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CAPITOLO IV "PENSA GLOBALMENTE AGISCI LOCALMENTE"

4.3 La geopolitica del GARR
4.3 The geopolitics of GARR
Enzo Valente

Estratto dall' intervista pubblicata su Punto Informatico (PI) a Enzo Valente (EV) del 7 aprile 2006

    PI: Chi ha a cuore lo sviluppo della ricerca, anzi della Ricerca, conosce l'importanza del networking di nuova generazione per collegare centri e laboratori di mezzo mondo. Ma perché dobbiamo investire nell'estendere le nuove reti ai paesi del Mediterraneo?

  • EV: Perché ci conviene.
  • PI: In che senso?

  • EV: Perché sono molte le cose che abbiamo da apprendere, le conoscenze da scambiare. Potrei fare l'esempio dei centri di ricerca meteorologici algerini, centri che noi ci sogniamo. Ad esempio il monitoraggio e le analisi sul Sahara, per dire: oggi possiamo usare i dati raccolti al massimo mesi dopo certi avvenimenti per capire cosa è successo. Se disponessimo di una rete veloce potremmo sapere quasi in tempo reale cosa dicono i loro sensori, ed analizzarli.
  • PI: Si tratta quindi di reciprocità...

  • EV: Rimanendo in questo esempio, noi oggi dipendiamo in misura notevolissima dei dati che ci arrivano da Reading, nel Regno Unito: se invece avessimo accesso ai dati algerini avremmo informazioni molto più precise di quelle oggi disponibili.
  • Si tratta di uno sviluppo di interesse globale: loro potrebbero mettere insieme i dati europei con i propri.
  • Reciprocità nel senso che noi possiamo dare a loro, e loro a noi. Potrebbero sviluppare tecnologie che si integrino con quelle europee e anche in questo senso il vantaggio è reciproco.
  • Il nostro lavoro è proprio formare chi si trova lì, tecnici ed ingegneri, affinché sviluppino in loco tutto ciò che va da una nuova cultura del networking e della ricerca a tecnologie dedicate.
  • PI: Oggi non sono già attive molte forme di collaborazione?

  • EV: Certo, ma i ricercatori in molti paesi del Mediterraneo hanno, per dirne una, enormi problemi di spostamento. Per molti di loro tra l'ottenimento del visto, che può richiedere anche due mesi di tempo, i costi da sostenere e via dicendo è pressoché impossibile spostarsi.
  • Con le nuove reti tutto questo cambierebbe: potremmo collaborare molto più attivamente e in modo molto più rapido.
  • Ad un recente incontro ad Istanbul, per fare un esempio, un ricercatore dell'Università di Gaza ci ha impiegato 6 giorni per venire e 6 per tornare: buona parte del tempo è passato per superare i posti di blocco a Gaza.
  • Sono queste le cose che fanno capire quanto le connessioni di rete e il grid computing siano importanti.
  • Consentono di scambiare dati e a chi si trova in certi paesi anche di fruire di risorse di calcolo molto maggiori su cui far girare le proprie applicazioni.
  • PI: In che modo la formazione che fornite si rivela utile?

  • EV: I nostri corsi si occupano non solo di networking in senso stretto ma anche del middleware di griglia: le applicazioni scientifiche le hanno anche loro ma non hanno le macchine dove farle girare, né la rete attraverso cui scambiare dati, oltre alle risorse di calcolo.
  • PI: E come si può contribuire a risolvere la profonda arretratezza delle infrastrutture di rete?

  • EV: Questo è il cuore delle iniziative che si stanno portando avanti assieme ai nostri referenti, che sono la Unione Europea e le comunità scientifiche europee che aderiscono ai nuovi programmi approvati dalla Commissione.
  • In quei paesi c'è un problema di mercato, dove le TLC sono generalmente dominate da monopolisti, in situazioni per noi di difficile comprensione: basti pensare che formalmente la rete telefonica marocchina appartiene al Re. Per statuto, e da sempre è così.
  • La nostra presenza è in fondo anche una forma di pressione morbida su queste situazioni, ad esempio ora in Marocco c'è una legge che abbatte moltissimo i costi della rete per la ricerca.
  • PI: Quindi riscontrate un interesse dei Governi locali per lo sviluppo delle infrastrutture?

