A cura di Giorgio Giunchi Joy Marino Stefano Trumpy
Formato Edizione a stampa Online html 3.2
Presentazione 04 Giugno 2014 Roma Camera dei Deputati

2. e-democracy

Introduzione: che cosa sogna l’elefante elettrico?

  • La metafora dell’elefante e dei ciechi è ben nota in svariate culture e non staremo qui a ripeterla: ogni volta che abbiamo a che fare con concetti complessi che non riusciamo a padroneggiare nella loro interezza ognuno di noi, in qualche modo, privilegia un aspetto specifico, che può essere la solidità lignea della gamba, la destrezza della proboscide, l’agitarsi del grande orecchio, le dimensioni di una piccola coda, ma nessuno coglie l’essenza dell’insieme.
  • Questo vale anche per la democrazia, che tanti definiscono secondo la propria visuale, quando non addirittura secondo il proprio interesse, ma comunque perdendo di vista il quadro d’insieme.
  • Ancor di più la e-democracy, come una specie di elefante elettrico (per contaminare un titolo di Philip K. Dick), è tante cose diverse a seconda dei punti di vista, inevitabilmente, dato che è a tutt’oggi ancora in divenire.
  • Il quadro d’insieme che viene fuori dai numerosi contributi di questo capitolo è interessante ed auspichiamo che consenta al lettore di comporre una visione abbastanza completa di che cosa significhi e-democracy oggi.
  • Sebbene molte considerazioni di questo capitolo nascano dalla realtà italiana, il tema della e-democracy resta inevitabilmente globale, sia pur declinato secondo i diversi contesti locali.
  • Il punto di vista sociologico è ben rappresentato da Stefania Milan che vede soprattutto gli aspetti positivi che gli strumenti di e-democracy possono introdurre nella società e nel rapporto tra cittadini ed istituzioni.
  • Sottolineando l’importanza delle iniziative che sorgono dal basso, vengono approfonditi gli aspetti delle consultazioni pubbliche.
  • Per Juan Carlos de Martin la democrazia (italiana) è debole, ma può iniziare un percorso evolutivo a partire dalla e-democracy che porti a forme di democrazia rappresentativa più partecipate.
  • Antonio Martino discute intorno alla democrazia, rappresentativa o diretta, e vede la “democrazia liquida” come una terza via che può trovar spazio in un contesto politico i cui miti fondativi sono purtroppo crollati.
  • Arturo Di Corinto considera inevitabile l’azione di cambiamento esercitata dalla e-democracy sulla politica e riporta alcuni esempi del recente passato. Sono esempi di come sia stato possibile migliorare il sistema attraverso il media Internet, che però non ha cambiato le regole del sistema.
  • Ma non è detto che non possa farlo nel prossimo futuro.
  • Per Fabio Chiusi la democrazia digitale è un vero e proprio mito a cui tutti mostrano di credere, ma che a tutt’oggi può mostrare un bilancio assai magro.
  • C’erano speranze che l’e-democracy potesse essere di aiuto alle democrazie che languono, ma non è stato così, non tanto a causa della Rete, piuttosto perché Internet non è stata parte della soluzione.
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