincia con un contributo di Stefano Giordano sulla qualità del servizio nelle reti IP, ovvero sui meccanismi in grado di supportare diverse priorità tra applicazioni, utenti, flussi di dati, o di assicurare prestazioni predeterminate ad un flusso di dati.
  • Si tratta di funzionalità fondamentali specialmente per lo streaming in tempo reale di applicazioni multimediali come voice over IP, i giochi in linea e la IP-TV, che sono sensibili ai ritardi e spesso richiedono un bit rate prefissato. In questo articolo gli approcci "evoluzionistici" fino ad oggi proposti per la realizzazione di meccanismi di quality of service sulla rete Internet (ad es. Intserv, Diffserv) vengono affiancati agli approcci "tabula rasa", suggerendo la possibilità di intervenire in maniera radicale proprio sui componenti fondamentali della rete stessa.
  • La soluzione del dilemma tra "evoluzione" e "rivoluzione" non è certamente banale né dietro l'angolo, ma merita attenzione, poiché può essere trasposta anche al altri ambiti quali il supporto alla mobilità o la sicurezza.


  • Marco Sommani, invece, guarda al cuore della rete dettagliando i molteplici aspetti della coesistenza tra IPv4 e IPv6. Come è noto IPv4 mostra oggi evidenti limitazioni in termini di capacità e di scalabilità: in un certo senso potremmo definirlo come una vittima del proprio stesso successo.
  • Da un lato la diffusione di apparati mobili "IP-aware" (di cui l'iPhone e Google Android sono gli esempi più eclatanti, con previsioni di vendita nell'ordine di 100 milioni di unità nel 2010) e delle reti di sensori (che spaziano dalla Ambient Intelligence alle applicazioni per la sicurezza) introducono nuove necessità per interconnessioni di rete su larga scala, ben oltre il limite di 4.2 miliardi di indirizzi che è intrinseco all'IPv4.
  • Dall'altro, la crescita dell'Internet su scala globale sta conducendo rapidamente verso l'esaurimento degli indirizzi disponibili: a fine gennaio 2010 il 90% dello spazio degli indirizzi IPv4 è già stato assegnato e gli esperti stimano che sarà completamente esaurito entro la fine del 2012 (o del 2011, secondo alcuni scenari pessimistici).
  • La caratteristica principale dell'IPv6 risiede nel disporre in uno spazio di indirizzamento estremamente vasto (128 bits), 10 miliardi di miliardi di miliardi di volte più vasto che per l'IPv4 (32 bits). Questo spazio eccezionalmente ampio consentirà l'interconnessione di un numero di nodi molto maggiore di quello realizzabile oggi, eliminando la necessità di ricorrere alla Network Address Translation (NAT), una tecnica introdotta a metà degli anni 90 per mitigare la domanda di indirizzi "pubblici" Internet, al prezzo di un maggior livello di complessità nella rete.
  • L'abbandono del NAT dovrebbe consentire il ritorno ad una prospettiva "end-to-end", uno dei principi cardinali dell'Internet, supplementata da nuove opzioni per la mobilità delle reti e dei singoli nodi. Molte nazioni hanno sposato da tempo la causa dell'IPv6.
  • Gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno avviato da anni azioni di sensibilizzazione volte alla creazione di una maggiore coscienza sull'importanza della migrazione ad IPv6. I paesi dell'OCSE hanno sottoscritto nel 2008 una dichiarazione sul futuro della economia di Internet, incoraggiando i paesi membri all'adozione di IPv6. Il punto chiave è comprendere che questa migrazione non sarà indolore e priva di costi.
  • Per evitare di commettere "errori dell'ultimo minuto" è importante agire subito, implementando il nuovo standard ed intensificando iniziative di informazione rivolte verso tutte le categorie di utenti.
  • È dunque primaria responsabilità degli Internet Provider (e dei governi in maniera sussidiaria) di operare in tal senso, mitigando i rischi associati all'esaurimento degli indirizzi IPv4 e facilitando lo sviluppo di nuove architetture e nuovi servizi.


  • Il successivo intervento, scritto da Diego Merani, si occupa dell'"erosione" dei perimetri della sicurezza tradizionale, a causa dell'evoluzione dei modelli di business e di collaborazione, stimolando un dibattito sulla necessità di rivedere i modelli attuali di sicurezza a favore di un modello di protezione "end to end" coerente con le evoluzioni correnti sulla neutralità della rete e sulla migrazione a IPv6.
  • Qualunque approccio verso la sicurezza deve, chiaramente, offrire un bilancio accettabile in termini di rapporto costo-beneficio: la prospettiva di ripensare la sicurezza secondo i concetti di "overlay networks" e di "protected core networking" risulta, in questi termini, degna di attenzione.