  • EV: Sì, i Governi locali sono molto sensibili all'argomento.
  • Al WSIS di Tunisi molte cose sono state dette, qualcuno ha iniziato a mettere in piedi agenzie esterne di monitoraggio del settore delle TLC, un po' come la nostra Agcom.
  • Ci sono degli effetti derivati dalla nostra presenza, più che di pressioni parlerei di un invito a cambiare, ad aprirsi.
  • PI: I progetti europei ai quali partecipate sono ambiziosi: oltre a connettere il Mediterraneo, fino al Medio Oriente, si vuole rafforzare anche la cooperazione con la Cina, un paese particolarmente difficile sotto molti punti di vista. Come vi muovete?

  • EV: I problemi ci sono tutti. In Cina esiste il network della ricerca gestito dall'Accademia delle Scienze.
  • Al contempo esiste la rete delle Università che dipende dal Ministero dell'Università. Mentre sulla prima, alla quale accedono esclusivamente i ricercatori, tutta gente passata al setaccio e conosciuta dalle autorità, c'è una certa libertà di movimento, sulla seconda, alla quale accedono gli studenti, moltissimi sono i controlli.
  • Le nostre difficoltà nascono dal fatto che per raggiungere gli istituti di ricerca ci costringono a passare prima dalla rete dell'education.
  • PI: Ma che sviluppi ci si possono attendere da questo genere di rapporti con la Cina?

  • EV: Faccio un esempio. In Tibet l'Italia ha un esperimento, Argo.
  • È collegato in fibra ottica su reti che arrivano fino a LLasa, che è ben collegata a Pechino.
  • Ma lì i dati scientifici che escono dai rivelatori di raggi cosmici vengono registrati con procedure e misure inadeguate, con un controllo ed un rallentamento che ne impediscono l'arrivo in tempo reale: quindi non possiamo controllare l'apparato dall'Italia, dobbiamo andarci personalmente, oppure inviare uno dei nostri partner cinesi.
  • PI: Una collaborazione difficile...

  • EV: Diciamo che ci sono una serie di difficoltà dovute a questo atteggiamento del Governo cinese.
  • È anche successo, per esempio quando siamo andati per parlare del progetto EU-China-GRID, di dover andare in pochi e per una delegazione più ampia, che dovrà tornare là a giugno, abbiamo già iniziato a chiedere i visti.
  • D'altra parte certe riunioni faccia a faccia devono essere fatte per forza. In questo senso siamo facilitati: finora nessuno di noi si è visto rifiutare il visto e riusciamo ad ottenerlo anche senza andare all'Ambasciata cinese a Roma.
  • In realtà abbiamo abbastanza credito in Cina, ed è una cosa storica per i buoni rapporti Italia-Cina.
  • PI: Tornando al Mediterraneo, quali sono i prossimi passi ?

  • EV: In ballo c'è il programma quadro EUMEDConnect III, quello attuale su cui già lavoriamo è il II, dove invece di collegare i paesi dell'area del Mediterraneo all'Europa uno per uno, ci si concentrerà sulla interconnessione tra di loro, una "MED-Belt" che colleghi i paesi del Mediterraneo.
  • Questa è una cosa entusiasmante, anche per israeliani o siriani, durerà sette anni e dovrà essere approvata dalla Commissione nell'ambito del prossimo programma quadro.
  • PI: Queste attività sono sostenute dal Governo italiano?

  • EV: In verità sono anni che non arrivano fondi dal Governo: la rete GARR si autosostiene grazie ad Università e Centri di ricerca.
  • In passato abbiamo avuto finanziamenti ma allo stato non se ne prevedono altri.
Happy Birthday ISOC
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