  • Vittorio Bertola continua nel dipanare il fil rouge che lega i vari contributi parlando di neutralità della rete, un argomento di cui si parla molto in ambito internazionale.
  • Il concetto di non discriminazione tra i diversi servizi risale agli albori della nascita e dello sviluppo di Internet: stravolgimenti di questo concetto potrebbero portare a nuove dinamiche tra fornitori ed Internet Service Providers, con la creazione di situazioni in cui alcuni contenuti, servizi o utilizzatori potrebbero essere, tecnicamente, favoriti rispetto ad altri.
  • D'altro canto sono comprensibili le ragioni di chi opera in un'ottica di business, auspicando una evoluzione dei modelli economici per la tariffazione del traffico IP in grado di garantire l'evoluzione ed il miglioramento delle prestazioni della rete stessa.


  • Pouwelse, Garbacki, Epema e Sips, ricercatori dell'Università di Delft, guardano ad un diverso aspetto della neutralità della rete e del diritto d'autore, quello della produzione sociale basata su beni comuni (commons-based peer production), sia nel suo lato "pirata" che nel suo lato "samaritano".
  • Dai dati presentati emergono le oggettive difficoltà nel contenere questa nuova modalità di produzione e distribuzione orizzontale dei contenuti.
  • L'argomento proposto dagli autori è che un approccio restrittivo ostacola l'innovazione e provoca una grande discrepanza tra gli ordinamenti giuridici e le prospettive degli utenti.
  • Una riforma delle leggi sul copyright è pertanto necessaria: in mancanza di tale riforma le norme correnti risulteranno presto inapplicabili.


  • Il contributo successivo, curato dal sottoscritto, prende spunto dal quarantesimo anniversario della pubblicazione della prima Request for Comments per ricordare la nascita e l'evoluzione dei meccanismi attraverso i quali vengono definiti i protocolli di Internet.
  • La valenza di questi meccanismi assume un valore ulteriore per i soci di ISOC, dove processi "informali" che hanno consentito lo sviluppo della rete come la conosciamo vengono sostenuti attraverso il supporto legale e finanziario della "casa madre" a cui Società Internet - ISOC Italia afferisce: un importante servizio per tutta la comunità della rete ed un primario obiettivo statutario per la nostra associazione.


  • Dulcis un fundo un contributo, scritto da Claudia Battista con il gruppo di progettazione di GARR-X, sulla "Next Generation Network" per l'Università e la Ricerca basata su collegamenti in fibra ottica che entrerà in esercizio a partire dalla seconda metà del 2010. GARR-X potrà fornire una capacità circa 40 volte maggiore dell'attuale, utilizzabili per la sperimentazione di nuove applicazioni e modelli computazionali, in cui si dà per scontata la disponibilità sostanzialmente illimitata delle risorse di rete.


  • Colgo questa occasione per ringraziare tutti gli autori, così come i membri del comitato tecnico scientifico di ISOC Italia, per il loro contributo alla realizzazione di questo Quaderno dell'Internet Italiano. Un particolare ringraziamento a Stefano Trumpy e Laura Abba per l'aiuto sostanziale e le utili discussioni. Spero che questo sforzo corale possa risultare interessante ed utile ad un pubblico non solo "tecnico". Buona lettura.

Alessandro Berni

  • Funzionario internazionale presso il Centro Ricerche NATO (NURC) della Spezia. Classe 1967, si è affacciato al mondo delle reti nel 1985-86 curando, su base volontaria, l'aggiornamento della documentazione sulle diverse reti in uso all'epoca, attraverso i server LISTSERV della rete EARN installati in 20 paesi.
  • Dal 1987 al 1993 ha lavorato alla gestione ed allo sviluppo di IUnet, la prima rete geografica italiana connessa ad Internet aperta all'utenza non accademica, contribuendo, tra l'altro, alla attivazione dei country code top level domains (ccTLD) per l'Italia (.it) e Malta (.mt).
  • Nel 1994 è stato co-fondatore della ITnet S.p.A., il primo ISP italiano per il mercato corporate, restandone socio fino alla cessione a Wind Telecomunicazioni S.p.A. nel 1999.
  • Nello stesso periodo ha collaborato alla attivazione del ccTLD per la Santa Sede (.va). Dal 2000 ad oggi è senior systems engineer al NURC, responsabile dello sviluppo e della applicazione delle tecnologie ICT necessarie per lo svolgimento delle attività scientifiche del Centro.
  • Negli ultimi anni i sui interessi si cono concentrati sulle reti di sensori per la sorveglianza ed il monitoraggio ambientale e sugli approcci per l'interfacciamento di reti sottomarine, che comunicano acusticamente, con le reti wireless "tradizionali" basate su IP.
  • Laureato in Ingegneria Elettronica all'Università di Genova, è autore di più di 30 pubblicazioni tecnico/scientifiche e relazioni a convegni, oltre ad essere un contributore regolare dell'ACM Computing Reviews.
  • È membro dell'IEEE, Senior Member dell'ACM e Consigliere di ISOC Italia.
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